lunedì 28 aprile 2008

Destra e criminalità percepita

Si dice che nella recente tornata elettorale la Destra, per i suoi successi, abbia fatto leva su un diffuso senso di insicurezza. Non sarebbe la prima volta, direi che è un "classico".

Dati alla mano, poi, si fa notare anche come tale senso d' insicurezza sia solo "percepito" e non anche "effettivo".

Tutto ciò serve per concludere come questa rendita elettorale sia ingiustificata e pompata ad arte nel tentativo di ingannare l' elettorato.

Ma alcune cose andrebbero chiarite.


C' è crimine e crimine. I conti poi bisogna farli bene.

Quando si fa notare che l' aumento di stranieri (anche clandestini) non comporta aumento di criminalità, si dà una notizia importante e spesso vera. Ma non si può chiudere qui la discussione.

Bisognerebbe anche vedere la percentuale di crimini commessi dagli stranieri (specie clandestini). Overossia, la probabilità che a commettere un crimine sia un clandestino.

Ho paura che si farebbero brutte scoperte, almeno per quanto riguarda i clandestini.

Ho paura che ne uscirebbero giustificati alcuni pregiudizi e che la distinzione tra "percepito" ed "effettivo" verrebbe meno. Ne ho già parlato e non ho tempo per i link.

In secondo luogo, è importante anche distinguere la tipologia dei crimini.

Alcuni crimini vengono definiti "victimless". Sono crimini, anche molto dannosi, ma non hanno una vera vittima, non sono particolarmente idonei a diffondere paure.

Facciamo qualche esempio e notiamo come crimini del genere siano perlo più riconducibili alle cosiddette "mafie".

Se la delinquenza organizzata mette in piedi una bisca nel mio quartiere, si assiste ad un incremento dell' attività criminale, ma io non mi sento fondamentalmente "minacciato". Se sono un po' ingenuo o distratto, manco mi accorgo di quel che succede.

La criminalità di stampo mafiosa è un cancro inoperabile, eppure spesso è "victimless": droga, prostituzione, gioco d' azzardo, spartizione sussidi.

Arrivo a dire che anche l' attività estorsiva (il cosiddetto "pizzo") non aumenta la percezione di criminalità.

Uno si presenta nel tuo negozio a chiedere la percentuale minacciandoti. E' una turbativa devastante ma incide sulla nostra percezione criminale? Altri fanno lo stesso (es. il fisco) e noi siamo stati abituati a non percepire questo fatto come un crimine. Così come molti considerano il fisco un "inconveniente", lo stesso sentimento riservano a Don Rafaè. Niente sindrome d' insicurezza, dunque.

Si dirà, c' è però anche un crimine indotto dal crimine organizzato! Se il consumo di droga si diffonde capita che il consumatore sia indotto a delinquere. E qui c' è il paradosso: i quartieri più sicuri sono proprio quelli controllati dalle mafie, quelli soggetti ad estorsione, quelli dove le mafie concentrano la loro attività. Osare un microcrimine in queste "zone" puo' costare carissimo.

Il "giocatore" puo' ricorrere allo strozzino. Forse che l' usura non è il classico crimine "victimless"?

Bisogna far notare che la grande criminalità produce eccome i suoi morti ammazzati. Percezione: si ammazzano su tra di loro. E' una percezione per lo più corretta.

Spesso è vero infatti, e la percezione che chi ha scelto quella vita ha scelto anche i rischi che comporta, prevale.

Dove c' è prostituzione o spaccio o gioco d' azzardo, io sono sottoposto a tentazioni. Ma il rischio di cadere in tentazione è molto diverso e meno inquietante rispetto al rischio di cadere vittima di uno stupro se esco a passeggiare la sera. Nel primo caso vengo rassicurato dal mio self control, nel secondo sono in balia del caso


ADD1. Altri elementi che incidono sulla: 1) l' impunità (pochi crimini ma impuniti...) 2) il confronto con i vicini (in america la criminalità è crollata, da noi si mantiene inalterata).