L' ottimo Uomo del Monte ha fatto notare come la possibilità futura di "leggere" oggettivamente nel cervello umano potrebbe indebolire il concetto di "intenzionalità".
Questo è vero, una "naturalizzazione" dell' uomo non lascia spazio a concetti metafisici come quello di "intenzione".
Come potrebbe adeguarsi il diritto in un' evenienza di questo tipo?
Dal punto di vista dell' imputazione, la cosa non rappresenterebbe un grave problema. Come già anticipato assumerebbe sempre maggior peso il concetto di "responsabilità oggettiva".
Se Tizio danneggerà Caio, sarà tenuto a risarcirlo indipendentemente dalle sue intenzioni di danneggiarlo.
La libertà individuale non viene colpita da una simile soluzione, al limite si presentano inconvenienti relativi alla concentrazione dei rischi che per ora accantono.
Il vero problema riguarda la deterrenza delle pene. Alcuni soggetti potrebbero rispondere in maniera differente all' unica pena prevista per un certo illecito.
L' unica soluzione consiste nel differenziare le pene. Dopo aver sottoposto la popolazione ad un esame standardizzato si procederà a classificarla in individui di tipo A, B e C. Per ciascuna tipologia l' entità delle pene previste dal codice dovrebbe variare a seconda della sensibilità all' incentivo deterrente.
Inoltre, poichè sappiamo che a volte la pena ex ante è la più efficiente di quella ex-post, non si puo' escludere che si arrivi ad interdire a certi individui (esempio "A") l' accesso a certi ambienti.
Tutto cio' è abbastanza preoccupante anche in termini di pacifica convivenza. Infatti le classificazioni di cui sopra potrebbero corrispondere alle etnie. Qualcuno finirebbe per parlare di razzismo.
In conclusione, per quanto visto, il crescente successo delle neuroscienze, facendo guadagnare efficienza alle pene ex ante, potrebbe anche incidere sulle nostre libertà.
Questo è vero, una "naturalizzazione" dell' uomo non lascia spazio a concetti metafisici come quello di "intenzione".
Come potrebbe adeguarsi il diritto in un' evenienza di questo tipo?
Dal punto di vista dell' imputazione, la cosa non rappresenterebbe un grave problema. Come già anticipato assumerebbe sempre maggior peso il concetto di "responsabilità oggettiva".
Se Tizio danneggerà Caio, sarà tenuto a risarcirlo indipendentemente dalle sue intenzioni di danneggiarlo.
La libertà individuale non viene colpita da una simile soluzione, al limite si presentano inconvenienti relativi alla concentrazione dei rischi che per ora accantono.
Il vero problema riguarda la deterrenza delle pene. Alcuni soggetti potrebbero rispondere in maniera differente all' unica pena prevista per un certo illecito.
L' unica soluzione consiste nel differenziare le pene. Dopo aver sottoposto la popolazione ad un esame standardizzato si procederà a classificarla in individui di tipo A, B e C. Per ciascuna tipologia l' entità delle pene previste dal codice dovrebbe variare a seconda della sensibilità all' incentivo deterrente.
Inoltre, poichè sappiamo che a volte la pena ex ante è la più efficiente di quella ex-post, non si puo' escludere che si arrivi ad interdire a certi individui (esempio "A") l' accesso a certi ambienti.
Tutto cio' è abbastanza preoccupante anche in termini di pacifica convivenza. Infatti le classificazioni di cui sopra potrebbero corrispondere alle etnie. Qualcuno finirebbe per parlare di razzismo.
In conclusione, per quanto visto, il crescente successo delle neuroscienze, facendo guadagnare efficienza alle pene ex ante, potrebbe anche incidere sulle nostre libertà.
P.S. viste le obiezioni ricevute vorrei solo aggiungere che svolgo queste considerazioni escludendo una naturalizzazione completa dell' uomo. In quel caso non avrebbe a priori più senso parlare di libertà. Mi interesso solo ad un crescente peso delle neuroscienze sempre mantenendomi entro una visione relativa.