SI FA MA NON SI DICE
Un tempo si sapeva bene che in politica la strategia del “si fa
e non si dice” era un utile strumento per perseguire in modo efficace il bene
comunitario.
Abbiamo problemi in guerra? Minimizziamo, gli spiriti si
rinfrancheranno e vinceremo.
La nostra comunità si è formata anche su episodi deprecabili?
Trasformiamoli in eroismi e la nostra sarà una comunità più coesa, felice e
prospera.
Il nome tecnico della strategia è “esoterismo”: pochi iniziati
conoscono una verità che è meglio nascondere alla maggioranza (il
popolo).
L’illuminismo ha cambiato tutto: solo la verità salva. Luce,
luce, luce… Luce per tutti! Il popolo non puo’ essere emarginato dalla
conoscenza, deve “partecipare” liberamente, democraticamente.
Belle parole, ma gli illuministi per primi si
accorsero dell’utopia, cosicché sono corsi ai ripari. Oggi l’ “esoterismo” di un
tempo si chiama “politicamente corretto”, ma la musica non cambia: “si fa ma non
si dice”.
Uomini e donne sono diversi? E’ vero ma non si puo’ in modo tale
che le donne diano il massimo anche in ambiti a loro meno congeniali.
I clandestini hanno un’inclinazione superiore a delinquere? E’
vero ma non si dice affinché non ne risenta l’accoglienza e l’integrazione degli
stranieri.
I ruoli si sono così ribaltati: i tradizionalisti sempre pronti
a gettare una luce impietosa sulle bugie bianche dei progressisti, e questi
ultimi sempre pronti ad edulcorare fino a diventare maestri nell’arte gesuitica
dell’ ipocrisia e della reticenza.