mercoledì 23 gennaio 2008

Redistribuire l' opportunità di evadere le tasse

Noi tutti sappiamo del tristo tade-off tra libertà e sucurezza che ci affligge e ci affliggerà sempre finchè saremo reperibili in questa valle di lacrime: chi vuole la sua sicurezza garantita deve rinunciare ad una fetta della sua libertà. Siccome l' ha spiegato Hobbes (esagerando come al solito) una manciata di secoli fa, non vi ammorbo oltre.

Costruire una gabbia intorno a Tizio è il miglior modo per prevenire le sue violazioni della legge. Costruire una gabbia intorno al potenziale evasore è il miglior modo per prevenire l' evasione. Eppure questa gabbia appare ai più ingiusta quanto impraticabile. Ne consegue che sia corretto e razionale dare una chance al crimine allentando i vincoli a priori.

Non si vede perchè anche queste opportunità non debbano essere oggetto di equa ripartizione.

I radicali si sono sempre battutti per un allargamento della possibilità di evadere le tasse anche ai lavoratori dipendenti. Il referendum per abolire la ritenuta alla fonte su quel reddito fu bocciato dalla Consulta nel 1995.

Oggi pensano ad una simile via nientemeno che Carniti e alcuni in Rifondazione Comunista, i quali denunciano non rimbeccati talune asimmetrie nel mondo del lavoro.

Se le dissonnanze cognitive hanno creato i disastri che hanno creato in occasione dell' introduzione dell' Euro, allora il fatto di liberare i dipendenti dalla trattenuta fiscale e di lasciare nelle loro mani uno stipendio maggiorato di un terzo, avrà effetti psicologici imprevedibili, i complessi di inferiorità che alimentano una certa invidia sociale ne uscirebbero forse ridimensionati.


Sul punto vedasi l' articolo di Gentili, Sole 22.1.2008 p. 16