giovedì 3 novembre 2016

Democrazia ferita

Per Ilya Somin (Democrazia e ignoranza politica: Perché uno Stato più snello sbaglia di menoil punto debole della democrazia è l’ignoranza crassa del suo protagonista numero uno: l’elettore.
E se proprio l’elettore non è ignorante, allora è stupido.
Non è spocchia quella di Somin poiché il nostro si affretta a precisare che trattasi di comportamenti razionali: la persona ragionevole resta ignorante se vive in democrazia, oppure s’instupidisce per potersi almeno divertire sfogandosi con la scusa di “partecipare”.
Un tarlo del genere era già in Madison, questo il suo pensiero:
… Un governo popolare senza informazione popolare o senza gli strumenti per raggiungerla, non è che il prologo di una farsa o di una tragedia, probabilmente di entrambe. La conoscenza dominerà sempre l’ignoranza. E un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura la conoscenza…
Storielle all’ordine del giorno nel paese dove vive Somin:
… i due terzi dell’elettorato non aveva compreso che nell’anno precedente l’economia non si era contratta ma, anzi, aveva registrato una crescita… la maggioranza degli americani non era a conoscenza che il Partito Repubblicano avesse conquistato il controllo della Camera dei Rappresentanti, ma non del Senato…il 24 per cento degli americani ha capito che l’importante iniziativa legislativa nota come “cap and trade”,{14} approvata dalla Camera dei Rappresentanti con l’intento di combattere il riscaldamento globale, riguardava le “questioni ambientali”.{15} Circa il 46 per cento dei rispondenti pensava che si trattasse di una “riforma sanitaria” o di una “riforma per regolamentare Wall Street”… Nel 2003, circa il 70 per cento degli americani era all’oscuro della legge – appena promulgata dal presidente George W. Bush – che riformava Medicare riducendo il costo delle prescrizioni mediche per gli anziani: il più ambizioso programma di espansione del welfare attuato dal governo statunitense nell’arco di decenni…
Ma perché l’ignoranza politica dell’elettore dovrebbe essere un problema? Magari votare bene non è poi così difficile.
Sembra invece che lo sia, attribuire le responsabilità di un atto politico, per esempio, è importante e piuttosto complicato:
… Se le scuole pubbliche funzionano male, l’elettore dovrà biasimare l’amministrazione locale, il singolo stato, il governo federale o tutti e tre? A quale esponente del governo potrebbe essere addebitata la responsabilità di una eventuale recessione economica? Gli errori nella conduzione della Guerra al Terrore ricadono sul solo presidente o il Congresso deve prendersi la sua parte?…
Purtroppo, i dati disponibili indicano che l’ignoranza politica è estesa e rappresenta una sfida molto seria per la teoria democratica. Ma c’è di più, come si accennava più sopra:
… l’ignoranza risulta essere un comportamento razionale, anche per molti che sono tutt’altro che stupidi e desiderano sinceramente il bene della nazione…
Soluzioni? Somin ha le sue idee:
… Pur non escludendo di poter rendere gli elettori, al margine, più consapevoli, concludo che un consistente aumento della conoscenza politica è, nell’immediato futuro, del tutto improbabile. Perciò il problema dell’ignoranza politica può essere affrontato più efficacemente non aumentando la conoscenza, ma cercando di ridurre l’impatto dell’ignoranza. Questo obiettivo può essere raggiunto almeno parzialmente limitando e decentrando il potere esecutivo in modi che consentano ai cittadini di “votare con i loro piedi” tanto quanto con la scheda elettorale…
Occuparsi dell’ignoranza politica è una forma di paternalismo? No. Gli errori dell’ignorante ricadono su tutti, per questo ce ne occupiamo.
… quando gli elettori prendono una decisione sbagliata a causa dell’ignoranza, “buono e cattivo” toccano a tutti, e non solo a chi ha votato i candidati sbagliati e sostenuto le loro politiche dannose. È questo aspetto che distingue il voto dalle decisioni individuali… la diffusa ignoranza sui fatti politici è in larga parte il risultato di un problema di azione collettiva. Un singolo elettore è scarsamente incentivato ad aumentare la sua conoscenza della politica poiché vi è solo una probabilità infinitesima che il suo voto bene informato influenzi realmente gli esiti elettorali. L’ignoranza politica è perciò un esempio di comportamento individuale razionale che conduce a esiti collettivi potenzialmente pericolosi. Gli economisti hanno da tempo riconosciuto che può essere necessario un intervento esterno per affrontare problemi inerenti ai “beni pubblici”.{25} Un tale intervento non è necessariamente paternalistico…
L’ignoranza politica potrebbe non avere importanza se la pubblica opinione avesse poco o nessun effetto sulla politica. In quel caso, dopotutto, gli elettori non eserciterebbero realmente nessun vero “potere sugli altri”.
Tuttavia:una vasta letteratura mostra che l’opinione pubblica ha effettivamente un impatto significativo almeno sulle grandi linee della politica.
Nel dibattito storico sull’ignoranza dell’elettore democratico si sono accavallate diverse voci:
… I primi critici della democrazia ateniese sostenevano che Atene era destinata alla rovina perché le sue politiche erano stabilite da comuni cittadini ignoranti. Nel Gorgia, il grande filosofo Platone ha affermato che la democrazia è imperfetta perché adotta politiche basate sulle opinioni di masse ignoranti e trascura il parere bene informato di filosofi e di altri esperti. Aristotele era più ottimista di Platone. Pur ammettendo che i cittadini presi singolarmente di solito possiedono scarsa conoscenza della politica, Aristotele sosteneva che, collettivamente, essi avrebbero potuto accedere a quantità di informazioni molto più grandi. Ciò nondimeno, per Aristotele, le donne, gli schiavi, i lavoratori manuali e tutti coloro che considerava incapaci di raggiungere livelli adeguati di virtù e conoscenza politica avrebbero dovuto essere esclusi dalla partecipazione politica… I Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America inserirono nella Costituzione numerosi elementi antimaggioritari al fine di fornire uno strumento di controllo su quegli elettori che apparivano loro ignoranti e irrazionali. Come ha scritto James Madison, erano necessari freni quali quelli rappresentati da un’elezione indiretta del Senato che avrebbe avuto il significato di «una difesa del popolo contro i suoi stessi temporanei errori e contro le sue stesse illusioni»…John Stuart Mill, un teorico della politica di stampo liberale generalmente favorevole alla democrazia, nutriva un profondo timore per l’ignoranza politica e sosteneva che fosse giustificato conferire un potere di voto maggiore agli elettori più istruiti e informati… Nel libro Che fare? del 1902 Vladimir Lenin sosteneva che era vano aspettarsi che gli operai sviluppassero una preparazione politica sufficiente a condurre da soli una rivoluzione socialista… Anche Adolf Hitler rifiutava la democrazia in parte perché riteneva che gli elettori sono ignoranti e facilmente manipolabili: un problema che poteva essere risolto solo istituendo una dittatura guidata da un capo lungimirante. A suo avviso, «la ricettività [alla propaganda] della grande massa è molto limitata, la sua intelligenza mediocre, e grande la sua smemoratezza»…
Bisogna comunque essere chiari sulle virtù dei regimi democratici: per quanto funzionino male tengono i rischi sotto controllo.
… ciò che intendo sostenere non è un completo rigetto della democrazia. Accetto l’evidenza che la democrazia in generale funziona meglio dei sistemi di governo alternativi…. Le democrazie tendono a essere più prospere e pacifiche delle dittature o delle oligarchie e, in genere, assicurano una maggiore libertà ai loro cittadini… Hanno anche una maggiore probabilità di evitare politiche disastrose e non commettono massacri collettivi ai danni dei propri cittadini… Ma la sua superiorità sulle altre forme di governo lascia aperta la possibilità di ipotizzare che la democrazia potrebbe funzionare meglio se i suoi poteri fossero limitati con più rigore…
Per definire l’ “ignorante” bisogna definire la “conoscenza”. Cos’è la conoscenza politica?
Individuare il responsabile di un atto politico, per esempio, rientra nella conoscenza politica:
… La conoscenza fattuale della politica comprende anche una consapevolezza degli elementi strutturali dell’attività di governo come per esempio quali sono gli organi responsabili di talune funzioni; e degli elementi di base delle ideologie politiche in campo, come il socialismo e il liberalismo. Per esempio, la maggioranza dei cittadini non sa quale ramo dello Stato ha il potere di dichiarare la guerra…
È inoltre importante considerare la misura in cui gli elettori sono incapaci di valutare razionalmente le informazioni in loro possesso.
… Per esempio, se un elettore vuole aumentare la crescita economica ed è stato posto di fronte all’evidenza che indica nel libero scambio una politica che ha maggiori probabilità di conseguire l’obiettivo, il suo sostegno al protezionismo dovrebbe diminuire. Tuttavia l’elettore potrebbe razionalmente ignorare questa evidenza se non dà valore alla crescita economica e invece preferisce massimizzare i redditi delle industrie nazionali protette, senza badare all’impatto sull’economia nel suo complesso o agli effetti sui paesi esteri…
Purtroppo, “valori” e “credenze” s’intrecciano inesorabilmente:
… Ma la conoscenza fattuale e le decisioni morali non sono completamente separate. Molti giudizi morali perversi formulati dagli elettori sono in parte il risultato dell’ignoranza di questioni di fatto. Per esempio, l’ostilità pubblica nei confronti di gay e lesbiche è in parte il risultato dell’ignoranza sulla probabilità che l’orientamento sessuale sia geneticamente determinato, e non liberamente scelto o prodotto da fattori ambientali.{48} Come si vedrà al Capitolo 5, molti elettori bianchi degli stati del Sud all’inizio del XX secolo sostennero politiche oppressive nei confronti dei neri in parte perché credevano che gli afro-americani avessero tendenze criminali intrinseche e avrebbero violentato le donne bianche se non fossero stati intimiditi dalla minaccia del linciaggio…
I “valori non negoziabili” nel senso pieno del termine, di fatto, sono una rarità (se mai esistono), cosicché diventa importante stabilire il costo di un “valore”.
… Anche nelle questioni in cui il conflitto politico si concentra principalmente sulle divergenze su valori fondamentali, comunque, la conoscenza fattuale è spesso rilevante. Per esempio, un elettore che dai propri valori è indotto a dare il suo sostegno alle campagne per la proibizione dell’aborto, può tuttavia voler sapere se l’autorità pubblica è effettivamente in grado di eliminare la maggior parte degli aborti e a quale costo…
C’è anche chi rifiuta l’esistenza di un punto di vista razionale da collocare al di sopra del dibattito:
… il teorico della politica Ian Shapiro rifiuta l’idea di un «punto di vista superiore, che esiste prima e che è indipendente dalle procedure democratiche, in riferimento al quale possiamo valutare i risultati che queste generano».{53} Anche se è illegittimo giudicare a posteriori i valori che gli elettori introducono nel processo democratico, non è chiaro perché sarebbe sbagliato evidenziare che una conoscenza politica inadeguata potrebbe impedire loro di realizzare pienamente ed efficacemente quei valori che altrimenti sarebbero alla loro portata. Questa tesi non mette in discussione i fini degli elettori, ma si limita a evidenziare che questi talvolta sono privi degli strumenti per conseguirli efficacemente attraverso il processo democratico…
Ma questo relativismo radicale conduce ai noti paradossi:
… A meno di non diventare dei relativisti morali radicali, dobbiamo ammettere la possibilità che gli elettori talvolta possono basare le loro decisioni su valori sbagliati e ingiusti come il razzismo, il sessismo o l’antisemitismo. Se decidessimo di essere relativisti morali assoluti, allora non avremmo ragione di criticare le decisioni democratiche. Ma non avremmo neanche un argomento per affermare che la democrazia sia superiore ad altre forme di governo…
Dopo un’analisi serrata il libro giunge ad una conclusione di stampo liberale:
… La mia conclusione è che il problema dell’ignoranza politica è molto serio ed è improbabile che ci sia una soluzione pronta e facile da applicare. Ma i suoi effetti possono essere attenuati in misura sensibile limitando la dimensione, la complessità e la centralizzazione dello Stato
Votare con i piedi significa votare meglio:
… A differenza del voto nell’urna, il “voto con i piedi” crea incentivi migliori sia ad acquisire informazioni sia a usarle razionalmente. La ragione è semplice: per la maggioranza di chi vota con i piedi, la scelta di partire o restare è individualmente decisiva… Questo semplice aspetto ha importanti implicazioni per il disegno istituzionale nei sistemi politici democratici. In particolare, dà forza alle posizioni favorevoli al decentramento del potere politico…
Quante meno funzioni ha lo stato, tanto più diventa semplice, il che, per quanto appena detto, è solo un bene:
… Inoltre limitare l’ambito di intervento dei poteri pubblici potrebbe avere l’effetto di ridurre i problemi relativi all’acquisizione di informazioni riducendo l’onere della conoscenza imposto sugli elettori. Quanto più piccolo e meno complesso è lo Stato, tanto più probabile è che anche elettori ignoranti possano comprenderne le funzioni…
La soluzione alternativa è quella di agire sul male ma le possibilità di successo sono minime: 1) l’ignoranza è razionale 2) l’iniziativa dovrebbe partire dagli ignoranti stessi:
… Le proposte comprendono una limitazione del diritto di voto, una migliore educazione civica, cambiamenti nella copertura mediatica della politica, la delega di un maggiore potere agli esperti e le proposte per indurre i cittadini a un più elevato impegno nel processo di deliberazione. Alcune di queste idee non sono prive di potenzialità. Ma molte sono in conflitto con la realtà, ossia con il fatto che, in un mondo di ignoranza razionale, il vincolo maggiore alla riduzione dell’ignoranza politica non è l’offerta ma la domanda di informazioni… Le proposte per accrescere la conoscenza politica sono inoltre difficili da attuare efficacemente dati i vincoli politici del mondo reale. Proprio l’ignoranza politica e l’irrazionalità che le hanno fatte emergere sono un ostacolo decisivo alla loro messa in pratica in una forma che abbia qualche probabilità di successo…
In realtà, molti “ignoranti” escono dalla loro condizione diventando “stupidi”. Vediamo come.
Il militante approfondisce parecchi argomenti noiosissimi ma lo fa armato e motivato dal paraocchi ideologico. Professare un’ideologia ci fa sentire meglio e dove farlo se non in ambito politica, ovvero in un ambito dove possiamo condividere con altri le conseguenze nefaste di quegli errori dovuti alla nostra “stupidità”?
… si considera anche le connessioni tra l’ignoranza razionale e la teoria dell’irrazionalità razionale dell’economista Bryan Caplan, secondo cui gli elettori non solo hanno un incentivo a essere ignoranti, ma anche a impegnarsi in una valutazione altamente distorta dell’informazione che possiedono.{56} La combinazione di ignoranza razionale e irrazionalità razionale costituisce un pericolo molto più serio di ciascuna componente separatamente considerata…
COMMENTO PERSONALE
Somin riassume bene i punti deboli della democrazia, almeno se inquadriamo l’istituzione in un ambiente con operatori che tendono all’egoismo razionale. In democrazia noi chiamiamo alcuni soggetti (gli eletti) a svolgere certi compiti che questi soggetti non saranno mai interessati ad adempiere (perché dovrebbero esserlo?) e nemmeno sono competenti per farlo (perché mai dovrebbero acquisire certe competenze?). L’elettore potrebbe incentivarli con un oneroso controllo. Ma l’elettore non ha motivo di eseguirlo (non ne catturerebbe i benefici se non in minima parte) e nemmeno ha le risorse sufficienti per farlo (le materie sono infinite ed infinitamente complesse).
239708463b3795bafdfedbb9017eaa2a