SE DIO NON ESISTE TUTTO E' PERMESSO?
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SE DIO NON ESISTE TUTTO E' PERMESSO?
La moralità nelle società su piccola scala è sostenuta da interazioni faccia a faccia, un dio severo non serve a molto. Tutti si guardano l'un l'altro e impongono sanzioni ai non cooperanti; si va da sanzioni lievi, come i pettegolezzi e la presa in giro, a sanzioni gravi, come l'ostracismo e la pena capitale. La moralità non è sistematizzata: non esiste un elenco esplicito di regole, perché tutti la imparano come farebbero un bambino in famiglia. Non occorre nemmeno una religione trascendentale, ne basta una immanentista (tipo animismo).
Con l'ascesa di società centralizzate, le persone provenienti da diversi gruppi locali non collaborano bene tra loro. Gli agenti soprannaturali diventano più frequenti e più gerarchici, riflettendo la disposizione sociale. Ma il focus principale della religione è ancora sul potere, non tanto sulla bontà. Il dio consacra chi comanda più che dettare dei comandamenti a cui tutti devono uniformarsi.
Poi c'è un'improvvisa accelerazione delle religioni trascendentali, più comunemente conosciute come religioni assiali, perché sono apparse durante l'età assiale. Ara Norenzayan sostiene che, poiché "le persone che si sentono osservate si comportano meglio" nelle società su larga scala, il ruolo di "osservatore" onnipresente è assunto dal grande Dio trascendentale.
Ormai ho qualche dubbio su questa ricostruzione.
Il dubbio è che la natura soprannaturale e moralistica del dio sia in realtà una caratteristica secondaria. Innanzitutto, l'aspetto soprannaturale varia molto tra le religioni assiali. È abbastanza importante nei monoteismi mediorientali (zoroastrismo, ebraismo, cristianesimo, islam, ecc.), ma meno nelle religioni dell'Asia meridionale (buddismo, induismo) in cui la principale forza moralizzante è la punizione karmica, e come sottolineano molti studiosi del buddismo, il karma non è in realtà un fenomeno soprannaturale ma una semplice relazione di causa-effetto: fai cose brutte e rinasci come una rana. In questo senso non sono necessari osservatori o punitori soprannaturali. Il contenuto soprannaturale è quasi del tutto assente anche nel confucianesimo, che molti studiosi non considerano nemmeno una religione.
In secondo luogo, i principali "osservatori e punitori" non sono esseri soprannaturali ma persone molto umane. Includono i vicini, gli agenti dello stato e, soprattutto, i chierici.
C'è anche da aggiungere che chi cresce in società con una religione organizzata interiorizza le regole della moralità. Molti si comportano bene anche quando non sono osservati e non vi è alcuna possibilità di essere puniti.
La teoria del grande Dio come forgiatore della grande Società è un'ipotesi chiara ma, come accade spesso nella scienza, alle belle teorie capita di essere uccise da fatti brutti.
Penso che, in questo senso, la bellezza pesi di più della bontà; che la liturgia incida più dei comandamenti; che il rituale determini più dell'obbedienza. La religione tiene insieme la società perché la coordina e rinforza le tradizioni prima ancora che punire o premiare.La religione è cultura prima che diritto, la cultura stabilisce cosa è importante, cosa fa status, e noi siamo dei perenni cacciatori di status, viviamo per fare cose importanti, è per quello che facciamo figli, è per quello che crediamo a un grande Dio, è per quello che chi non riesce più a credere nel grande Dio deve comunque credere di salvare il mondo ogni giorno differenziando la pattumiera opponendosi così al grande Satana del riscaldamento globale.