Hal Herzog è l’uomo più adatto a rispondere, e per la verità nel suo saggio “Perché è così difficile essere coerenti con gli animali?” ci prova.
Conclusione: non lo sa.
Ma lo sforzo ha comunque prodotto una tesi generale: nelle relazioni uomo/animale la bizzarria è la regola, non l’eccezione.
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Judith Black già a dodici anni aveva deciso che era sbagliato uccidere gli animali per il loro sapore. Solo che non aveva un’idea chiara di cosa fosse un “animale”. I pesci per lei non lo erano, ne mangiava in quantità ritenendosi vegetariana.
Poi conobbe Joseph…
… Questa tassonomia morale svisata ha funzionato bene finché Judith non ha conosciuto Joseph Weldon, un laureato in biologia. Al loro primo incontro, Joseph, che la carne la mangiava, cercò di convincere Judith del fatto che non c’è la minima differenza morale tra il cibarsi di una gallina della Cornovaglia o di una spigola cilena… sia gli uccelli che i pesci sono vertebrati, posseggono un cervello e hanno una vita sociale…
Anche se non riuscì mai a convincere Judith i due si sposarono e lo scontro pinnati/pennuti si riproponeva regolarmente a tavola.
Dopo tre anni…
… Dopo tre anni di dispute filosofiche, una sera Judith con un sospiro si arrese: «Ok, hai ragione, i pesci sono animali». Ora però le toccava affrontare un’ardua scelta: doveva cessare di mangiare pesce o cessare di considerarsi vegetariana?…
Un fatto decise per lei:
… Joseph fu invitato da alcuni amici a una caccia al gallo cedrone. Benché non avesse alcuna esperienza con le armi, riuscì non si sa come a centrare un uccello in volo e, secondo la prode tradizione del cavernicolo, si presentò a casa con un cadavere d’animale fra le mani. Quindi spennò e fece cuocere la sua preda, e orgogliosamente la servì alla moglie con accompagnamento di riso selvatico e di una squisita salsa di lamponi…
Quindici anni di elevata moralità buttati al vento, il sapore del gallo cedrone arrosto segnò un punto di non ritorno…
… si era unita alle fila degli ex vegetariani…un nutrito gruppo che attualmente negli Stati Uniti supera i vegetariani in un rapporto di tre a uno…
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La storia di Jim Thompson è diversa: aveva lavorato presso un laboratorio di ricerca in avicoltura di Lexington, nel Kentucky e il suo compito era sopprimere i pulcini dopo gli esperimenti. Un giorno gli capitò tra le mani la rivista “The Animal’s Agenda”…
… da allora in avanti non mangiò mai più carne… Nei due mesi seguenti, Jim smise di indossare scarpe in cuoio e cercò di convincere la sua ragazza a diventare anche lei vegetariana. Cominciò persino a interrogarsi se fosse o meno etico tenere animali da compagnia, tra i quali rientrava il suo adorato cacatua bianco. Un pomeriggio, guardando l’uccello svolazzare nella gabbia in salotto, sentì nella propria mente una vocina sussurrargli: «È una cosa sbagliata»… la liberò nei cieli grigi di Raleigh, nel North Carolina. Fu una bellissima sensazione, mi disse poi. «Una cosa incredibile!». Anche se poco dopo, con grande imbarazzo, aggiunse: «Sapevo che non sarebbe sopravvissuta, che sarebbe probabilmente morta di fame. Presumo di averlo fatto più per me stesso che per lei»…
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E che dire di Carolyn che, vent’anni fa, si innamorò pazzamente di un lamantino del peso di 500 kg?…
… Sulla scala filogenetica, Snooty si situa in un qualche punto tra il Mostro della laguna nera e Yoda di Guerre stellari. Quando Carolyn me lo presentò, l’animale si agganciò con le pinne al bordo della sua vasca, sollevò la testa di mezzo metro sul pelo dell’acqua e mi guardò dritto negli occhi, come se mi stesse ispezionando. Benché il suo cervello sia più piccolo di una palla da softball,2 sembrava stranamente consapevole. Trovai l’esperienza inquietante…Per oltre due decenni, l’esistenza di Carolyn ruotò intorno a Snooty… lo nutriva con le proprie mani: ogni giorno 55 kg di vegetali…quando capitava che lei si prendesse una o due settimane di vacanza con il marito, il lamantino era depresso e non mangiava…
Alla fine rinunciò a qualsiasi vacanza. Il marito l’accusò di non avere le giuste priorità e saltò in aria anche il loro matrimonio.
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Tesi: il bizzarro modo di considerare gli animali che ritroviamo in Judith, Jim e Carolyn non è l’eccezione bensì la regola.
Un giorno lo stesso Herzog ricevette una telefonata dalla sua collega Sandy, scienziata e animalista…
… «Hal, ho sentito dire che hai preso dei gattini dal rifugio per animali della Jackson County e li hai dati da mangiare a un serpente. È vero?». Fui totalmente colto alla sprovvista. «Ma di che parli? Abbiamo un serpente, è vero, ma è solo un cucciolo. Non potrebbe nemmeno inghiottirlo, un gattino…
Un’accusa del genere suonava infamante ma spinge anche a riflettere, d’altronde i serpenti non mangiano carote o asparagi. Ma forse proprio per questo non è morale detenere un boa.
Certo che a pensarci bene anche i gatti consumano carne: di vitello, di cavallo, di tacchino, di pesce….
… se ogni gatto consuma quotidianamente circa 60 grammi di carne, tutti insieme questi felini ne consumano circa 5500 tonnellate… l’equivalente di tre milioni di polli…
Inoltre, a differenza dei serpenti i gatti uccidono per divertimento…
… molti possessori di gatti paiono incuranti della devastazione che i loro amici… distruttivi effetti dei gatti sulle circostanti popolazioni di uccelli canori…
Ironia della sorte, a molti possessori di gatti piace anche nutrire gli uccellini nel prato dietro casa…
… È verosimile che, come risultato del nostro amore per i gatti, ogni anno vengano uccisi volatili e piccoli animali con pelo in misura almeno dieci volte maggiore di quelli usati negli esperimenti biomedici…
Il serpente consuma pochissimo: un boa adulto giusto una mezza dozzina di topi l’anno. Due kg di carne, vuoi mettere…
… l’onere morale prodotto dal fruire della compagnia di un gatto è dieci volte più alto rispetto all’avere un serpente…
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Proposta:
… ogni anno negli Stati Uniti vengono soppressi nei «rifugi» animali circa due milioni di gatti abbandonati che vengono poi cremati… Non sarebbe più sensato mettere queste carcasse a disposizione degli amanti dei serpenti?… si potrebbe sacrificare un numero inferiore di topi…
Una cosa è certa: con la parte razionale del nostro cervello possiamo giungere a molte conclusioni che stanno in piedi ma che la nostra parte emotiva respinge. Questo è doppiamente vero quando si parla di animali.
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Ma paradossi più sorprendenti escono fuori quando parliamo di animali di compagnia.
Prendiamo il caso di Ron…
… Ron Neibor studiava in che modo il cervello riorganizza se stesso dopo una lesione, e i gatti, per loro sfortuna, erano il modello migliore per i meccanismi neurali che stava analizzando. Ron impiegava una tecnica classica delle neuroscienze: rimuovere chirurgicamente specifiche parti del cervello degli animali per osservare poi in che modo le loro abilità si ripristinassero nelle settimane e nei mesi seguenti…
Ron amava i suoi gatti, andava da loro persino nel week end per liberarli e giocare sul pavimento del laboratorio. Eppure, l’esperimento che si apprestava a compiere senza tentennamenti era inquietante…
… la testa dell’animale viene recisa dal corpo… affinché il cervello possa essere estratto…
Nei giorni cruciali Ron appariva strano…
… Il suo umore si trasformò… divenne teso, introverso, intrattabile… Sopprimerli gli richiese un prezzo da pagare, a volte aveva gli occhi arrossati e teneva lo sguardo basso mentre percorrevamo i corridoi…
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Sammy Hensley era un agricoltore…
… Le sue due grandi passioni erano i cani e la caccia ai procioni. Quest’ultima era per lui non tanto uno sport, quanto uno stile di vita. Non mangiava i procioni che uccideva, li spellava e ne inchiodava le pelli e le zampe sul fianco del granaio, per esibire al vicinato le sue prodezze di cacciatore…
C’erano due generi di cani nella vita di Sammy – cani da compagnia e cani per la caccia al procione – e conducevano esistenze molto diverse.
Sammy amava i suoi segugi ma erano pur sempre cani da lavoro: se non erano più abili venivano dati via o soppressi. Sarebbe stato sconvolgente per Sammy pensare in questi termini di un suo cane da compagnia…
… Sammy e sua moglie, Betty Sue, possedevano anche dei cani da compagnia. Mentre i segugi non vedevano mai l’interno della casa, gli altri – di solito cani piccolotti tipo i Boston terrier – ci scorrazzavano a piacimento. A differenza dei segugi, questi cani facevano parte della famiglia. Venivano coccolati, intrattenuti giocando e avevano il permesso di chiedere bocconi di cibo durante i pasti della coppia…
Per la famiglia Hensley, i cani da caccia e i cani da compagnia sarebbero benissimo potuti essere specie diverse di animali.
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Più della metà dei proprietari di cani considera i loro animali membri della famiglia, eppure l’interazione con loro rivela un lato oscuro che getta un’ombra su tanto amore: innanzitutto quella chiamiamo “compagnia” a rigore resta pur sempre una forma di schiavitù a cui non sottoporremmo mai un “membro della famiglia”. Poi…
… Uno su dieci fra gli statunitensi adulti ha paura dei cani, e i cani sono secondi solo ai rumori molesti notturni come fonte di litigi tra vicini di casa (il mio amico Ross ha dovuto vendere casa e traslocare perché i latrati del cane di un vicino avevano trasformato la sua vita in un incubo). Mediamente, in un anno quattro milioni e mezzo di americani subiscono morsi di cani, e una ventina di persone, per lo più bambini, vengono uccise da questi animali… nei rifugi i cani abbandonati a cui si pratica l’eutanasia vanno dai due ai tre milioni…
Ci sono poi i tremendi problemi genetici che abbiamo causato loro (per amore)…
… il bulldog inglese, una razza che l’esperto di comportamento dei cani James Serpell ha definito un disastro ferroviario canino.8 I bulldog hanno delle teste così mostruosamente grandi che il 90 per cento dei cuccioli deve essere partorito mediante taglio cesareo. Il loro muso deformato e i passaggi nasali alterati rendono faticosa la respirazione, anche durante il sonno, e inoltre questi cani soffrono di disturbi delle articolazioni, problemi dentari cronici, sordità e numerose malattie dermatologiche causate dalle grinze della pelle. Come se tutto questo non bastasse, i bulldog inglesi si surriscaldano facilmente e hanno la tendenza a sbavare, russare, scoreggiare e morire di colpo per arresto cardiaco…
In Corea un cucciolo può diventare tanto un compagno di giochi che una voce del menù. Ma si va oltre: lo stesso cucciolo puo’ essere prima una tenera compagnia per anni e poi trasformarsi senza traumi in un gustosissimo secondo piatto…
… I cani da carne, che sono tipicamente a pelo corto, grossi animali dall’aspetto malandato tipo Zanna Gialla, vengono allevati in condizioni orribili prima di essere macellati, in genere mediante elettrocuzione…
Insomma, una sequela di contraddizioni all’apparenza difficili da risolvere, almeno finché non si scopre che è impossibile.
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I casi studiati per sostenere la tesi dell’impossibilità sono veramente molti…
… lo studente di veterinaria che tenta di non piangere quando pratica l’eutanasia a un cucciolo, l’attivista per i diritti degli animali che non trova nessuno da frequentare perché «il solo fatto di uscire a cena diventa una prova impossibile», l’addestratore di circo la cui esistenza ruota interamente intorno agli orsi giganti che si trascina per tutto il paese nei claustrofobici confini di un autotreno a diciotto ruote, il veterano dei combattimenti di galli che diventa raggiante quando gli propongo di scattare una foto al suo adorato pennuto sfregiato negli scontri da cui è uscito ben sette volte vincitore. Ho preso parte a manifestazioni di protesta per i diritti degli animali, a servizi religiosi che impiegano serpenti e a combattimenti clandestini di galli. Ho intervistato tecnici di laboratori animali, organizzatori di grandi competizioni canine e addestratori di piccoli circhi con animali. Ho osservato studenti delle superiori mentre dissezionavano il loro primo feto di maiale e ho aiutato il personale di un’azienda agricola a macellare il bestiame… donne cacciatrici, soccorritori di cani, ex vegetariani e gente che ama i ratti come animali da compagnia. Abbiamo intervistato migliaia di persone in merito alle loro opinioni sui rodei, sull’allevamento industriale e sulla sperimentazione animale…
Il tentativo di trovare un terreno di dialogo comune su questo tema puo’ dirsi non riuscito.
Il filosofo Strachan Donnelley chiama questo insidioso territorio etico “il punto mediano travagliato”.
Lo stesso Herzog si confessa uno “smidollato etico”, sempre pronto a negoziare e a cambiare idea…
… Io mangio carne, ma non tanta come facevo un tempo, e non di vitello. Sono contrario a testare sugli animali la tossicità di un cosmetico o di un prodotto per pulire il forno, ma sacrificherei moltissimi topi pur di trovare una cura per il cancro. E, benché certe posizioni filosofiche espresse dai fautori della liberazione animale mi sembrino convincenti, credo però che la nostra capacità, enormemente maggiore, di produrre linguaggio simbolico, cultura e giudizi etici ponga gli esseri umani su un piano morale diverso da quello degli altri animali… oggi vedo questo mondo in sfumature di grigio anziché nel bianco e nero senza macchia degli animalisti e dei loro altrettanto vociferanti avversari… questo anche se c’è chi dice che siamo degli attendisti, degli smidollati morali…
Come può del resto il 60 per cento degli americani ritenere, allo stesso tempo, che gli animali abbiano il diritto di vivere e che la gente abbia il diritto di mangiarli?
Puo’, puo’ tranquillamente se l’unica coerenza che vige è l’incoerenza.