Vi sono piaciuti "Gli Indifferenti" letti da Toni Servillo?
Qualsiasi sia la risposta una cosa mi sento di dirla: grazie Alberto. Grazie per averci risparmiato.
Qualsiasi sia la risposta una cosa mi sento di dirla: grazie Alberto. Grazie per averci risparmiato.
***
Premetto di aver letto questa storia da poco e non so ancora se l' effetto del racconto sia già calato dentro di me. Comunque un paio di ideuzze me le sono fatte.
Io tremo quando nei libri che descrivono argutamente i nostri accrocchi borghesi - sempre intasati da vaniloqui ed ipocrisie più o meno patenti - si fa largo fino a profilarsi distintamente lo stereotipo a due gambe dell' "Oscuramente Consapevole".
E' un tipo con la faccia lunga come la quaresima. E' "oscuramente consapevole" di una meschina fatalità che incomberebbe su tutti. Ripeto: su tutti. Ma gli altri, a giudicare dai loro sguardi stupidi ed eccitati, non se ne accorgeranno mai per quante sono le faccende che devono spicciare. Invece l' OC non ha mai un cavolo da fare. Quindi non lo freghi tanto facilmente.
Questo qua, innanzitutto lo riconosci subito perchè porta sempre a spasso come un cagnolino al guinzaglio il suo fedele anelito. Trattasi dell' anelito ad una "disperata sincerità". Avanza verso di te, sofferente già dalle prime pagine, quando ancora non è successo nulla. E non ha nessuna intenzione di sgomberare tanto presto il campo.
E' lui il diapason su cui si accorda la lamentosa cetra esistenzialista. A quanto pare sarà il protagonista di tutta la vicenda, t' imbatterai nelle svolte che lo riguardano, se va bene, intorno alla terz' ultima pagina. Ti devi rassegnare alla sua sensibilità estenuata nonchè continuamente oltraggiata dalle grettezze del quotidiano. Per tutto il romanzo nutrirà un profondo disprezzo verso chiunque metta insieme quattro stracci nel tentativo di mantenersi vivo.
L' Oscuramente Consapevole si disancora dalle compagnie assumendo sguardi trasognati, sorrisi sforzati e squallidi. Circondato dal cinismo, il suo genio sta nel costruirsene uno a proprio uso e consumo. Con tanta consapevolezza addosso per lui la vita non arriva mai, è solo uno stanco girotondo di abitudini.
Io tremo quando nei libri che descrivono argutamente i nostri accrocchi borghesi - sempre intasati da vaniloqui ed ipocrisie più o meno patenti - si fa largo fino a profilarsi distintamente lo stereotipo a due gambe dell' "Oscuramente Consapevole".
E' un tipo con la faccia lunga come la quaresima. E' "oscuramente consapevole" di una meschina fatalità che incomberebbe su tutti. Ripeto: su tutti. Ma gli altri, a giudicare dai loro sguardi stupidi ed eccitati, non se ne accorgeranno mai per quante sono le faccende che devono spicciare. Invece l' OC non ha mai un cavolo da fare. Quindi non lo freghi tanto facilmente.
Questo qua, innanzitutto lo riconosci subito perchè porta sempre a spasso come un cagnolino al guinzaglio il suo fedele anelito. Trattasi dell' anelito ad una "disperata sincerità". Avanza verso di te, sofferente già dalle prime pagine, quando ancora non è successo nulla. E non ha nessuna intenzione di sgomberare tanto presto il campo.
E' lui il diapason su cui si accorda la lamentosa cetra esistenzialista. A quanto pare sarà il protagonista di tutta la vicenda, t' imbatterai nelle svolte che lo riguardano, se va bene, intorno alla terz' ultima pagina. Ti devi rassegnare alla sua sensibilità estenuata nonchè continuamente oltraggiata dalle grettezze del quotidiano. Per tutto il romanzo nutrirà un profondo disprezzo verso chiunque metta insieme quattro stracci nel tentativo di mantenersi vivo.
L' Oscuramente Consapevole si disancora dalle compagnie assumendo sguardi trasognati, sorrisi sforzati e squallidi. Circondato dal cinismo, il suo genio sta nel costruirsene uno a proprio uso e consumo. Con tanta consapevolezza addosso per lui la vita non arriva mai, è solo uno stanco girotondo di abitudini.
***
Ma che regalo generoso fa il Moravia a noi lettori risparmiandoci la scena in cui l' "oscuramente consapevole" raccoglie le sue disperse forze per indignarsi e cantarla sul muso al mondo intero!
Non che il buon Michele sia immune dalla tentazione di imboccare il trombone e far salire al cielo il suo canto liberatorio. Ma ogni volta che ci prova esce una nota fessa, cosicchè noi siamo autorizzati a ridacchiare di gusto insieme al nostro amico segreto: il Merumeci Leo.
"Non ti rispondo caro Michele, sei solo un ragazzo...". Leggendo sillabo a fior di labbra queste parole in coro con il Merumeci. Addosso mi sento il trasporto estatico con cui, al cinema da bambini, aizzavamo il buono perchè finisse il cattivo al più presto e senza pietà. Esistenzialiiistiii...Tiè.
Non che il buon Michele sia immune dalla tentazione di imboccare il trombone e far salire al cielo il suo canto liberatorio. Ma ogni volta che ci prova esce una nota fessa, cosicchè noi siamo autorizzati a ridacchiare di gusto insieme al nostro amico segreto: il Merumeci Leo.
"Non ti rispondo caro Michele, sei solo un ragazzo...". Leggendo sillabo a fior di labbra queste parole in coro con il Merumeci. Addosso mi sento il trasporto estatico con cui, al cinema da bambini, aizzavamo il buono perchè finisse il cattivo al più presto e senza pietà. Esistenzialiiistiii...Tiè.
**********************
Parlando dell' Oscuramente Consapevole mi riferivo a Michele, o al limite a Carla. Essendo i due protagonisti del romanzo di un ventenne (o giù di lì) l' elemento autobiografico è pressochè insopprimibile. Questo per dire che la tua proiezione puo' essere ben giustificata. Il mio giudizio sull' uomo è sospeso per mancanza totale di elementi (ho solo un vago ricordo delle folte sopracciglia). Per quanto riguarda l' artista, l' ho visto impegnato in ambienti difficili, aridi, demotivatori di ogni verbalità, prevaricatori di ogni Logos, refrattari ad ogni segnaletica. Vi abbondava solo l' assenza di fenomeni, l' assenza di chiare topologie. In compenso formicolavano distonie spirituali di tutti i tipi. Eppure, in queste condizioni tanto difficili, i potenti microscopi in dotazione naturale al Nostro, lo mettevano in grado di captare una moltitudine di silenziosi sommovimenti dell' animo, cosicchè l' edificio che veniva costruendo finiva per raggiungere volumetrie impressionanti. Mi godo i virtuosismi di questo ammaestratore di pulci soprassedendo alle mille riserve che potrei tirare in ballo su mille altri punti. Chiudo solo con un fulminea opinione che riferisco tralasciandone le motivazioni e con il proponimento di riprenderla in modo più completo altrove: quando le virtù principali del testo sono quelle di cui dicevo sopra, a soffrirne è la lettura radiofonica. |