La storia che valuta il successo dei programmi riabilitativi in favore dei carcerati è particolarmente severa.
Martinson è stato il primo sostenitore della tesi "nothing works". Conclude così passando in rassegna 231 studi dal 45 al 68.
Una tesi successivamente confermata anche da Lipton/Martinson/Wilks.
Conclusioni similari vengono dal Panel on Research on Rehabilitative. In particolare Sechrest/White/Brown.
Non mancano studi che sottolineeano la scarsa qualità dei programmi analizzati. per esempio Gendreu/Ross.
Ma anche Hallek/Wittte.
Aggiungo anche Mair.
Il Panel, stimolato, insiste tentando di comprendere ulteriore materiale. Eppure le conclusioni non cambiano. Vedi in proposito Martin/Sechrest/Rdner.
Lattimore/Witte, successivamente, sono i più sistematici nel concentrarsi sull' importanza della qualità.
Sforzo doppiato da Lattomore/Witte/Baker.
Infine, un po' a sorpresa, uno dei coautori (Witte) ritratta gran parte delle precedenti conclusioni nel capitolo da lui curato in questo libro.
Leggermente diverso è il discorso sui programmi per i rilasciati e i detenuti in libertà vigilata.
Nel suo lavoro seminale Cook osserva come i prograami svolti in carcere abbiano scarsa influenza sulla recidività nonostante che le abilità risultino effettivamente aumentate. Cook suggerisce di privilegiare la ricerca del lavoro e il training on job.
Marks e Vining supportano Cook.
Mallar e Thornton documentano i risultati scadenti del programma LIFE.
Couch fa altrettanto per quanto riguarda il National Supported Work Program.
Basta così, concluderei con le parole dell' economista Kenneth Avio (Economics of Prison):
"...the evidence can be summarized as "nothing works well". Certainly the evidence suggests that a magic one-size-fits-all rehabilitation bullet does not exist. These programs tend to be "successful" only when evaluated on the basis of limited outcome mesaures and even then, the magnitude involved are typically small. Finally, it bear noting that even if "something works" in the limited sense of achieving e beneficiasl measured outcome, it may still be the case that such programs are too expensive to be worthwhile or that the resulting added incentives for individuals to enter the criminal market make the program indesiderable on net...".
Martinson è stato il primo sostenitore della tesi "nothing works". Conclude così passando in rassegna 231 studi dal 45 al 68.
Una tesi successivamente confermata anche da Lipton/Martinson/Wilks.
Conclusioni similari vengono dal Panel on Research on Rehabilitative. In particolare Sechrest/White/Brown.
Non mancano studi che sottolineeano la scarsa qualità dei programmi analizzati. per esempio Gendreu/Ross.
Ma anche Hallek/Wittte.
Aggiungo anche Mair.
Il Panel, stimolato, insiste tentando di comprendere ulteriore materiale. Eppure le conclusioni non cambiano. Vedi in proposito Martin/Sechrest/Rdner.
Lattimore/Witte, successivamente, sono i più sistematici nel concentrarsi sull' importanza della qualità.
Sforzo doppiato da Lattomore/Witte/Baker.
Infine, un po' a sorpresa, uno dei coautori (Witte) ritratta gran parte delle precedenti conclusioni nel capitolo da lui curato in questo libro.
Leggermente diverso è il discorso sui programmi per i rilasciati e i detenuti in libertà vigilata.
Nel suo lavoro seminale Cook osserva come i prograami svolti in carcere abbiano scarsa influenza sulla recidività nonostante che le abilità risultino effettivamente aumentate. Cook suggerisce di privilegiare la ricerca del lavoro e il training on job.
Marks e Vining supportano Cook.
Mallar e Thornton documentano i risultati scadenti del programma LIFE.
Couch fa altrettanto per quanto riguarda il National Supported Work Program.
Basta così, concluderei con le parole dell' economista Kenneth Avio (Economics of Prison):
"...the evidence can be summarized as "nothing works well". Certainly the evidence suggests that a magic one-size-fits-all rehabilitation bullet does not exist. These programs tend to be "successful" only when evaluated on the basis of limited outcome mesaures and even then, the magnitude involved are typically small. Finally, it bear noting that even if "something works" in the limited sense of achieving e beneficiasl measured outcome, it may still be the case that such programs are too expensive to be worthwhile or that the resulting added incentives for individuals to enter the criminal market make the program indesiderable on net...".