lunedì 28 gennaio 2008

Che farsene di Mises?

Lungi da me revocare in dubbio la serietà dello sforzo intellettuale prodotta da questo grande scienziato sociale del secolo scorso. Mi sia permesso però pormi le seguenti 5 domande intorno al suo utilitarismo:
  1. le ipotesi su cui si fonda sono realistiche?
  2. Ci consente di difendere le fondamenta di una società libera?
  3. Ci consente di mettere a punto una politica economica?
  4. Ci consente di formulare previsioni ad ampio respito, magari di carattere storico prima ancora che economico?

Ecco le mie risposte:

  1. No. Mi sembra che Nozick lo abbia dimostrato nel capitolo dedicato al Nostro nei Puzzle Socratici.
  2. No. Mi sembra che Rothbard lo abbia dimostrato nel capitolo dedicato al Nostro nel suo "Etica della Libertà".
  3. Mi sa di no. Senza lo strumento quantitativo è difficile fornire un protocollo al burocrate. Strumento necessario, perlomeno nella fase di mediazione al passaggio verso quel Laissez Faire che sembra auspicare.
  4. Probabilmente sì. Certo, fa una po' impressione che ipotesi di fondo tanto analitiche, poi trovino il loro impiego residuale nella formulazione di previsioni fatte su distanze epocali.

Detto questo vorrei anche aggiungere che, a mio avviso, il Mises opportunamente corretto con una sruzzatina di Rothbard, puo' essere ancora letto con profitto prendendolo alla stregua di filosofo morale.