giovedì 13 dicembre 2018

MAPPA E TERRITORIO

MAPPA E TERRITORIO

Chi riduce tutto a numero viene spesso criticato per la sua visione “arida”. Sbagliato: ci vuole una grande creatività per schematizzare un posto complicato come il mondo. Il problema con questa gente è un altro, ovvero il fatto che vengano regolarmente visitati dal demone della “scorciatoia”: se i nostri numeri non rappresentano bene il mondo, perché non trasformiamo il mondo affinché sia più facilmente rappresentabile? Se la mappa e il territorio differiscono, perché non trasformiamo il territorio in una mappa.
Nel 1763 il gruppo messo in piedi da Johann Gottlieb Beckmann mappo’ pazientemente parecchie foreste con i suoi chiodini colorati per calcolare il legname che se ne poteva ricavare. Si trattava di ambienti complessi dove la varietà la faceva da padrone, anche per questo l’esito dell’operazione fu a dir poco incerto. Ma prometteva, Beckmann era una persona seria. Qualche secolo dopo i calcoli sono molto più precisi. Ma perché? Forse perché abbiamo imparato dall’esperienza? No, perché abbiamo ridotto le foreste di Beckmann a griglie vegetali con anonimi filari privi di ogni sottobosco. In altri termini, anziché adattare il calcolo al “mondo”, abbiamo adattato il mondo al calcolo desertificandolo. Su foreste del genere anche un geometra neo-diplomato si applicherebbe con profitto!

Se le sofisticate macchine del futuro funzioneranno ne sarò lieto e accoglierò la loro opera con un eureka. Il mio dubbio è che prima o poi, di fronte alle difficoltà, qualcuno vorrà stravolgere il mondo in cui viviamo – magari facendoci indossare una divisa - affinché funzionino meglio.