martedì 1 aprile 2008

Il dilemma degli obblighi matrimoniali e degli investimenti mancati

E adesso un po' di esercizio. Smontiamo un problemino come questo:

"...In many Western countries divorce laws have requirements that force the party with the greater income to continue in paid work and pay alimony to allow the other party to maintain the style of living to which they "have become accustomed during the marriage," or with similar wording. However, I am having a hard time reconciling this with some of the replies to question, which referred to the obligation to have sex during marriage. Most people would certainly agree that one is not obliged to have sex with a partner, or an ex-partner after a relationship has broken up. The arguments there focused on people having an "inalienable right to one's body", but surely this same argument could be used against forcing people to do work they don't want to do? More specifically, how is forcing person A to work against their will to provide financial support for person B *ethically different* from obliging person A to have sex against their will to provide sexual satisfaction for person B?..."

L' unica risposta che vedo è la seguente: per garantirsi le rendite monetarie del matrimonio, il coniuge debole avrebbe dovuto realizzare per tempo investimenti a cui ha rinunciato. D' altra parte, le rendite sessuali garantite dal matrimonio, non richiedono investimenti nel tempo e non vengono pregiudicate dal divorzio.

Ma non è poi così vero. Anche la rendita sessuale richiede investimenti fatti per tempo. Un matrimonio sbagliato (per colpa del partner) ci danneggia eccome dal punto di vista della rendita sessuale. ormai vecchi e brutti, chi ci guarda più? Il tempo perso non torna.

Altra risposta: la rendita sessuale puo' essere incorporata in quella monetaria. Il partner che ammette le proprie colpe ed è condannato a obblighi monetari è anche il partner più ricco. Questa ricchezza si puo' commutare in una rendita sessuale. Non puo' dunque dimostrare un pregiudizio sui suoi investimenti in questo settore. Lo stesso dicasi per la ricchezza trasferita, puo' commutarsi in rendita sessuale.

La stessa cosa non potrebbe dirsi per la rendita affettiva. Quindi il giochino funziona finchè il matrimonio civile non impone obblighi affettivi indipendenti da obblighi matrimoniali.



C' è poi la soluzione che taglia la testa al toro: la vita sessuale non ha mai un valore sostanziale.

Qualcuno potrebbe dire che costrizioni in campo sessuale hanno ben altro impatto psicologico su chi le subisce rispetto a costrizioni fisiche in altri ambiti. Questo è vero, eppure risolverla così, dicendo che la sessualità è qualcosa di "particolare" che segue delle sue regole, non è mai soddisfacente.