Cosa faresti se foste lo Stato ? È strano che la teoria politica abbia cessato di porsi questa domanda
Marx vedeva lo Stato come la forza che si oppone va alla nuova società civile. Per lui lo Stato era essenzialmente uno strumento
Per Hobbes manteneva la pace. Per Locke proteggeva i diritti naturali. Per bentham e Mill promuoveva i miglioramenti sociali. Per la sinistra attuale supera le incapacità del privato e gli interessi particolari.
Ma dello Stato ci sono anche visioni meno ottimistiche per esempio quelle della scuola di Public Choice che ha trattato i fallimenti dello Stato e la sovrapproduzione di beni pubblici.
Sia come sia un po' per tutti lo stato Oggi è uno strumento. Cosa c'è di incoerente in questa visione? Essenzialmente l'evidenza. E l'aspetto empirico prima ancora di quello teorico ad essere carente. Dal punto di vista empirico ogni Stato tende a diventare un Super stato. Nasce per risolvere i fallimenti del mercato ma finisce per andare Ben oltre, anzi, per trascurare persino gli obiettivi per cui nasce ed occuparsi di tutt'altro. Lo Stato Si emancipa dai motivi per cui è nato e le conseguenze Non intenzionali hanno il sopravvento.
Nel primo capitolo verrà illustrato lo Stato capitalista, Ovvero lo Stato ideale per i libertari. Ci serve per dimostrare che un una simile istituzione e contraddittoria e non può esistere. Se l'essenza dello Stato è ingrandirsi uno stato minimo è una contraddizione in termini. Esiste qualcosa che potremmo chiamare edonismo politico e che spinge Chi è messo in certi posti di comando a desiderare più potere A volte anche in buona fede.
Lo stato in cerca di supporto nel suo progetto di estensione sta bene attento a proporre misure in cui il numero di chi guadagna sia superiore al numero di chi ci perde. Inoltre, chi ci perde deve sempre mantenere una speranza di poter governare domani Il Timone e ribaltare le sorti. È questo che garantisce le esperienze democratico. In questo senso vanno le formule di edgeworth eguagliare i redditi e massimizzare le utilità. Non che quelle di John rawls e il suo principio di giustizia.
CAPITOLO 1
Secondo alcuni l'origine dello Stato è la conquista, secondo altri il contratto sociale. Non sono due spiegazioni in conflitto. Una si occupa delle origini reali L'altra è una deduzione logica. In quest'ultimo caso si postula che persona e razionale della ricerca del proprio bene Hanno trovato vantaggioso assoggettarsi ad una monarchia. Il che può essere vero anche in presenza di violenze e conquiste.
Le società senza stato sono ben visibili nei primitivi. Oggi, per esempio, i tupi Guarani studiati da molti. Tra loro non c'è un apparato per applicare le leggi si ubbidisce al capo caso per caso. Secondo clastres si tratta di società prospere che potrebbero produrre un surplus ma che scelgono di non farlo optando per una società in cui si lavori Massimo 2 ore al giorno.
È molto difficile però capire quale organizzazione politica preferisce una società. In un certo senso le istituzioni producono assuefazione esattamente come certe droghe. Una società che si sottopone a certe istituzioni finirà inevitabilmente per ritenerle come preferibile. Non a caso Max Weber riteneva che le istituzioni di una società siano l'esito di conseguenze Non intenzionali.
Le origini del capitalismo , chi trova se lo tiene . Il titolo di proprietà non è invalidato dalla scarsità, non si basa né sul merito né sullo status. Il capitalismo conduce all'accumulazione. Nel sistema feudale il possesso della Terra era legata ad alcuni servizi dovuti o pretesi, furono gli inglesi a introdurre una proprietà incondizionata. Nel sistema feudale il possesso della terra era legata ad alcuni servizi dovuti o pratesi , furono l'inglese a introdurre una proprietà in condizionata . Il possesso della terra in Russia era legato allo status e agli antenati, la nobiltà russa non aveva titolo alla sua terra prima del 1785 i possessi erano quindi molto precari. Anche per questo è il capitalismo si sviluppò molto tardi E fu subito soppresso nel 1917. In America La Terra era capitale per il solo fatto di essere trovata alla frontiera trovata sotto Act del 1862 o ottenuta da un proprietario. Ma soprattutto il diritto di proprietà non dipendeva da un principio di utilità sociale o di efficienza.
Il secondo elemento che caratterizza lo Stato capitalista e la libertà di contratto. Il contratto prevale sullo status e la servitù diventa un contratto a se anziché essere incorporata nella proprietà della terra. È il denaro a fare la differenza. Vilfredo Pareto preciso che il rimescolamento dei beni sotto il vincolo del libro contratto garantiva l'efficienza distributiva.
Ma la condizione per cui un contratto non viola i diritti di terzi e ovviamente problematica e oggetto di obiezioni. Anche il concetto di consenso è tutt'altro che chiaro. Kirk consente la propria schiavitù esprime un po' senso autentico ?
Kant negava ogni diritto alla rivoluzione. Ecco il suo argomento se un simile diritto ci fosse ci vorrebbe un arbitro per risolvere la lite tra il sovrano e il rivoluzionario. In questo modo il sovrano non sarebbe più sovrano e l'arbitro prenderebbe il suo posto. In questo senso lo Stato capitalista è una contraddizione in termini Poi che la sovranità assoluta o spetta allo stato oppure alle regole del capitalismo.
è difficile concepire il concetto di scelta senza il concetto di scopo. Per questo si dice che il consumatore Cerca soddisfazione è il produttore profitto. Ma cosa Cerca lo stato? Cerca di estendersi. La sua essenza è quella di crescere. Se l'estensione territoriale non è disponibile Sì cercherà un'estensione burocratica.
Nel secolo dell'assolutismo la natura dello Stato emerge Chiaramente in una marcia inequivocabile verso la centralizzazione. I rivoluzionari dell'epoca successiva, da Napoleone fino a marx. Cambiarono molte cose ma non certo questa direzione di marcia, anzi semmai la accentuarono. Per molti versi possiamo dire che lo stato del re fu persino meno invasivo di quello della repubblica. Non sorprende quindi che certi padri fondatori degli Stati Uniti d'America fossero monarchici come per esempio Alexander hamilton.
Status quo bias La gente pensa di aver bisogno dello Stato per il semplice fatto che ora ce l'ha. Ogni Stato reale data la sua origine di fatto è essenzialmente un incidente storico a cui la società si è adattata.
Ci sono essenzialmente due teorie per cui se non avessimo uno stato dovremmo inventarlo. La prima è quella contrattualistica le persone si mettono necessariamente d'accordo per instaurare un governo della società. L'altra è la teoria marxista per cui la classe dominante protegge i suoi privilegi attraverso lo stato. Hobbes ed Engels sono all'origine di queste due concezioni.
L'obiezione a queste due concezioni è portata da John Locke Niente Ci garantisce che lo stato e il monopolio della forza una volta in atto non venga usato contro gli obiettivi che si poneva chi lo ha instaurato. Chi si disarma per armare uno stato e poi alla sua mercè.
L'approccio contrattualistico presuppone che nelle relazioni umane il dilemma del prigioniero ricorre Intendo la cooperazione spontanea. Lo Stato ha il compito di forzare questo ostacolo realizzando così la cooperazione tra cittadini. Se questo è il presupposto lo stato contrattualista non ha una sovranità assoluta ma limitata a questo compito.
Il problema del contrattualismo E che di fatto le cooperazioni impossibili si realizzano. Anche dal punto di vista teorico i giochi interattivi prevedono una cooperazione Anche laddove la singola interazione prevede il contrario. In questi casi la visione di Jean Jacques Rousseau sembra prevalere su quel di hobbes.
Un altro problema del contratto turismo e che chi si arrende alla coercizione Difficilmente lo fa in vista di soluzioni cooperative oppure di vantaggi futuri.
L'idea di uno Stato come organismo autonomo appartiene all'idealismo hegeliano.
Nella concezione marxista lo stato è lo strumento della classe dominante per imporre la sua agenda. Anche qui la storia sembra contraddire la teoria, la classe borghese, Ovvero la classe dominante secondo Marx dopo la rivoluzione industriale, non ha quasi mai cercato il dominio politico, e quando lo ha esercitato Mal gliene incolse.
Ma può esistere uno stato imparziale? Probabilmente sì purché si tenga presente che anche uno stato imparziale, anzi forse più che mai uno stato imparziale, tende comunque a perseguire il suo proprio obiettivo ovvero crescere a dismisura. Lo Stato imparziale quello per cui ogni testa ha un voto, quello per cui gli individui sono tutti uguali, quello che concede elezioni e libertà di espressione. Anche in questi casi aggregare le preferenze è problematico, vedi teorema di arrow. All'interno di questi problemi si insinuano le forze che spingono alla crescita ipertrofica della burocrazia. l'illusione per cui si identificano i fini dei cittadini con i fini dello Stato risulta fatale.
CAPITOLO II
La definizione di Stato data da Max Weber lo stato è quello organizzazione e con successo Reclama il monopolio della forza fisica. L'aspetto Vulnerabile di questa definizione è l'idea circolare di legittimità. L'uso della forza fisica e legittimo per il fatto che è esercitato con successo. Qui ritroviamo il punto debole già presente in Machiavelli quando diceva che una guerra è legittima quando necessaria Aggiungendo che la necessità è giudicata dallo Stato che la dichiara.