Cultura umanistica o scientifica?
Da noi, in passato, forse c’è stato un abuso della prima, ma altrove è successo il contrario e sarebbe bene non cadere dalla padella alla brace.
Quale delle due privilegiare per affrontare meglio il futuro? David Gelenrter è un tipo interessante da ascoltare sul tema.
Prima di decidere come “coltivare” la nostra mente sarebbe buona cosa capire come funziona. DG, in quanto protagonista degli studi sull’intelligenza artificiale, è tra i più titolati a parlarci della soggettività, cosa che prova a fare nel libro “The Tides of Mind”.
Considerata la natura emulativa implicita nella costruzione della mente di un robot – il futuro passa da lì - è bene comprendere al meglio la nostra.
Sia la cultura umanistica che quella scientifica hanno qualcosa da dire: chi dobbiamo ascoltare con più attenzione? Chi è più affidabile?
Difficile rispondere, di certo lo sforzo scientifico è stato sopravvalutato guadagnandosi un monopolio che non merita.
Molti di noi pensano alla mente come ad un reperto dissotterrato circondato da scienziati in camice bianco intenti a mapparlo palmo a palmo per isolarne le singole funzioni: non è così. La mente umana è un organismo che si muove, cambia e vive parallelamente al corpo….
… The role of emotion in thought, our use of memory, the nature of understanding, the quality of consciousness—all change continuously throughout the day…
Il cielo fornisce una buona analogia…
… If you understand the nighttime sky, you understand how the stars’ positions change. Not to understand those patterns of change is not to understand the sky…
La nostra mente che lavora su un problema matematico è molto diversa dalla mente che si dibatte nel corso di un incubo. Eppure noi usiamo la parola “mente” in entrambi i casi. Questo puo’ portarci fuori strada.
I nostri pensieri sono soggetti ad un ciclo quotidiano…
… our thought processes differ when we are fresh and wide-awake, when we are at a comfortable midday midpoint, and when we are drifting off to sleep…
E’ qualcosa che il senso comune coglie ma che spesso la scienza trascura.
La mente è un’isola che la marea scopre e sommerge ciclicamente. Conoscere la terra emersa senza conoscere la sua vita subacquea è velleitario…
… As we descend from the top, our gift for abstraction and reasoning fades while sensation and emotion begin to bloom cautiously and then grow lusher and brighter…
Scindere le due condizioni risulta deleterio, ma lo facciamo tutti quando tendiamo a dimenticarci la “vita sommersa”…
… That night I was startled awake by a dream,” writes the psychoanalyst Stephen Grosz, “which began to dissolve as soon as I woke.”)…
Abbiamo stili di pensiero diversi a seconda se è mattina o sera. E questo concetto si applica anche alla società nel suo complesso. Eliot su Dante…
… “Dante’s is a visual imagination. It is visual in the sense that he lived in an age in which men still saw visions” (“Dante”). Ancient literature drifts farther and farther out of focus to modern minds—not just because old literature is written in old language, not just (by no means!) because it uses unfamiliar assumptions about society and each person’s status and value, but also, most important by far, because it uses different thought styles from those of today…
Noi privilegiamo il pensiero analitico mentre il medioevo dava un posto d’onore al pensiero visionario.
Leggere la letteratura del passato senza scontare lo stile di pensiero è come vedere un film accelerato o rallentato: la cifra estetica si perde completamente…
… Trying to read ancient literature (such as the older strata of the Hebrew Bible) without retuning our minds to lower-spectrum settings is a plain mistake…
I cervelli non cambiano nei secoli ma la mente sì.
Perché la nostra infanzia è così importante per noi? L’infanzia è la nostra mente “subacquea”, ha mille connessioni con la mente emersa.
La mente-organismo, la mente-fluttuante, la convivenza di più menti nella nostra persona è un fatto chiave quasi sempre ignorato. Ma questo porta ad ignorare domande non da poco…
… What are the mind’s dynamics? How do relations between thinking and memory change over a day? How does the role of memory itself change, between its duty as mainly an information source up-spectrum (where did I put it, what do I do next, who is that?) and its chattier, storyteller role down-spectrum, supplying remembered incidents, anecdotes, and eventually the whole rich ambience of dreams?…
Quando cala la sera la nostra mente muta e quando chiudiamo gli occhi i nostri pensieri diventano delle realtà concrete che incontriamo faccia a faccia.
Perché ci siamo persi questo fatto chiave? Il problema è la soggettività. La soggettività è un concetto che mina alla base la scienza, ovvero la religione del nostro tempo.
Kant riusciva ancora a dare un ruolo alla soggettività ma già il paradigma di Monod la espelleva completamente dal nostro orizzonte: solo caso e necessità avevano diritto di cittadinanza.
La soggettività è sospetta, paradossale, poco scientifica. La mentalità contemporanea la detesta, ne è infastidita. Ma lei si ripresenta a tutti noi ogni mattina quando ci svegliamo.
E’ difficile studiare le maree stando immersi nell’acqua…
… As we descend the spectrum into the circus din of vivid, sometimes bizarre hallucination, our attention grows overstrained, sensation and emotion fill our mind to the edges—and we are less and less able to create sound new memories…
La mente è una stanza con una finestra: noi parliamo sempre della finestra (e del panorama che vediamo) e mai della stanza in cui abitiamo…
… The mind is a room with a view: from inside, we observe the external world and our own private, inner worlds. Mentally, we are stuck inside our rooms as we are stuck, physically, within our bodies…
John Searle…
… “The history of philosophy of mind over the past one hundred years,” writes the philosopher John Searle, “has been in large part an attempt to get rid of the mental by showing that no mental phenomena exist over and above physical phenomena.”…
Focalizzarsi sulla materia sembra tanto “scientifico”, in realtà così facendo noi trascuriamo delle evidenze: l’evidenza della soggettività. E cosa c’è di più anti-scientifico che trascurare le evidenze?
Gli studi sull’ IA hanno incoraggiato questa tendenza. Ma oggi la soggettività ha più difensori che in passato: ho citato John Searle ma avrei potuto citare anche Thomas Nagel.
Le nuove attenzioni che riceve il soggettivismo rivalutano la fenomenologia e Freud.
La nuova scienza della mente non potrà più trascurare il soggetto, sarà scienza della soggettività…
… We want neurobiology to explain the phenomena we’ve discovered, but first we must discover them…
Ma cos’è la soggettività (ad alcuni nota come anima)?
Ciascuno di noi ha una dimensione soggettiva e lo sappiamo perché “è evidente”, almeno per quanto riguarda noi stessi. Per quanto riguarda gli altri lo inferiamo osservando i corpi. Wittgenstein:
… “The human body, is the best picture of the human soul”…
Si arriva al punto che, a volte, la consapevolezza dell’anima altrui è notevole. La moglie conosce la soggettività del marito meglio di lui…
… Jack is a middle-aged man I know who takes a battery of medications for chronic pain. None relieves the pain absolutely, and the medications take hold and wear off gradually. On certain occasions his wife will ask, “Are you sure you took your meds this evening?” “Of course I did; I feel fine!” Jack will snarl. Then he will march back into the bedroom to establish that she is wrong—and discover, usually, that she is right. The pills will be laid out on the pill shelf, untaken. His wife knows his pain level better than he does…
La “simpatia” tra esseri umani puo’ raggiungere livelli molto elevati, in questi casi giungiamo a sentire quel che sente l’altro, è come se le rispettive “soggettività” vibrassero in simpatia tra loro, come se entrassimo in un comune spazio di risonanza emotiva.
Tuttavia, dice qualcuno, restiamo fondamentalmente isolati: c’è un giochetto filosofico per far comprendere il concetto di “solipsismo”…
… what you call red, I might experience as blue, while I see “blue” as red. Our subjective experiences of color might be radically different, and neither of us would ever know…
Ma se il giochetto funziona con i colori, con le emozioni funziona meno. Non a caso descriviamo di continuo quel che proviamo fiduciosi che l’altro possa capirci…
… Colorful clichés—butterflies in the stomach, insides twisted in knots, jumping for joy, bored to tears, bursting with news—help us to be understood. “My heart aches, and a drowsy numbness pains / My sense . . .” (John Keats, “Ode to a Nightingale”)…
Inoltre, pensiamo di conoscere quel che prova l’altro: nella vita quotidiana il paradosso solipsista non c’impensierisce più di tanto, i sentimenti sembrano colmare il gap dell’incomunicabilità radicale.
Per studiare la mente dobbiamo partire da cio’ che sappiamo della mente, ovvero dalla nostra soggettività, la prima legge primaria della psicologia (ma di qualsiasi scienza) è: conosci quel che vuoi spiegare.
Giova ripeterla poiché studiosi illustri, come per esempio Daniel Dennett, la dimenticano platealmente. Nelle parole di Dilman…
… “In his commitment to find a scientific explanation of consciousness he shows very little understanding of ‘folk psychology,’ treating its contents in a very cavalier fashion.” (“Folk psychology” is commonsense, intuitive psychology.) Dilman continues: “What he needs is a clarification of the concept of consciousness, instead of an explanation of it along scientific lines.”…
Per studiare la coscienza noi dobbiamo prima descriverla e per descriverla dobbiamo osservarla. Solo grazie all’introspezione possiamo portare a termine un simile compito. Tutto parte da lì. Shaun Gallagher…
… from “a methodologically controlled reflective introspection.”… One must (methodically) introspect…
Ma psicologi e filosofi odiano l’ introspezione.
La loro fregola è l’esperimento, sentono il brivido della “scientificità” solo se maneggiano cavie… e quand’anche la loro coscienza si appalesi ad un palmo dal naso, si girano dall’altra parte con grandi sforzi pur di non vederla.
Ci sono altre fonti preziose a cui attingere, sta di fatto che non si puo’ studiare un problema essenzialmente legato alla nostra soggettività senza utilizzare l’introspezione.
Tuttavia, è tremendamente facile equivocare sull’introspezione…
… “Until a person is able to fill up those concepts with their manifestations in his own life,” writes Jonathan Lear, “his understanding of those concepts will be hollow.”…
Abbinare certi concetti astratti alla nostra esperienza personale è operazione preziosa ma difficile. Si rischia di personalizzare troppo e restare vittime di un solipsismo che ci isola…
… “I live inside a skin inside a house. There is no act I know of that will liberate me into the world. There is no act I know of that will bring the world into me” (J. M. Coetzee, In the Heart of the Country)… V. S. Naipaul describes his proper topic: “The worlds I contained within myself, the worlds I lived in” (Enigma of Arrival)…
Sperimentare la nostra coscienza è qualcosa di estremamente intimo e difficile da comunicare, ma è anche qualcosa che la mente tocca tutti i giorni, che ci sta addosso, l’uomo onesto non puo’ eluderla. David Chalmers scrive:
… Conscious experiences range from vivid color sensations to experience of the faintest background aromas; from hard-edged pains to the elusive experience of thoughts on the tip of one’s tongue. . . . All these have a distinct experienced quality. . . . To put it another way, we can say that a mental state is conscious if it has a qualitative feel—an associated quality of experience…
Charles Siewert è ancora più diretto…
… ‘That noise sounded louder to me than the previous one’; ‘I was visualizing the front door of my house’; ‘it looks to me as if there is an X there.’…
Ma cosa dobbiamo intendere per “qualità della coscienza”?
La qualità varia a seconda che siamo svegli o che siamo addormentati mentre sogniamo…
… “The first task of the science of mind,” writes Hobson, “—to describe, define and measure polar states of consciousness such as waking and dreaming—has only recently assumed a serious status.”…
Diventa essenziale descrivere i vari stati di coscienza: sveglio, addormentato con sogni, sogni ad occhi aperti, dormiveglia… Tutti questi stati si spalmano su un continum poiché tra la veglia e il sonno non c’è una netta rottura. Il libero fluire delle associazioni nel dormiveglia è solo una delle tante forme assunte dalla nostra coscienza.
Di fatto la nostra persona contiene una moltitudine di personalità…
… You have one personality, refracted into many states of consciousness by the prism of mental focus…
Il legame tra memoria ed esperienza è cruciale: non esiste esperienza senza memoria…
… we don’t experience an event merely by living through it. To experience an event, we must live through and remember it… Surgeons will tell you that sometimes a patient is awakened briefly on the operating table when the procedure is almost finished, to make sure everything has been put back in place. But modern anesthetics and associated drugs ensure that no memories are laid down; the patient will never recall this little scene…
L’esperienza è una memoria. D’altro canto ci sono esperienze paradossali fatte con un grado di coscienza che non incide sulla memoria. Si tratta di esperienze che si auto-cancellano. La nostra mente archivia una serie di esperienze a cui non abbiamo accesso.
Persone differenti hanno modelli mentali differenti, è difficile uniformare. Le parti nascoste della mente rendono più difficile la conoscenza di se stessi e quindi l’introspezione.
Una cosa è certa: le cose più importanti sono le cose che ci stanno più vicine, cominciamo da quelle…
… Seeing things that are too close instead of too distant to make out clearly is one definition of philosophy and the philosophical method… “How hard I find it,” writes Wittgenstein, “to see what is right in front of my eyes!”…
Per vedere le cose più vicine la cultura umanistica è più preziosa di quella scientifica. Ralph Waldo Emerson…
… In silence, in steadiness, in severe abstraction, let him hold by himself; add observation to observation, patient of neglect, patient of reproach, and bide his own time,—happy enough if he can satisfy himself alone that this day he has seen something truly. . . . For the instinct is sure, that prompts him to tell his brother what he thinks. He then learns that in going down into the secrets of his own mind he has descended into the secrets of all minds…
Per un’introspezione adeguata la cultura umanistica offre guide più affidabili rispetto alla scienza. Per cogliere in modo nitido l’intuizione trascendentale meglio affidarsi alla cultura umanistica. Le guide migliori…
… Shakespeare, Blake, Keats, De Quincey, Racine, Rimbaud, Hugo, Hölderlin, Büchner, Rilke, Kafka, Chateaubriand, Flaubert, Dostoyevsky, Proust, Jane Austen, Charlotte Brontë, Henry James, Ernest Hemingway, Vladimir Nabokov, Karen Blixen, Cynthia Ozick, J. M. Coetzee, V. S. Naipaul, Wordsworth… Freud… Hebrew Bible, Donne, Sterne and Jane Austen, Coleridge and Wordsworth, Proust and Kafka, Dostoyevsky and Tolstoy… Philip Roth and Martin Amis, Cynthia Ozick, Jenny Erpenbeck, John Banville…
Ma perché i romanzieri battono gli scienziati: non hanno teorie da difendere, non hanno interessi in gioco. Sono i migliori accompagnatori per chi visita il regno della soggettività. Hanno un eccellente intuito e non disprezzano mai il senso comune…
… what Shakespeare thought about the mind is not folk anything. It goes as deep as psychology can…
Un’altra fonte per indagare la mente è il linguaggio, ovvero il distillato secolare della saggezza umana. E cosa esalta il linguaggio più di una cultura umanistica?…
… Language is our handbook of common knowledge and common sense. Language is knowledge distilled…