In azienda, al party, al meeting… tutti ci presentiamo con un abbigliamento rilassato. Camicia, giacchetta, un jeans e via… Viviamo nella società del casual.
Perché ormai il casual è la regola?
Ipotesi: perché favorisce la segregazione consentendo di segnalare al meglio il proprio status.
L’abito era un modo di segnalare la propria condizione, ora che questa via è preclusa chi soffre di più sono gli outsider.
Viviamo nella società del casual perché viviamo nella società della segregazione.
E’ un’ipotesi che trovo abbastanza convincente.
Ecco un ulteriore argomento.
Lo status viene perlopiù segnalato rinviando al proprio potere economico e alla propria conoscenza.
Ora, teniamo presente che l’alternativa all’abbigliamento casual è l’abbigliamento classico elegante.
L’alternativa casual/classico consente di segnalare bene il proprio potere economico, un vestito classico costa di più un jeans e una maglietta.
Tuttavia, anche l’alternativa casual/finto casual assolve a questo compito (e forse ancora meglio). Ormai molti capi casual hanno prezzi che superano le alternative classiche.
D’altra parte, l’alternativa casual/classico non segnala conoscenza: il classico è tale perché noto a tutti. Se ho i fondi non c’è nulla di più facile che farsi un completo classico.
L’alternativa casual/finto casual è invece più criptica e segnala conoscenza. Non è affatto facile essere vestiti “giusti” quando si veste casual: il diavolo è nei dettagli.