L’inflazione vien di notte…
Cara nonna,
visto che mi hai sempre messo in guardia dalle catene di sant’Antonio, penso che tu non abbia problemi a comprendere perché il debito pubblico possa costituire un pericolo (cosa che non sembrano capire nemmeno molti economisti). Ma partiamo dall’inizio.
Negli anni settanta, ricordi, ho partecipato con mia sorella alla “catena delle cartoline”: un nostro amico intraprendente ci aveva scritto mandandoci un elenco di indirizzi e invitandoci a spedire una cartolina al primo nome riportato in elenco, nonché una lettera identica alla sua ad altri amici, modificando l’elenco fornito con l’eliminazione del primo nome e la collocazione del nostro in fondo. Se tutto fosse andato per il verso giusto avremmo ricevuto entro pochi mesi “centinaia di cartoline da tutta Italia”. Tu eri scettica e scuotevi la testa, capivi che in queste genere di affari il “verso giusto” raramente viene imboccato. Avevi ragione, cara nonna, di cartoline ne arrivarono ben poche perché la “catena” si era fatalmente spezzata dopo pochi giri. Pazienza, in fondo erano solo cartoline.
Più tardi, ricordo l’avvento tonitruante del “get money”, che funzionava appunto con tessere da vendere a 10000 lire l’una. Ne comprai una ma, ovviamente, fu un fiasco. Erano proprio gli anni 80. Feci tutto di nascosto, tanto sapevo bene che mi avresti condannato senz’appello: “quella roba è fatta per spillare soldi ai gonzi, è tutto un imbroglio!”. Avevi ragione, fortunatamente i miei danni furono contenuti.
Eppure mia madre partecipò ad una di queste catene di sant’Antonio negli anni ’60. Dice di aver guadagnato diversi soldi e con quei soldi si essersi fatta il set di pentole. Mah. Tu non c’hai mai creduto, lo so. Le consideri leggende famigliari.
Più tardi la mia insaziabile avidità fu tentata dalla catena “dell’aeroplano”: entravi con una quota in qualità di “passeggero”, poi, se inoltravi due quote, diventavi “steward” e via via risalivi la piramide fino al grado di primo pilota. Ogni primo pilota incassava un milioncino offrendo la cena a tutti (e ti credo!). E così via. Ricordo una mia amica che mi proponeva con insistenza di partecipare, visto che era già avanti con la catena, ma, memore della tua maledizione, declinai l’invito. E feci bene! Lei ci rimise non poco.
Alcuni amici di recente sono incappati in una catena chiamata “Carpe diem” in cui si doveva vendere un tot di quote di multiproprietà per diventare a propria volta proprietari di villette al mare. Personalmente sono fuggito a gambe levate. E, per quel che ho saputo, feci ancora strabene. Grazie nonna!
***
Ma c’è una catena, cara nonna, dalla quale nessuno di noi, né io né te, può fuggire: quella del debito pubblico italiano.
Perché faccio questo ardito parallelo? In fondo con il debito pubblico abbiamo fatto tante belle cose nel nostro paese. Sia io che te ne abbiamo beneficiato. Quando ne senti parlare al telegiornale non scagli la consueta maledizione che di solito riservi alle comuni “catene”. Dove puo’ annidarsi la parentela tra il diavolo e l’acqua santa? In fondo, anche le diaboliche catene hanno fatto del bene (ai primi partecipanti), il che dovrebbe insospettirci. Ma vediamo meglio.
Prima di tutto, occorre farsi un’idea di cosa sia la finanza.
Primo: i debiti sono strumenti finanziare e gli strumenti finanziari sono promesse. Le promesse sono l’architrave su cui si regge la finanza.
Quando uso i soldi, sto usando una promessa costruita socialmente: c’è tra noi una convinzione auto-rinforzante che la figurina di un personaggio famoso defunto (banconota) che ti ho dato in cambio di un biscotto può a sua volta essere utilizzata da te per ricomprarti il biscotto che hai venduto a me.
Quando scambiamo biscotti con biscotti, si chiama baratto. Nessuna economia altamente sviluppata può funzionare con il baratto.
Quando scambiamo biscotti con promesse, si chiama attività economica. Gli statistici governativi cercano di catalogare e ordinare questi scambi in modo da ricavarne il famoso PIL.
Quando scambiamo le promesse per altre promesse, si chiamafinanza.
Capito nonna cos’è la finanza?
Quello che voglio dire: tutti gli strumenti finanziari sono una costruzione sociale. Accetto uno strumento finanziario in pagamento solo perché credo che in futuro lo potrò trasformare in biscotti. Ce lo siamo promessi in società e io mi fido.
Supponiamo che la settimana prossima il nostro pianeta impatterà un asteroide e la sua sorte è segnata. A quel punto, mi piacerebbe godermi un’ultima avventura spendendo tutte le mie risorse finanziarie, ma non sarei in grado di farlo perché nessuno accetterebbe più promesse. Non possono esistere promesse in assenza di futuro. Di conseguenza, tutti gli strumenti finanziari, compresi i soldi, sarebbero inutili. In breve, con lo scenario dell’ asteroide, torneremmo al baratto. Tu nonna, avendo vissuto la guerra, forse sai cos’è il baratto.
Le catene collassano puntualmente di colpo, da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, da un secondo all’altro. Esplodono impattando contro un asteroide. Ogni catena ha il suo asteroide, anche se quasi sempre non è un asteroide vero e proprio. L’asteroide fa crollare la fiducia nel futuro e la mancanza di fiducia è contagiosa: in un lampo si diffonde ovunque. Lavora di nette, ti svegli e sei in un altro mondo.
Supponiamo che io faccia alcune promesse personali in cambio di denaro. Le faccio ad Ahmed e a Barbara. Prendo i loro soldi e li uso per me. Ora, supponiamo che io non possa mantenere le mie promesse. Quando Ahmed e Barbara vengono chiedendomi di onorarle io prendo tempo, chiedo di poterle rinnovare rendendole ancora più appetitose. Questo fatto rende contento Ahmed, quanto a Barbara la placo dandole i soldi ottenuti da Carlo in cambio di una promessa impegnativa. Nel frattempo faccio altre promesse ad Alberto e Denise prendendomi i loro soldi.
Ecco, posso continuare ad agire così finché trovo nuove persone disposte ad accettare le mie promesse. Questa dinamica è nota nel mondo della finanza come schema di Ponzi, una cosa destinata a crollare con fragore non appena si riducono le persone disposte ad accettare le mie promesse.
Il crollo di uno schema di Ponzi è necessariamente improvviso e imprevedibile. Se tutti avessero capito che dietro a quel debito c’era uno schema Ponzi, allora nessuno avrebbe accettato le mie promesse, lo schema può procedere solo fintantoché posso attingere a persone inconsapevoli, oppureconsapevoli che le altre sono inconsapevoli.
Quando il tran tran della finanza è regolare, le promesse di solito vengono onorate. A volte capita qualche intoppo, come il fallimento di un’impresa, qualcuno ci rimette ma non è la fine del mondo. Tuttavia, a volte la finanza degenera in uno schema Ponzi, come nel caso di Bernie Madoff che ha cominciato a rimborsare i vecchi clienti con i soldi ricevuti dai nuovi. Un po’ come fa il governo.
Sì perché, cara nonna, il governo è specialista in promesse; si puo’ dire che il mestiere del politico consista nel fare promesse; più promesse, più biscotti. Le promesse fatte con gli interessi si chiamano titoli di stato, quelle fatte a interesse zero si chiamano soldi.
Alcune promesse molto importanti che il governo fa sono incorporate nei cosiddetti “diritti acquisiti”. Non è possibile avere una promessa scritta per chi andrà in pensione, ma quando è il tuo turno t’incazzi se la promessa non viene mantenuta, e soprattutto potrai contare sull’appoggio di una delle lobby più potenti del mondo, quella del sindacato pensionati, qualcosa che nessun politico oserebbe sfidare tagliandoti i benefici.
Se il governo è in grado di mantenere tutte le sue promesse, allora è impegnato nella finanza ordinaria. Se non è in grado di soddisfare le sue promesse, la finanza pubblica non fallisce semplicemente come farebbe un’attività economica, ma degenera e collassa in uno schema Ponzi che tira giù l’intera civiltà di un paese.
Come siamo messi ora? Le opinioni differiscono. La maggior parte di noi si comporta facendo finta di nulla, ovvero dando fiducia al governo, anche se alcune analisi suggeriscono il contrario. In fondo l’inflazione – ovvero lo scricchiolio che ci avverte che sta venendo giù la casa – è ancora bassa.
Il crollo dello schema Ponzi comporterà una perdita di fiducia negli strumenti finanziari emessi dal governo. Ciò includerebbe una perdita di fiducia nel valore futuro del denaro. Proprio come nello scenario degli asteroidi, le persone cercherebbero di sbarazzarsi dei soldi il più velocemente possibile (una promessa non vale nulla in assenza di futuro). I paesi che hanno sperimentato l’iperinflazione illustrano bene il punto. L’iperinflazione si traduce in un collasso nell’ordinaria attività economica e le persone tornano di fatto al baratto. Certi discorsi di Di Maio, lo ammetto, mi fanno venire in mente l’asteroide.
Come abbiamo visto, la sfiducia è contagiosa, si diffonde in un lampo. Quando il virus parte, ci mette un nano-secondo a contagiare tutti, specie se il mondo è iper-connesso come oggi. Uno va a letto la notte dicendosi “ma sì, l’inflazione è ancora bassa!” e si sveglia con l’iperinflazione che ha azzerato i suoi risparmi. E’ un collasso di civiltà, come dicevo. L’inflazione vien di notte (e parte come le valanghe: da un fiocco di neve che cade di traverso).
Nonna, sono sicuro che hai capito. Posso fidarmi?
https://medium.com/@arnoldkling/modern-ponzi-theory-bb094872e2dc
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