Solo un' imposta "per capitazione" è conforme al principio "la legge è uguale per tutti".
Una simile imposta equivale ad un' iscrizione: paghi 100 euro ed entri nel club.
Già un' imposta proporzionale, ovvero calcolata applicando un' aliquota, devia dal principio ma perlomeno garantisce che tutti coloro che la votano ne saranno colpiti (chi più, chi meno).
La vera struttura portante del saccheggio è l' imposta progressiva.
Puo' essere immaginata, tanto per capirsi, some una soprattassa riservata a pochi.
Con l' imposta progressiva i molti possono tassare i pochi. E' la tirannia democratica.
Svanisce infatti anche quella parvenza di consenso garantito dalla democrazia, quello per cui una classe di cittadini deve approvare l' imposta che la colpirà, per quanto colpisca ciascun membro in modo diverso. Da ora una classe di cittadini potrà randellare la classe rivale rimanendo esente anche dai colpi più lievi.
Un tempo si tassavano gli ebrei con un' aliquota quattro volte maggiore. Forse per pudore e in modo leggermente minaccioso si chiese il loro consenso, che non vi fu. Furono i cristiani ad acconsentire per loro.
L' imposta progressiva funziona un po' nel medesimo modo. Tizio dà il suo democratico consenso affinchè Caio venga spremuto.
Sapete che quando negli Stati Uniti l' imposta progressiva fu introdotta e contestata come incostituzionale, la sua difesa s' imperniò sul noto principio a baluardo della segregazione razziale: "uguali ma separati"?
La difesa fu vincente, la struttura portante installata e il saccheggio potè dilagare: dal 2% al 90% in un secolo.
E la battaglia costituzionale da noi? Ma da noi l' imposta progressiva è esplicitamente prevista dalla Costituzione. Ne dubitavate?