LA SINISTRA E I POVERI
Tutti conoscono la sensibilità della sinistra per i poveri ma non tutti sanno che il suo modo di vederli è cambiato profondamente negli ultimi 50 anni.
In passato, il resoconto del fenomeno di molti marxisti assomigliava in modo impressionante a quello dei reazionari: la causa risiedeva innanzitutto nel comportamento irresponsabile dei poveri stessi. Dopotutto, la poca voglia di lavorare, le abitudini sessuali miopi, l’ abuso di alcool, la ricorrente violenza domestica non sono il viatico ideale per avere successo.
naturalmente, si aggiungeva che la colpa era del capitalismo corruttore.
Poi ci si accorse che i poveri sono così sotto qualsiasi regime. Non solo, ci si accorse anche che il capitalismo non puo’ omologare i lavoratori ad un’obbedienza efficiente al sistema e al contempo ridurli a larve umane inefficientissime.
Insomma, sia come sia la sinistra dominante ha dismesso la narrazione di questi antropologi/sociologi marxisti perché “accusava la vittima”. Ha cominciato a credere nel mitico ascensore sociale, nelle “pari opportunità”. Ma in questa operazione ha un nuovo nemico: la psicologia evoluzionista, che teorizza una sostanziale rigidità di caratteri e intelligenza. In altri termini: l'ascensore sociale è rotto da sempre.
Oggi, ad una sinistra onesta, non resta che scegliersi come nemico plausibile la sfortuna. Chi vince nella lotteria dei talenti ha il dovere di aiutare gli altri. Un messaggio difficile da far digerire ma l'unico oggi disponibile per lei.