GIOVENTÙ STUDENTESCA E IL NODO DELLA VIOLENZARead more at location 4945
Gs fu vista con sospetto dalle gerarchie ecclesiastiche che, temendone l’eccessiva indipendenza, imposero al movimento d’integrare le proprie attività in quelle dell’Azione cattolica e della Fuci.Read more at location 4948
Giussani fu invitato dal vescovo di Milano Giovanni Colombo a trasferirsi negli Stati Uniti,Read more at location 4949
Giussani, con la sua particolare formazione, aveva impresso a Gs un’identità specifica che attingeva a diversi filoni culturali cristiani, dal modernismo al personalismo, dall’esistenzialismo ad alcuni elementi della tradizione ortodossa e protestanteRead more at location 4951
Si trattava di una rottura con la rigida impostazione dell’Azione cattolica degli anni cinquanta, subordinata alle logiche di un intransigente anticomunismo. Giussani puntava, invece, a ridare centralità alla dimensione religiosa e alle esperienze di fede in un contesto giovanile avvertito come sempre più distante dagli insegnamenti della Chiesa 172. Gioventù studentesca si proponeva, così, di formare una nuova generazione di cristiani, in grado di misurarsi con la modernità (Gs, a differenza delle altre strutture dell’Ac, non conosceva la distinzione tra rami maschili e femminili)Read more at location 4954
La critica all’antifascismo, l’attenzione ai problemi della nascente Unione europea, l’anticomunismo inteso come battaglia culturale, la fedeltà alla Chiesa caratterizzarono le prime riflessioni di Gs, in cui coesistevano idee diverse sulla politica, sulla religione e sul mondo dell’educazioneRead more at location 4960
Nel progetto di Giussani, la partecipazione alle missioni aveva un ruolo pedagogico fondamentale. I giovani, infatti, avrebbero avuto l’occasione di sperimentare l’«integralità» della «vita cristiana» in tutte le «sue dimensioni e in tutta la sua intensità»Read more at location 4965
Sebbene parte di un più generale moto di riflessione critica sul cristianesimo, Gioventù studentesca prese gradualmente le distanze dalle tendenze democratizzanti ed egualitarie provenienti dal dissenso cattolico, proponendo il modello di una comunità fortemente coesa e gerarchica, in nome della difesa della tradizione e dell’autorità della ChiesaRead more at location 4974
Il dibattito era nato dopo le polemiche suscitate dalle posizioni assunte da Gs in occasione dello scandalo della «Zanzara», il giornalino del liceo Parini di Milano che, com’è noto, fu denunciato per oltraggio al pudore dopo la pubblicazione, nel 1966, di un’inchiesta sul comportamento sessuale degli studenti. Contrariamente a gran parte del mondo studentesco, schieratosi in difesa dei giovani del liceo, Gs prese le distanze dalla «Zanzara»,Read more at location 4980
A suscitare impressione era l’intransigenza dei giessini nella vita studentesca, la dimensione accentratrice e autoritaria del loro movimento, l’influenza sull’intera organizzazione di Giussani, considerato come un leader carismaticoRead more at location 4984
In effetti, l’insegnamento di Giussani prefigurava un impegno totalizzante, fondato sulla centralità e sull’esclusività della comunità cristiana,Read more at location 4987
il confronto con i missionari e i giovani di ritorno dalle comunità in America Latina radicalizzò le posizioni di alcune sezioni di Gs,Read more at location 4994
le posizioni del cattolicesimo del dissenso fecero breccia in Gs.Read more at location 4996
Appare significativa, a questo proposito, l’evoluzione del foglio «Il Ponte», una circolare interna al movimento di Parma. Dall’analisi dei problemi studenteschi si arrivò presto all’esigenza di un dialogo con i marxisti,Read more at location 4997
La guerra in Vietnam, infatti, spinse Gs ad abbracciare la linea pacifista, sostenendo l’azione diplomatica della Santa Sede. Quando s’intensificò l’impegno militare degli Stati Uniti e iniziarono i bombardamenti contro le popolazioni civili, tuttavia, affiorarono in Gioventù studentesca, come nelle altre realtà giovanili cattoliche, dubbi sulla capacità dei metodi di lotta non violentiRead more at location 5002
Sebbene la tematica resistenziale fosse centrale e l’antifascismo un tratto saliente dell’identità dei Protagonisti, sull’omonima rivista erano ospitati interventi di segno opposto. Come nel caso di Claudio Mutti, intellettuale di estrema destra, militante in Giovane Europa,Read more at location 5007
Fu Claudio Mutti a mettere in discussione il pacifismo allora predominante nei Protagonisti,Read more at location 5013
In breve tempo, infatti, si moltiplicarono gli interventi in sostegno dei vietcong e di condanna del ruolo della Nato 189. Di qui, la critica nei confronti della società dei consumi, vista come una delle forme di dominio degli Stati Uniti, e l’esigenza di dar vita a un’autentica rivoluzione, che fosse in grado di riscrivere i rapporti di potere nel paese.Read more at location 5023
Scriveva a questo proposito don Pino, un prete vicino a Gs: «Sono cristiano e qualche volta, forse per sete di giustizia, mi sorprendo a fantasticare di correre a raccogliere il mitra di Guevara, per non sentirmi un verme o un vigliacco».Read more at location 5033
Continuava don Pino: «si può ammazzare un uomo tramite la legalità, con la stessa facilità con cui lo si può ammazzare con un fucile […]. In casi simili nessuno può onestamente dire che si tratti di situazioni di pace, di ordine, di legittimità».Read more at location 5037
Accettare passivamente l’ingiustizia, ce ne fa diventare COMPLICI.Read more at location 5042
In queste posizioni era evidente l’influenza delle tesi di padre Camillo Torres, secondo cui la violenza, in determinate circostanze, poteva divenire uno strumento lecito, consentito dalla stessa dottrina cristiana.Read more at location 5047
Questo sincretismo non era affatto raro e rifletteva, anzi, la lacerazione e il disorientamento prodotti da quell’intensa stagione di cambiamenti culturali e sociali. In Gioventù studentesca un simile tratto era ancora più evidente per la particolare natura del movimento, orientato al confronto e alla contaminazione con le più diverse ideologie e filosofie politiche. Ne sono riprova le pubblicazioni della casa editrice Jaca Book, fondata nel 1966 in ambienti vicini a Gs,Read more at location 5048
Trovarono spazio gli autori del marxismo eretico come Rosa Luxemburg o della sinistra comunista 196; i pensatori dell’anarchismo come Daniel Guérin 197; gli interventi di alcuni esponenti della contestazione studentesca come Luciano Della Mea, Roberto Massari, Hans-Jürgen Krahl 198; i testi della tradizione terzomondista da Carlos Romeo a Fidel Castro, fino ai documenti prodotti dai movimenti di guerriglia in America Latina 199. Trovò posto anche il manuale di guerriglia di Emilio Lussu Teoria dell’insurrezioneRead more at location 5055
Numerosissimi erano poi i volumi di teologia, dove spiccavano i titoli delle opere che avevano formato il dissenso cattolico 200. Non pochi, infine, erano gli studi settoriali, pubblicati assieme ai classici del pensiero rivoluzionario. Tra questi, l’indagine sulle case di rieducazione per minorenni condotta da Giovanni Senzani, futuro dirigente delle Brigate rosse, in quel frangente consulente della Cisl 201.Read more at location 5062
la maggioranza dei vescovi, grazie all’iniziativa di monsignor Bartoletti, si espresse in favore della scelta religiosa, facendo propri gli indirizzi decisi dal Vaticano II e dichiarando di voler riaprire il dialogo con la galassia del dissenso cattolico.Read more at location 7332
La lezione del referendum sul divorzio era stata chiara: il mondo cattolico e la stessa Chiesa si erano divisi, acuendo la distanza tra il paese e i precetti del magistero ecclesiastico.Read more at location 7336
maggiori autonomie al laicato e alle strutture periferiche come i consigli diocesani e parrocchialiRead more at location 7338
Il processo di secolarizzazione si era tradotto nella scristianizzazione della popolazione, complice uno sviluppo industriale selvaggio, non guidato dalla politica e delegato alla competizione sfrenata delle forze economiche.Read more at location 7344
il vuoto etico prodotto dal dilagare dei consumi e dall’abbandono di ogni forma di solidarietà collettiva.Read more at location 7347
dall’esecutivo di solidarietà nazionale guidato da Andreotti,Read more at location 7351
Berlinguer aveva rielaborato la sua proposta di compromesso storico, enfatizzando l’incontro col mondo cattolico, visto come la risposta al degrado morale del paese. Nel confronto epistolare pubblico iniziato nel luglio 1976 con monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, il segretario del Pci indicava come comuni prospettive, tra cattolici e comunisti, il superamento del capitalismoRead more at location 7353
Per altro verso, la strategia di Berlinguer s’incontrava con quella di Moro sul tema della moralizzazione della vita pubblica e dell’austerità di fronte alla crisi del modello di sviluppo consumistico.Read more at location 7357
Una strategia incompiuta, com’è noto, a causa del rapimento e dell’uccisione di Moro da parte delle Br nel 1978.Read more at location 7362
I giovani cattolici parteciparono in forze al movimento del ’77:Read more at location 7382
L’area del dissenso e le comunità di base tentarono un collegamento con la protesta.Read more at location 7386
le masse proletarie non avrebbero seguito il Pci nella sua marcia di avvicinamento al potere e sarebbero state disponibili per un’opzione politica estrema. Era un calcolo completamente sbagliatoRead more at location 7389
molte comunità di base s’irrigidirono nella difesa dell’ortodossia marxista, nel tentativo di fondare un’«esegesi materialistica della Bibbia» 178, con l’intento di creare una teoria scientifica della rivoluzione per preparare il militante «nella lotta di classe, nella lotta del proletariato contro il capitalismo, per la costruzione di una società socialista» 179. V’era perfino chi aveva promosso incontri ecumenici con i gruppi di cristiani della Repubblica Democratica Tedesca, presa come modello di socialismo realizzato in cui era possibile armonizzare il marxismo con la religione 180.Read more at location 7392
I Cristiani per il socialismo parteciparono alla mobilitazione, portando al loro interno istanze e temi espressi dal movimento, come la questione femminista.Read more at location 7404
Franco Rodano, che aveva visto nelle esplosioni di rabbia giovanile una tensione religiosa rivolta verso l’assoluto, un’insofferenza nei confronti del mondo che tradiva il bisogno di valori più alti 184.Read more at location 7407
Si affermarono, infine, nuovi movimenti, per esempio il gruppo Febbraio ’74 (in cui militavano i figli e alcuni giovanissimi amici di Aldo Moro), partecipe delle lotte degli operai, dialogante con la Chiesa e politicamente orientato verso diversi referenti: dalla sinistra democristiana al Pci, dai Cps al movimento studentesco 187.Read more at location 7413
Nel 1977 si registrarono 407 episodi di violenza, 1111 attentati non rivendicati, 287 attentati rivendicati, di cui 46 portarono al ferimento grave o all’uccisione di persone 188.Read more at location 7425
Rispetto a questo dibattito, la posizione del mondo giovanile cattolico coinvolto nella protesta fu incerta, anche se si tentò di contrastare la linea militarista sostenuta dagli autonomi con appelli alla pratica della non violenza 196. Troppo diffusa era però la tendenza a proporre diverse gerarchie di violenza, per cui, alla fine, era sempre quella del profitto economico a essere ritenuta più grave,Read more at location 7447
Giovanni Franzoni: «Io non discuto in astratto con gli oppressori se la rivoluzione armata sia o no legittima. Così non si fa un passo. Prima si decide di cambiare l’attuale assetto sociale che opprime, sfrutta ed emargina e poi, con chi questa decisione ha preso, si discute dei metodi di lotta» 198.Read more at location 7452
Giovanni Franzoni: Non dobbiamo d’altronde meravigliarci che Gesù opponga violenza a violenza disarmata ma non perciò meno disobbediente, dissacratoria e sovversiva, giacché […] leggiamo nel capitolo decimo di Matteo il rovente discorso di Gesù sul regno in cui parla di persecuzioni ed uccisioni che la sua parola violenta e liberatrice susciterà. E lui stesso afferma: «Non crediate che io sia venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre» (Mt, 10, 34 ss.)Read more at location 7462
LE AMBIVALENZE DI COMUNIONE E LIBERAZIONERead more at location 7468
Note: CL condivide il pessimismo dei dissenzienti: il capitalismo scristianizza. Ma ritiene che il marxsismo sia anche peggio. X qs spostiene la DC e proclama che la salvezza è solo nella Chiesa CL eredita da GS l' anticapitalismo antiborghese e sviluppa un rapporto ambiguo con la violenza Edit
Confronti», foglio delle comunità cristiane di base di Carpi, nell’aprile 1977: L’unico, il vero obiettivo è fermare questa marcia funebre verso l’incognito; invertire la rotta, mortificare le spinte individualistiche per dare corpo alla comunione ecclesiale, alla socialità, al collettivismo. Rifiutare il comodo del profitto, per scoprire la necessità dei consumi sociali, dei bisogni primari, dell’eguaglianza morale, non solo economica. Distruggere il mito degli abbagli del capitalismoRead more at location 7468
l’automazione delle catene di montaggio in fabbrica, i licenziamenti in tronco degli operai, l’accresciuta domanda di beni di consumoRead more at location 7475
Alcuni interventi individuarono, però, nella costruzione di un impegno radicale la possibilità di uscire dalla crisi mortale in cui versava la cristianità 203. Su posizioni analoghe era giunta la riflessione interna a Comunione e liberazione, il movimento di don Luigi GiussaniRead more at location 7479
Cl, tuttavia, elaborò conclusioni diametralmente opposte a quelle del dissenso cattolico.Read more at location 7482
Come nelle comunità di base o nei Cristiani per il socialismo, vi era una forte componente anticapitalista, ma declinata in termini differenti: la liberazione dell’uomo, infatti, sarebbe potuta venire unicamente all’interno della comunità cristiana, non essendoci al di fuori di essa nessuno spazio di autonomia e di eticità.Read more at location 7485
Riprendendo una tesi di Del Noce, inoltre, Cl ritenne che il marxismo e i partiti di sinistra fossero organici al neocapitalismo e, anzi, l’eventuale presa del potere da parte del Pci avrebbe portato alle estreme conseguenze la secolarizzazione 206. Ragion per cui, Cl decise di sostenere la Democrazia cristiana,Read more at location 7489
un manifesto programmatico caratterizzato dagli accesi toni anticomunisti e anticapitalisticiRead more at location 7493
perplessità nelle gerarchie ecclesiastiche e nello stesso Paolo VI, che impiegarono tempo a riconoscere il carisma della nuova aggregazione.Read more at location 7495
Le sue attività divennero oggetto dell’attenzione della sinistra extraparlamentare (e non solo), che avvertì la presenza di un pericoloso concorrente 209. Le comunità di base denunciarono la subordinazione di Cl al magistero ecclesiasticoRead more at location 7498
Cl stava colmando il vuoto lasciato dalle strutture tradizionali cattoliche, aggregando attorno a sé gli studenti di orientamento moderatoRead more at location 7503
gli esponenti e le sedi di Cl furono oggetto di aggressioni e perfino di attentati da parte dei gruppi armati. L’11 luglio 1977, per esempio, le Br gambizzavano a Roma il dirigente Mario Perlini. Pochi mesi dopo, a Milano, un commando brigatista feriva Carlo Arienti, militante di Cl e consigliere Dc al comune.Read more at location 7505
Rocco Buttiglione accusò il Partito comunista di essere il mandante e il beneficiario di queste violenze, rivendicando il ruolo di Comunione e liberazione come pacifico difensore delle posizioni dell’episcopato italianoRead more at location 7508
il movimento di Giussani aveva elaborato nei confronti della violenza un rapporto ambivalente, nonostante la condanna ripetutamente espressa dal suo leader carismaticoRead more at location 7510
Comunione e liberazione, infatti, aveva ereditato da Gs la componente anticapitalistica e antiborgheseRead more at location 7512
I giovani di Giussani ripresero perfino temi e retoriche dell’antifascismo più combattivo 216. Alcuni suoi iscritti, infatti, erano stati oggetto di aggressioni da parte degli estremisti di destraRead more at location 7514
convegno Nelle università per la liberazione, svoltosi a Milano nel 1973,Read more at location 7519
il gruppo aspirava a una liberazione totale dell’uomo, ben oltre la soppressione delle ingiustizie nelle strutture sociali.Read more at location 7520
Nel suo intervento, Rocco Buttiglione denunciò le insufficienze del riformismo, funzionale, nella sua visione, alla fase di espansione imperialistica del capitalismo italiano.Read more at location 7523
era poi centrale il tema del neocolonialismo nel Terzo Mondo, cui si contrapponevano i modelli di società dove era stata realizzata integralmente la liberazione dell’uomo: la Corea del Nord e il VietnamRead more at location 7526
Il tema della violenza non venne affrontato direttamente. Poco o nulla, infatti, venne detto sulle modalità di contrasto alla minaccia rappresentata dalla società neocapitalista. Un silenzio che caratterizzò a lungo il movimentoRead more at location 7529
gli studi sulla riscoperta del brigantaggio meridionale, visto come reazione al «colonialismo italiano»,Read more at location 7532
il sistema democratico era riconosciuto, ma il fulcro della vita pubblica dovevano essere le comunità cristiane, modello di società esemplari. Fu per questo motivo che diversi militanti cattolici partecipi della contestazione studentesca del 1968, attratti dalla radicalità del gruppo, si avvicinarono, sul finire degli anni settanta, al movimento di Giussani.Read more at location 7536
Cl riuscì ad avvicinare alcuni ex appartenenti dei gruppi armati, tra i quali Marco Barbone, membro della Brigata XXVIII Marzo, responsabile dell’omicidio di Walter Tobagi, ucciso a Milano il 22 maggio 1980 222. Attraverso un processo di sostituzione dell’ideologia con una fede altrettanto totalizzante,Read more at location 7539