martedì 22 marzo 2016

Una teoria del male partendo dall'analisi di Peter van Inwagen

Un dialogo simulato.


  • 1. Credente. Propongo la mia tesi: il male è il prezzo della libertà.
  • 2. Ateo. Ma un uomo libero significa un Dio non più onnipotente
  • 3. Credente. Infatti ti concedo dei limiti all'onnipotenza divina: l'uomo, hai ragione, l'uomo non puo' essere libero per sua natura e contemporaneamente assoggettato ai voleri di un altro essere, sarebbe contraddittorio.
  • 4. Ateo. Eppure un Dio buono limiterebbe i danni donando una libertà compatibilista del tipo "ti concedo di fare cio' che desideri ma decido io cio' che desideri". In questo modo Dio potrebbe instillare desideri buoni senza conculcare la libertà.
  • 5. Credente. Ma la libertà compatibilista non è vera libertà, ciascuno vede quanto è limitata: l'uomo, in ultima analisi, sarebbe comunque determinato da forze esterne.
  • 7. Ateo. Ma il male nel mondo è comunque sovrabbondante!
  • 8. Credente. Come puoi dirlo? Puo' benissimo essere invece che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Crederlo non è irrazionale.
  • 9. Ateo. Perché Dio non interviene a limitare il male, almeno le conseguenze malvagie non volute dall'agente, una volta che la libertà umana è stata esercitata.
  • 10. Credente. Potrebbe farlo solo interferendo con le leggi naturali. Dio ha fatto un altro dono all'uomo: la ragione. Se ad ogni istante mutasse il corso delle leggi per fermare le conseguenze non intenzionali danneggerebbe la nostra capacità di conoscere il mondo isolando delle leggi naturali. Senza dire che a volte lo fa, e allora ecco il miracolo. (IMHO)
  • 11. Ateo. Esistono i terremoti, ovvero il male che non dipende dall'azione umana. Che mi dici?
  • 12. Credente. Sono per l'uomo un banco di prova. Ogni uomo è unico, oltreché libero, e Dio per giudicarlo deve metterlo alla prova in modo unico. La nostra salvezza si realizza attraverso una prova unica: se Dio potesse prevedere la nostra reazione in anticipo la nostra vita sarebbe pleonastica. (IMHO)
  • 13. Ateo. Ma da cio' discende che Dio non è onnisciente.
  • 14. Credente. Te lo concedo, anche l'onniscienza divina è limitata: Dio non puo' conoscere cio' che non si puo' conoscere.
  • 15. Ateo. E di fronte alla domanda/invocazione della mamma che ha perso un bimbo e dice perché a me?
  • 16. Credente. Non abbiamo nulla da dirle, noi non sappiamo spiegare il suo dramma: possediamo una teoria generale del male, non una teoria specifica.

continua