Un recente dialogo con LF mi ha sollecitato sul tema. In questo genere di scambi si sa come vanno le cose: il tempo di una provocazione frammentaria e tanti chiarimenti lasciati necessariamente mutili.
In fondo è giusto così, sono discorsi abbastanza noiosi che uno ripete a se stesso un paio di volte nella vita.
Tanto per mettere qui un segnalibro, svolgo di seguito alcune considerazioni che mi sembrano rilevanti.
In fondo è giusto così, sono discorsi abbastanza noiosi che uno ripete a se stesso un paio di volte nella vita.
Tanto per mettere qui un segnalibro, svolgo di seguito alcune considerazioni che mi sembrano rilevanti.
- Il diritto naturale deriva dall' osservazione dei fatti una serie di precetti che mette a fondamento del suo edificio. Rothbard oggi rappresenta bene questo approccio.
- Il diritto naturale ha un pregio non da poco: garantisce regole oggettive. Regole che, non venendo a dipendere da nessun soggetto e non essendo soggette ad alcuna contingenza, valgono per tutti ovunque e sempre.
- Il diritto naturale ha un difetto: viola la legge di Hume per la quale un giudizio di valore non può essere ricavato dalla descrizione di fatti naturali.
- L' inconveniente puo' essere aggirato introducendo il concetto kantiano di "giudizio sintetico a priori". Questi giudizi pratici hanno un contenuto di verità che non traggono dai fatti. Ma ecco che, per come li costruisce Kant, si rischia di nuovo di ricadere nel soggettivismo. E' un rischio concreto con degenerazioni storiche documentabili. Ad ogni modo è una via per eludere Hume.
- In realtà si può mantenere il pregio (oggettivismo) eludendo il difetto (legge di Hume). Basta constatare l' esistenza di una "realtà etica". Un mondo costituito da fatti (etici, o istituzionali) ben distinti da quelli materiali. Ci sono ovvi precedenti tutti riconducibili a Platone e al suo mondo delle idee. Tanto per fare un esempio di neo-platonismo nel campo della logica: Godel riteneva che gli enti logici avessero esistenza separata sia rispetto al soggetto che rispetto ai fatti naturali.
- Se esiste un "mondo etico" allora il comando etico non viene "derivato" da un fatto ma "costituisce" un fatto in sè. Un fatto non naturale, ma che accade nel Mondo Etico.
- A questo punto ci si chiede: ma la Legge di Hume merita davvero tanto rispetto considerata la facilità con cui puo' essere elusa? Forse la risposta è no. Meglio sacrificare Hume sotto il rasoio di Occam, meglio evitare la moltiplicazione dei mondi e lasciare che dei Principi Etici vengano reperiti in Natura.
- La legge di Hume esce malconcia da questo trattamento, eppure nulla vieta che continui a valere per discipline quali l' economia, la fisica, la chimica ecc. Ovvero: la Scienza Etica è una disciplina autonoma, le conclusioni delle altre discipline scientifiche non hanno il potere di influenzarla.