martedì 30 maggio 2017

La famiglia secondo l'economista

In questo articolo mi pongo 5 domande chiave: 1) perché il matrimonio nella storia dell’uomo? 2) perché sempre più divorzi? 3) perché sempre più figli fuori dal matrimonio? 4) perché sempre meno figli? 5) cosa mettere al centro di una campagna per la natalità?
Qui mi limito alle risposte fornite dall’economista.
Perché il matrimonio?
Le relazioni intime sono difficili da dismettere: se durano una vita è un affarone per tutti. L’economista dice che in casi del genere i sunk cost sono elevati.
Che la dismissione delle relazioni intime sia costosa lo sa persino l’uomo informato dai giornali e che legge tutti i giorni di “femminicidi”. Bè, se solo andasse un po’ oltre ai giornali saprebbe anche quale catastrofe inattesa sia il divorzio tra persone non benestanti.
Ma c’è un altro motivo che rende il matrimonio conveniente: perché stipulare centomila contratti quando se ne puo’ stipulare uno; il matrimonio instaura un’ economia di scala sui quelli che l’economista chiama costi di transazione. E’ vero che il matrimonio implica obbligazioni generiche ma tra persone che si amano specificare non è necessario, di volta in volta la cosa verrà da sè. Tra estranei, al contrario, ogni piccola incombenza richiede estenuanti contrattazioni.
Perché i divorzi sono aumentati?
Un tempo il matrimonio era tra diversi (incastro), oggi è tra simili (accostamento).
Disincastrare è più costoso che scostare.
Ma perché oggi il matrimonio è tra simili?
Essenzialmente perché il costo del tradizionale lavoro femminile è collassato. Motivi: 1) elettrodomestici e 2) mercato esteso.
Mi sembra superfluo chiarire l’effetto degli elettrodomestici. D’altro canto, il mercato esteso genera specializzazione e quindi 1) baby sitterdonne delle pulizie… a basso costo e 2) lavori esterni alla famiglia e adatti alla donna (ricordiamoci che nell’era industriale la paga femminile era meno della metà di quella maschile, altro che gender gap…).
Poi c’è la questione del sesso. Un uomo si sposava anche per assicurarsi la sua razione quotidiana. Oggi, con l’aborto, la pillola, la prostituzione e la pornografia diffusa a costo zero il sesso senza matrimonio non è più un problema insormontabile.
Volendo accennare ad un altro fattore, pensiamo a come si lega lo stigma sociale con il problema del timing matrimoniale: nel matrimonio la donna dà di più all’inizio (quando i figli sono piccoli) mentre l’uomo da di più dopo (quando ha fatto carriera). Una situazione del genere si espone al rischio di tradimento: allorchè l’uomo è chiamato a contribuire, scappa con una tipa più giovane. Lo stigma di vigliaccheria che un tempo portava con sé un atto del genere è ormai acqua passata..
Perché aumentano i figli illegittimi?
Perchè il welfare ti paga per farli e tu li fai. Probabilmente anche la cultura incide: nei paesi cattolici il fenomeno è meno diffuso.
Obiezione: ma il fenomeno si presenta anche nei paesi con welfare scadente.
Possibile spiegazione: siccome le donne sono in numero sempre più superiore rispetto agli uomini, il loro potere contrattuale diminuisce cosicché non riescono a strappare promesse matrimoniali prima del rapporto sessuale.
Ma perché questa disparità nei numeri? Incidenti sul lavoro, criminalità, contrasto alla criminalità… : le imprese rischiose sono quasi sempre ad appannaggio dei maschi. Ebbene, prima compensava in buona parte la morte da parto, oggi che la morte da parto è in caduta libera la discrepanza nei numeri si allarga.
Naturalmente, in questa perdita di potere contrattuale femminile incide anche quanto dicevamo prima: l’accesso sempre più facilitato al sesso.
Perché così pochi figli?
Spiegazione dubbia: perché le donne oggi sono più forti nel matrimonio e  vogliono meno figli (non è vero, basta fare un sondaggio).
Spiegazione dubbia: perché le pensioni e gli altri strumenti finanziari sostituiscono il contributo dei figli (vero solo in parte, i figli sono sempre stati un costo netto per i genitori).
Spiegazione dubbia: perché la pillola consente di controllare le nascite (ma il calo demografico è cominciato ben dopo l’introduzione della pillola).
Spiegazione centrata: si ritiene che esita un trade-off tra qualità e quantità dei figli cosicché si opta per la prima sacrificando la seconda.
Corollario: la competizione sociale oggi è spesso una competizione tra genitori nell’offerta ostentata di molte opportunità ed esperienze ai figli. Solo con pochi figli si puo’ sperare di non sfigurare in una simile gara.
Su cosa dovrebbe puntare un’ eventuale campagna contro la denatalità?
Dovrebbe sfatare il mito del trade-off tra qualità e quantità dei figli. E’ questa superstizione ad innescare la perniciosa competizione tra genitori a suon di spese sterili (il vero spauracchio sottaciuto quando dobbiamo decidere se mettere al mondo un figlio). Bisognerebbe dire a chiare lettere che gran parte degli investimenti fatti sui figli costituisce un puro spreco di risorse. La persona razionale del XXI secolo investe MENO su ciascun figlio e ne fa di PIU’. Più figli più felicità… ma forse questo è un altro discorso.