lunedì 1 aprile 2019

TEOLOGIA DEI CERVELLI DI BOLTZMAN

TEOLOGIA DEI CERVELLI DI BOLTZMAN

Io non sono un cervello di Boltzmann, e tu?

Piccola spiegazione (8 righe). Vediamo cosa ci dice la fisica e prendiamolo per buono. Quando il caos fluttua dà origine in modo casuale a sistemi ordinati destinati poi a rientrare nel caos, tra questi ci sarebbe il nostro universo. E’ tutta una questione di probabilità: anche un morto potrebbe risorgere senza nessun miracolo. Tra questi “ordini” temporanei possibili potrebbe esserci il cervello di Boltzmann, ovvero il nostro cervello: una “macchina” che ci consente di vivere la vita che stiamo vivendo. E’ improbabile ma possibile.

Ora, chi crede sul serio di essere un cervello di Boltzmann? Nessuno. Perché? Perché, appunto, la cosa è altamente improbabile!

Eppure, quasi tutti credono che il mondo sia reale. Qui si crea un paradosso perché - secondo quanto ci dice la fisica - la possibilità che il mondo sia reale è molto-molto-molto-molto più piccola di quella necessaria perché dal caos abbia origine casualmente un cervello di Boltzmann. Il motivo è chiaro: un universo reale costituisce un ordine più vasto rispetto a quello costituito da un cervellino di di Boltzmann.

Come mai tra le due possibilità noi puntiamo su quella molto-molto-molto meno probabile?

Motivi possibili:

1) Perché esiste un Dio?

2) Perché il tempo è finito?

3) Perché non ha senso chiedersi il perché?

4) Perché crediamo che gli universi siano infiniti?

5) Perché... mi hai convinto, dono un cervello di Boltzmann!