mercoledì 16 novembre 2016

L'esplosione dell'intelligenza

Siamo più intelligenti dei nostri nonni?
I nostri nipoti sono/saranno più intelligenti di noi?
Sembrerebbe di sì poiché i test legati al quoziente intellettivo mostrano punteggi crescenti lungo tutto il XX secolo.
Strano: la pubblicità ci rende idioti, i persuasori occulti ci manipolano, i videogiochi rincoglioniscono, scopriamo ogni giorno un bias cognitivo diverso… e nel frattempo l’intelligenza del popolo cresce a dismisura.
Strano. Talmente strano che Linda Gottfredson si sente in dovere di seminare qualche dubbio nel saggio “Shattering Logic to Explain the Flynn Effect”.
L’effetto-Flynn (l’aumento di intelligenza di generazione in generazione) per molti è consolante: significa che l’intelligenza è flessibile e su di essa possiamo intervenire. Anche per questo viene accolto un po’ troppo acriticamente.
Tuttavia, uno studioso scrupoloso non dovrebbe prendere alla lettera un test IQ, o per lo meno confrontare banalmente dei test somministrati in tempi diversi. Chi lo fa forse non ha compreso bene la relazione tra un concetto come quello dell’intelligenza generale (G) e lo strumento che la misura (IQ test).
G è la facoltà che ci consente di ragionare ed imparare indipendentemente dal contesto in cui siamo calati. La si misura con giochini (subtest) sulle analogie, sulle associazioni, sulla logica, sull’aritmetica e sulla comprensione di testi scritti eccetera. Il test dell’IQ misura G abbastanza bene. Ma… ma è solo uno strumento, non è la “sostanza”.
James Flynn ha potuto rivoluzionare il campo mettendo da parte G e identificando l’IQ con l’intelligenza. L’IQ cresce molto di generazione in generazione, quindi l’intelligenza cresce, quindi l’intelligenza è duttile e scarsamente ereditaria….
… recent generations do little better on IQ subtests such as Vocabulary, Arithmetic Reasoning, and General Information, mankind’s donning of “scientific spectacles” has enabled it to answer many more Raven’s Matrices and Similarities items than did earlier generation…
I possibili miglioramenti così ben documentati chiamano – secondo Flynn e i suoi accoliti - ad un massiccio intervento esterno
… “Interventions that may enhance IQ include the efforts of parents, programs that afford an enriched environment to children at risk, adoption, and university study.”…
Ma come puo’ un tratto ereditario come l’intelligenza mutare così da nonno a nipote?
Qui sta l’errore di Flynn: non c’è nessuna evidenza che il fattore G sia mutato. Un errore dal quale Flynn si divincola affermando a volte implicitamente che G non esiste o comunque non è importante, e questo nonostante l’evidenza scientifica affermi da sempre il contrario.
Forse a questo punto meglio dire più chiaramente cosa sia G. G è il fattore che correla le varie abilità cognitive. Metricamente correla i  vari punteggi nei subtest utilizzati per conteggiare l’IQ.
Cio’ significa che se in un subtest ho un punteggio molto più elevato della media, probabilmente la buona performance in quel test non è dovuta alla mia intelligenza: l’intelligenza, infatti, eleva contemporaneamente il punteggio di TUTTI i subtest poiché appunto ha la funzione di correlare, tenere insieme, le varie abilità.
Mentre G è rigido, IQ puo’ essere flessibile: il teaching-to-test, per esempio, migliora molto l’IQ senza toccare assolutamente G.
Forse l’IQ dei nipoti è più elevato rispetto a quello dei nonni perchè vivono in un contesto culturale dove certe abilità sono molto più sollecitate, cosicché, implicitamente, arrivano al test più preparati. Imparare l’utilizzo del telefonino ti prepara indirettamente al test che affronterai mentre scendere in miniera no. Questo, ovviamente, non significa che lo G dei nipoti sia aumentato rispetto a quello dei nonni, è intervenuto un fattore esterno.
Questo è confermato dal fatto che l’effetto-Flynn si manifesta solo per alcune abilità (subtest) e non per altre. Poiché G correla tutte le abilità, evidentemente il punteggio IQ aumenta senza che si possa inferire alcunché su G, ovvero sull’intelligenza dei soggetti coinvolti nel confronto…
… an historical shift from pre- to post-scientific thinking caused an advance from concrete to formal thinking…
La reazione di Flynn…
… An “imperialistic” g  must be restricted to its “proper kingdom” by maintaining a “separation of powers” between the physiological, individual differences, and social levels of intelligence…
G puo’ e deve essere “smontato”, e l’operazione viene radicalizzata dall’assumere implicitamente che G nemmeno esista, esistono solo le sue componenti. Una volta oscurato G, l’aumento di IQ dovuto solo all’esito di alcuni subtest puo’ essere chiamato “aumento dell’intelligenza”, o per lo meno di una intelligenza particolare.
Tuttavia, l’operazione di Flynn ha evidenti lacune: innanzitutto, confonde correlazioni con medie.
Facciamo un esempio: in media le persone più alte pesano di più. Tradotto: esiste una correlazione tra altezza e peso. Ebbene, se tutti prendiamo cinque chili la correlazione resta intatta anche se il peso medio della popolazione è aumentato notevolmente…
… the fact that average scores on the Similarities subtest have risen over time but average scores on Vocabulary and Arithmetic Reasoning have not says nothing about whether the correlation between them has changed…
Nel nostro caso, alcune abilità sono aumentate ma questo non ha influito in nulla  sulla robusta correlazione tra le diverse abilità, ovvero sulla fondata ipotesi dell’esistenza di G. Dire che l’ipotesi di G è stata spazzata via dall’effetto Flynn significa incappare in questa confusione…
… The g factor is derived, via factor analysis from the correlations among subtests. Averages do not affect the calculation of correlations… g constitutes the core of all mental abilities…
Un’altra confusione: abilità relative e abilità assolute.
Il test IQ misura bene le abilità relative di chi si sottopone al test
… The best we can do, which Flynn does admirably, is to plug cross-generation differences in raw scores into the formula for calculating deviation IQs for the current generation…
Ma i confronti su generazioni diverse dicono poco sui mutamenti di G poiché i contesti cambiano e noi non sappiamo a cosa sia dovuto l’eventuale aumento di prestazione in certi subtest.
L’ultima confusione riguarda l’oggetto e la sua misurazione. E’ grave confondere la febbre con il termometro ma chi interpreta in un certo modo l’effetto Flynn lo fa continuamente.
Il dogma di Flynn è che ciascun test misuri un’abilità separata dalle altre…
… For example, it was once received wisdom (but mistaken) that tests of verbal ability would predict reading but not math achievement, whereas tests of arithmetic reasoning would do the reverse…but… specificity theory was falsified decades ago
Per sostenere l’ idipendenza di molte facoltà cognitive (e quindi la presenza di più intelligenze) Flynn deve fare assunti problematici, che evita di supportare con evidenze. Infatti, quelle disponibili sono di segno opposto… 
… Professor Flynn may believe that the Similarities subtest measures the ability “to classify” and that Vocabulary assays a different cognitive “skill,” but he needs to provide evidence and not mere belief. Belief did not smash the atom. Belief cannot explain the Flynn Effect…

La negazione o il ridimensionamento di G spesso ha basi morali più che scientifiche. Se esiste un G, se è misurabile e se è ereditario potremmo fare scoperte spiacevoli che incoraggerebbero, per esempio, il razzismo o il sessismo.
Il fatto spiacevole è che usando i comuni standard scientifici dobbiamo concludere che molto probabilmente G esiste, che è misurabile, che è ereditario, che influisce nella vita pratica e che varia, per esempio, tra neri e bianchi.
Da più parti si invocano “standard scientifici più elevati” (rispetto a quelli comuni), questo perché l’ipotesi è offensiva e pericolosa, oltre a procurare un disgusto morale. Spesso, l’intero campo di studi è considerato “riprovevole” e liquidato brutalmente. Gli studiosi sono guardati con sdegno. I loro critici mietono allori accademici evitando un impegno serio nel merito, oppure avanzando qualche dubbio su una porzione trascurabile della mole di lavori prodotti.
Spesso il dibattito confonde i fatti e le cause
… Public commentary on black-white IQ differences generally confuses these two questions: whether blacks and whites differ in average developed intelligence level, and, if so, why…
Ma la prima questione è risolta da tempo: i neri mostrano mediamente IQ inferiori. Così l’ American Psychological Association già nel 1996…
… “The differential between the mean intelligence test scores of [Western] Blacks and Whites… does not result from any obvious biases in test construction and administration” (Neisser et al., 1996)…
Il gap nelle abilità è reale, persistente e ha conseguenze pratiche importanti…
… Racial-ethnic differences in phenotypic intelligence are the rule, not the exception, worldwide…
Veniamo allora alla questione legata alle cause: esistono cause genetiche? Lo stato dell’arte…
… Some have written that current evidence makes the black-white gap more plausibly 80% genetic than 0% genetic and others that 50% genetic is more plausible than 0% genetic, and yet others have argued that the available evidence is equally consistent with 0% genetic or is not yet sufficient to venture an opinion. I suspect that most experts on the topic now believe that the gap is at least somewhat genetic, because that was the plurality judgment when solicited confidentially twenty years ago (Snyderman & Rothman, 1988). My view is that the current weight of evidence favors a 50-80 percent rather than a zero percent genetic component (Gottfredson, 2005b)…
L’ipotesi genetica resta tremendamente plausibile perché…
… The longer and stronger this chain of evidence for both blacks and whites, the more scientifically plausible a genetic component to their average IQ difference becomes…
Se gli avi sono intelligenti lo sono anche i nipoti, il che supporterebbe l’ipotesi genetica. Anche le classifiche stilate in tenera età vengono confermate da quelle stilate per gli stessi soggetti in tarda età, un altro supporto non da poco, specie in una società potenzialmente mobile come quella contemporanea.
Gli assunti dell’ipotesi genetica sono almeno cinque
… the existence of intelligence (g), its fair measurement, practical importance, stability (lack of malleability), and high heritability…
Si tratta di assunti testati molto spesso e ritenuti robusti, tuttavia basterebbe spezzare un anello della catena per romperla.
Alcuni culturalisti negano G o comunque la sua importanza
… The first, Non-Existence gambit is to concede racial differences in scores on IQ tests but then to assert that IQ tests do not measure intelligence because, for instance, “intelligence” is only that which a particular culture chooses to value
Per costoro l’intelligenza è legata ai valori. I nostri test non possono misurare l’intelligenza dei neri poiché la loro cultura è differente.
Il gap nell’IQ non sarebbe da prendere quindi sul serio e i test andrebbero aboliti poiché umiliano una fetta della popolazione.
Altri negano l’esistenza delle razze, e quindi la possibilità di dividere sensatamente la popolazione in gruppi…
… Where once they could seem to discredit the reports of racial differences in intelligence simply by asserting that intelligence (or fair measurement or genetic influence within race) does not exist, they now frequently assert that the existence of biological races has been disproved…
Le razze sarebbero solo un costrutto sociale senza una base biologica.
Altri ancora preferiscono uscire dal terreno scientifico per avanzare l’obiezione morale: non tutto quel che possiamo studiare merita di essere studiato, su certi temi esiste un dovere di censura…
… Unthinkable gambit. It gains popularity when the empirical evidence starts to seem incontestable…
Una versione debole dell’argomento censorio è l’argomento del doppio standard: certe verità vanno provate oltre gli standard comuni. Purtroppo si sfocia troppo spesso negli “standard impossibili”…
… In the court of moral judgment, defending the scientific validity of an unwelcome conclusion amounts to confessing moral guilt…
La forza scientifica di certi argomenti si trasforma in una debolezza morale. L’oggettività diventa insensibilità, la dedizione feticismo e la libertà accademica subisce una deroga…
… Scientific conclusions on what “is” (racial differences in IQ) are construed as personal preferences for what “ought to be.”…
Ho come l’impressione che l’ipotesi genetica tragga gran parte della sua forza dalla debolezza delle critiche che riceve, anche se in questa sede non c’è spazio per soffermarsi nel dettaglio.
Riassumendo, l’ipotesi genetica segue un sillogismo che andrebbe negato in almeno una delle sue premesse…
… syllogism:” An underlying ability (called g) is needed for all forms of cognitive performance g is manifest in any broad cognitive battery such as IQ g is related to many types of biological markers and is highly heritable Large individual and group differences exist in g Variation in g predicts differential life outcomes Therefore, variation in life outcomes is at least partly rooted in biological differences in g…
Il sillogismo è corroborato da osservazioni nei più svariati campi. Prendiamo il mondo del lavoro
… Level of education, occupation, and income are themselves moderately heritable (60-70%, 50% and 40-50%, respectively), and these heritabilities overlap that for g by at least half (yielding 40%, 25%, and 20% of the phenotypic variation in the three life outcomes being jointly heritable with g: e.g., Rowe, Vesterdal, & Rodgers, 1998)…
James Flynn ci ha mostrato che l’IQ fluttua nel tempo e questo per molti vale una confutazione dell’ipotesi genetica, ma abbiamo visto che così non è: l’IQ puo’ aumentare senza che aumenti G, per esempio quando aumenta solo grazie all’esito di alcuni subtest.
C’è chi sulla scorta di Flynn vorrebbe incaricare la scuola di renderci più intelligenti. ma qui si presenta un paradosso: i subtest con esiti sempre migliori sono quelli meno collegati con la scuola…
… patterns of change in IQ subtest scores are opposite of what one would expect if school instruction…
Le evidenze portate dagli “ottimisti” sono a dir poco sospette…
… they must turn away from the large body of contrary evidence in the US from standard educational… they bring… bits of research from odd corners of the globe (rural Kharwar Indian and Brazilian children) or forms of “natural stimulation” during childhood (herding, running errands, playing videogames or Legos)…
Uno studioso accreditato come Turkheimer dubita dell’esistenza di G in sé e propone un esperimento mentale…
… he construct a universe in which abilities are independent… that factor analysis will extract a g factor nonetheless… g is therefore an “illusion.”…
Ma
… His other-worldly demonstration does nothing, however, to invalidate the independent bodies of evidence showing that this “illusion” exists beyond factor analysis as a biological (Jensen, 1998) and cross-species phenomenon (Chabris, 2007), and that it has more predictive substance in the real world than does any other cognitive ability. In any case, Humphreys (1986) and others put his hypothesis to the test half a century ago when they earnestly tried, but failed, to build useful ability tests that did not also measure general intelligence…
Flynniani più recenti non negano né G né la sua ereditarietà ma ritengono tutto cio’ irrilevante poiche IQ è malleabile grazie alla cultura. Purtroppo, abbiamo visto che il potere predittivo sulle sorti di una persona appartiene a G più che a specifiche abilità cognitive.
William Dickens propone di elevare con la cultura adatta tutte le abilità cognitive – così come la cultura contemporanea ne ha elevate alcune - ottenendo così un potenziamento delle “intelligenze” dall’esterno, senza intervenire sul fattore G…
… “intelligence” is not only made malleable, but made amenable to change via “cultural priorities”… The problem with his explanation, however, is that IQ (g) remains highly heritable… Dickens’ proposed environmental “multipliers.”… environmental reinforcement of all our abilities….The result is to reconstitute g from the outside in… The resulting g is highly heritable because of the single, genetically-influenced ability that happened to recruit a very powerful environment…
Come minimo possiamo definirlo un progetto ambizioso, anche se per lo meno non del tutto incoerente.
Tornando al problema razziale, l’ipotesi G sembra in imbarazzante armonia con i fatti: bianchi e neri hanno un G diverso, il che spiega le diverse performance, e poiché G è ereditario si spiega bene il persistere del gap. Una verità imbarazzante che obbliga alcuni a considerare G un’illusione: se G non esiste, non esistono nemmeno G diversi per neri e bianchi.
L’ipotesi G spiega anche perché decenni di esperimenti scolastici non hanno chiuso il gap. A chi scarta l’ipotesi-G non resta che insistere su esperimenti che hanno già fallito. A costoro non resta che una ricetta…
… “impose” such interventions on individuals more vigorously and into their adult years…
Ma a chi serve fare dell’ipotesi G un tabù?…
… Proponents of the taboo on discussing race and IQ assume that the taboo is all for the common good, but whose good, exactly, is served? It is most certainly not individuals of below-average intelligence, who face a tremendous uphill battle in modern, literate societies where life becomes increasingly complex by the day…
Soprattutto, non serve ai soggetti più deboli che arrancano in una società sempre più “intelligente” e quindi non fatta per loro. Ecco un esempio tratto dalla sanità
… Take, for example, health care… Individuals of lower health literacy, or IQ, are less likely to seek preventive care even when it is free…They have worse health, more accidental injuries, higher health costs, and die sooner— regardless of income, insurance coverage, or quality of health care… It overstates only slightly to say that health care providers currently pay no attention to patient differences in the ability to learn and understand. As health literacy researchers have shown, however, a sizeable fraction of patients in urban hospital outpatient clinics are unable to understand an appointment slip (when to come back), a label indicating how to take four pills a day, or, among their insulin-dependent diabetic patients, the signs of low (or high) sugar and what action to take to bring their blood sugar back under control. Do proportionately more blacks have such problems? Yes, many more. Is that a reason to continue ignoring or disputing individual and group differences in g?…
  intell