LA POLITICA DELLA PAURA NON ESISTE
Le preferenze politiche sono preferenze morali, e le categorie morali di fondo sono innate.
Tra queste ultime quella legata a purezza e disgusto è fondamentale. Il disgusto si è evoluto inizialmente per ottimizzare le risposte al dilemma dell’onnivoro: un senso del disgusto ben calibrato consentiva di selezionare al meglio i cibi. Il senso della purezza si origina probabilmente proprio dal trattamento adeguato degli alimenti, che opportunamente lavati cessano di essere veicolo di infezioni. L’originale sfida adattativa che ha guidato l’evoluzione della categoria di santità, quindi, era la necessità di evitare agenti patogeni e parassiti di ogni sorta.
Facciamo un caso concreto: l'immigrazione. Le culture differiscono nei loro atteggiamenti verso gli immigrati, e ci sono parecchie prove che gli atteggiamenti liberali e accoglienti sono più comuni in quei luoghi in cui storicamente i rischi di contagio e malattia erano più bassi. Le piaghe, le epidemie e le nuove malattie sono infatti di solito introdotte dagli stranieri.
In altri termini: la politica della paura non esiste. Esiste solo una politica che fa appello a categorie morali che alcuni individui posseggono in modo più sviluppato che altre. Poi, una volta attivate quelle intuizioni etiche, la razionalizzazione dell'esistente fa il resto.