venerdì 12 maggio 2017

Due tipi di mentalità: scientifica e no

Una buona classificazione è una mezza soluzione.
Tuttavia, la cosa più difficile è classificare gli uomini, anche per questo il pensiero umanista sembra meno rigoroso.
Un aiuto a classificare in modo significativo gli uomini in due gruppi ci viene dalla storiella di Newcomb. Ascoltatela e schieratevi.
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Un Essere Superintelligente (ES) scende sulla terra da Marte dando prova ripetutamente di saper leggere nella mente degli uomini e di poter prevedere le loro azioni.
Un bel giorno ES ci convoca nel suo laboratorio dove ci sono due scatole: una nera e una trasparente. Nella seconda è possibili scorgere la presenza di 100 euro.
ES: “ora scegliete se 1) portarvi via la scatola nera o 2) portarvele via entrambe.
Sappiate però che io sono in grado di prevedere la vostra scelta e sappiate anche che ho messo 1.000.000 di euro nella scatola nera qualora la scelta prevista da me (che vi taccio) fosse stata 1).”
Io opto subito per 2): che ci sia o no il milione di euro, io mi porto via tutto garantendomi 100 euro in più.
Il mio amico opta per 1): ES ha dato continuamente prova di poter prevedere il futuro, quindi è il caso di fidarsi e scegliere 1).
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Tesi: il mio amico ha una mentalità scientifica, io una mentalità astratta.
Lui fa affidamento sui fatti, io sulla logica.
Io credo nell’analisi, lui nella sintesi.
Io credo nelle affermazioni apriori, lui nell’esperienza.
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Facciamo un caso più estremo: Alfredo è più alto di Luigi che è più alto di Giorgio. Domanda: chi è più alto tra Alfredo e Giorgio?
Io: senza alzarmi dal tavolino: “Alfredo”.
Il mio amico: misura e poi dice: “Alfredo”.
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E voi siete dei tipi scientifici come il mio amico o metafisici come me?
Molti filosofi contemporanei ambiscono ad essere “scientifici”, arrivano a negare l’esistenza di proposizioni analitiche, ovvero di proposizioni vere per definizione.
La loro negazione è interessante: dicono che poiché tra le parole non esiste la relazione di “sinonimia”, allora non esistono neanche proposizioni analitiche.
Due parole sono sinonime se sono intercambiabili in qualsiasi affermazione, e non esistono parole intercambiabili.
Due” e “2” non sono intercambiabili, per esempio. Considerate l’affermazione “Due è una parola con tre lettere”. Vi sembra che siano sostituibili?
E’ una dimostrazione ingegnosa ma, secondo me, chi sostiene l’ “esistenza” ha argomenti più forti: tutti noi sappiamo produrre  centinaia di proposizioni analitiche non ambigue: “ogni rettangolo ha quattro lati”, “ogni gatto è un gatto”... Si tratta affermazioni ben diverse da “ogni rettangolo è blu”, oppure “ogni gatto è tigrato”. Tutti percepiamo la differenza, dimostrare che non esiste è una perdita di tempo.
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Proposizioni analitiche, verità a priori, astrazioni… tutto puzza di metafisica l’uomo moderno ne rifugge (scegliendo 1). Non l’uomo di buon senso: perché mai negare l’evidenza?
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Da notare che chi sceglie 2) implicitamente fa anche affermazioni empiriche che andrebbero verificate: non è possibile che il futuro determini il passato. E’ un’affermazione più che ragionevole ma resta un’affermazione empirica che l’esistenza di ES mette in discussione.
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