lunedì 17 febbraio 2020

Chapter 1 THE RISE OF INEQUALITY + FACE

SCHIENA D'ARGENTO
La disuguaglianza sociale è sempre stata tra noi?
A guardare i nostri cugini si direbbe di sì. Chi più (gorilla e scimpanzé), chi meno (bonobo) si tratta comunque di creature intensamente gerarchiche che sprecano gran parte delle loro energie per piazzarsi bene in classifica. Il bullismo e l'esibizione di dominanza aggressiva sono accompagnati da una vasta gamma di comportamenti legati alla sottomissione. L'ordine di beccata sembra scritto nella roccia. Certo, l'ovulazione nascosta della signora bonobo - e quindi la facilitata cornificazione del gradasso - attenua lo stress ma questo non impedisce la presenza di maschi alfa. E poi c'è il dismorfismo tra i generi sessuali: se i maschi sono più alti, pesanti e forti delle femmine, siamo in presenza di rigide gerarchie. Quell'altezza, pesantezza e forza serve infatti al maschio per battere i competitori e farsi l'harem dominando su tutto e tutti.
Ma con l'avvento di quel cervellone dell'Homo erectus (2 milioni di anni fa), il dimorfismo di quella particolare scimmia che sarà l'uomo era già diminuito parecchio, segno di una varianza riproduttiva tra i maschi sempre più contenuta. L' Homo sapiens, nato in Africa 200.000 anni fa, rinforza la tendenza. Ma perché?
Due congetture per mettere tutto insieme in modo coerente:
1) Il cervello più grande consente maggiore cooperazione, una strategia molto utile nel procurarsi risorse. Tuttavia, la facilità di cooperare consente anche ai dispersi maschi beta di allearsi contro il maschio alfa tenendolo a bada. Il risultato è più eguaglianza.
2) Intelligenza e cultura portano all'introduzione di strumenti, tra cui armi più sofisticate. Emerge la famosa legge di Colt: "Dio vi ha creato uguali ma solo il Sig. Colt vi ha reso tali". Spiego: Davide stende Golia con una fionda, se avesse avuto una pistola ne avrebbe steso uno grande il doppio. Se non avesse avuto nulla non gli restava che scappare. Un alfa "sborone" fa poca paura a una banda di beta ben armata.
Se accettiamo queste congetture, allora la violenza di gruppo e, più specificamente, le nuove strategie di organizzazione e minaccia della violenza di gruppo, hanno giocato un ruolo importante nel primo grande livellamento egalitario della storia umana.

Tra gli Hadza, una popolazione nomade di cacciatori-raccoglitori della Tanzania, i membri della tribù operano individualmente e preferiscono chiarmente avvantaggiare le loro famiglie nella distribuzione del cibo così raccolto. Allo stesso tempo, la condivisione generalizzata è prevista e incentivata da forti pressioni sociali, soprattutto quando le risorse in possesso del singolo sono visibili. Capita che un Hazda nasconda il miele trovato nella foresta perché si tratta di un'operazione semplice, ma se viene scoperto è costretto a condividerlo e sottoposto al pubblico ludibrio. Altro segnale che testimonia la presenza di una forte mentalità egalitaria: scroccare ed elemosinare è tollerato e diffuso. Pertanto, anche se gli individui preferiscono chiaramente favorire se stessi e la famiglia, le norme che sottoscrivono idealmente sono altre ed esaltano la condivisione di tutto verso tutti: l'assenza di harem e la prevedibile abbondanza di figli illegittimi rende questa pratica poco costosa. Il risparmio ha poco valore e le risorse disponibili tendono a essere consumate immediatamente anche a spese degli assenti. Non sorprende che la proprietà sia è poco diffusa e riguarda oggetti minimi: gioielli, vestiti, l'attrezzo usato per scavare, la pentola per le donne e l'arco con le frecce per gli uomini. A questo consumismo non corrisponde alcun attaccamento verso gli oggetti. Nemmeno il territorio è difeso e la mancanza di un'autorità centrale rende difficile arrivare a decisioni del gruppo, figuriamoci a farle rispettare.

Gli Hadza sono abbastanza rappresentativi dei gruppi nomadi oggi esistenti nel mondo, avevo già studiato gli zingari e devo dire che trovo molte somiglianze, la loro è un'economia di sussistenza fondata sul raccoglimento delle risorse abbinata a una morale altamente egalitaria. Ma tutto cio' si combina realizzando un formidabile ostacolo a qualsiasi forma di sviluppo per il semplice motivo che la crescita economica richiede un certo grado di disparità di reddito e consumo affinché sia incoraggiata l'innovazione e la creazione di plusvalore. Senza crescita, non c'è surplus di cui appropriarsi e da trasmettere agli eredi. L'economia moralizzata ha impedito la crescita e la mancanza di crescita ha impedito la produzione e la concentrazione di capitale.
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