Per John Cochrane sì.
la Grecia è al collasso, l’Italia è bloccata. Va un po’ meglio la Spagna, ma resta altalenante. E anche Germania e Francia arrancano, chi più chi meno.
Come se non bastasse, le finanze dei paesi più inguaiati non migliorano affatto.
Ma la cosa è normale: a reddito stagnante, il gettito fiscale resta esiguo. E’ una spirale verso il basso.
Cosa deve intendersi per austerità?
… a program of sharp budget cuts and (even) higher tax rates, but largely putting off “structural reforms” for a sunnier day…
Ma qual è l’alternativa?
Per i keynesiani il problema è lo “stimolo”. La crisi dell’ Europa deriva dalla scarsa spesa pubblica.
Un’analisi che semina molti dubbi: ma spendere il 50% del PIL non è sufficiente? La domanda è retorica, e il punto debole dei keynesiani chiaro come il sole. Ci siamo inguaiati con politiche keynesiane ad oltranza, difficilmente ci salveremo con politiche keynesiane ancora più spinte.
Inoltre, i paesi sotto stress nemmeno riescono più ad indebitarsi oltre i limiti, cosicché i keynesiani o fanno pagare la Germania o chiedono politiche monetarie più espansive. Senonché, la BCE è già in “quantitative easing” da mesi.
Qualcuno va oltre: rompiamo con l’euro e svalutiamo.
Tutte queste osservazioni sono curiose per cio’ che omettono: è rilevante o no che la Grecia sia al 100esimo posto nella lista dei paesi dove è più facile fare business?
Le professioni, dal camionista al farmacista, sono tutte protette. I dipendenti pubblici sono una marea. Le aziende non possono licenziare. Per avere anche solo una licenza di taxista devi pagare la classica bustarella.
Le tasse sono elevate. Ok, i greci 8e anche gli italiani del sud) non le pagano ma evadere è faticoso e rende le attività piccole e inefficienti.
Parlare di svalutazione aiuta gli investimenti?
… Does talk of exiting the euro, followed quickly by devaluation, inflation (the IMF predicts 35 percent in Greece, should it leave) and capital controls, have nothing to do with lack of investment?…
Si ripete spesso che la domanda interna non “tira”? Ma la Grecia puo’ esportare in tutto il mondo, anche in Germania dove la domanda tira eccome. Perché non lo fa? Evidentemente i suoi problemi non stanno nella domanda ma nell’offerta.
I salari dei greci sono diminuiti simulando di fatto una svalutazione. La cosa ha aiutato? Non si direbbe.
Il problema dell’Europa sono le regole: troppe! Il problema dell’europa meridionale è l’offerta, non la domanda, la microeconomia, non la macroeconomia.
Da questa intuizione discende una diversa strategia: deregolamentare ovunque, detassare chi investe e produce, rendere più flessibile il mercato del lavoro, favorire le aziende efficienti tagliando i sussidi alle inefficienti (agricoltura, infrastrutture, macchine elettriche, pannelli solari…). Abbassare le aliquote marginali eliminando la marea di deduzioni.
Queste sono le “riforme strutturali”, non abolire il senato.
Il discorso fila: è molto più sensato sfoltire le regole quando non ce ne sono mai state così tante che aumentare una spesa che è già ai massimi storici.