martedì 1 giugno 2010

Scegliamoci il Patrono!

Approfitto del travaglio di un berlusconiano.

Pera si sfoga:

"... eravamo garantisti e ora siamo un po' perdonisti, un po' forcaioli. Eravamo laici, ora siamo clericali. Eravamo per la riforma della Magistratura e non l' abbiamo neppure tentata. Volevamo modificare la Costituzione... e ora siamo ancora a zero. Da ultimo, eravamo per il liberalismoe ora siamo tornati al lapirismo, la celebre dottrina sociale che prende il nome da quel Santo fiorentino che dava ai lavoratori prendendo dalle casse dello Stato, anche se le loro fabbriche erano fallite (spesso a causa dei loro sindacati che ne avevano assunti troppi...). Tanto poi lui si confessava... Quando le cose vanno bene il Lapirismo alza l' unsegna dell' "uguaglianza": tutti, meritevoli o incapaci; laboriosi o sfaticati, devono star bene allo stesso modo. Quando le cose vanno male, il Lapirismo sventola la bandiera della "SOLIDARIETA'": tutti hanno diritto ad essere aiutati a spese della comunità poichè tutti sono figli di Dio. Il vero vessillo del Lapirismo è lo Stato Etico: voi cittadini non siete nessuno non avete diritto ad una vostra autonomia, non dovete prendere nessuna iniziativa, nello Stato ci sarà chi vi rappresenta e decide per voi. Sembra una filosofia perversa e naturalmente lo è. Ma piace. Piace al popolo perchè gli consente di invocare e biasimare lo Stato anzichè se stesso. Piace a Sinistra perchè è l' ultima eredità di Marx. Piace alla Destra perchè gli ricorda l' ultimo Mussolini... piace ai Sindacati perchè rispecchia la loro ragion d' essere... piace a tanta Chiesa Cattolica perchè (Dio la perdoni!) ci vede riflessa la giustizia senza rendersi conto che più "giustizia sociale" si diffonde più il cittadino si consegna anima e corpo ad uno Stato che fa diventare irrilevante la Chiesa stessa...".

In coda arriva una provvidenziale tirata d' orecchie ai cattolici. Io, perlomeno, la condivido.

Molti Cattolici cincischiano approfittando di una Dottrina Sociale della Chiesa che sembra fatta apposta per nascondersi tra le nebbie.

Si tratta spesso di vaghezze anche giustificate, la Chiesa non entra nel merito di parecchie questioni mancando delle competenze adeguate.

Disturba però quell' ambiguità così sfruttata da molti, specie quando prende a pretesto la condanna dell' ideologia per condannare chiunque abbia qualche idea che si opponga al comodo pseudo-pragmatismo dilatorio fatto su misura per non dire niente prima ed imbastire predicozzi interminabili ed incomprensibili dopo.

E allora che i cattolici si scelgano il patrono alla svelta: Sturzo o La Pira? Tutti e due non possono stare sulla stessa torre, mi sembra evidente.

E magari, per ponderare meglio la loro scelta, ne approfittino per leggere quest' aureo libretto dove la rovente polemica tra i due giganti è ben rassunta.