Tempo di feste, tempo di regali. L' economista si gratta la testa.
Per quanto il suo tipico apparato concettuale gli consenta di concepire tipi altruisti (basta inserire nella funzione di utilità di Tizio, quella di Caio), spiegare i regali resta complicato per almeno due motivi.
- Perchè non si regala denaro? Se davvero fossimo interessati alla felicità altrui, forse questa sarebbe la soluzione migliore.
- Perchè si fanno regali dal valore insignificante o comunque troppo basso per testimoniare un reale interesse al benessere altrui?
Qui si propone una soluzione. L' altruista potrebbe essere interessato alla felicità corrente del beneficiato. La cosa è meglio garantita dalla sorpresa che da una somma di denaro, destinata a produrre una vera felicità solo in futuro.
Ma perchè privilegiare il presente rispetto al futuro? Forse si vuole creare un intimo legame tra quella felicità e la nostra persona. Il denaro si spenderà in futuro: noi non saremo lì a ricordare che quel denaro viene da noi. Il denaro è un bene fungibile: il denaro che viene da noi presto non sarà più identificabile. Per queste ragioni il denaro crea un legame attenuato.
Quanto al regalo dal valore insignificante, mi sembra che le spiegazioni siano più facili e di buon senso: il "pensiero" e lo sforzo che richiede procurarselo e confezionarlo costituiscono un valore in sè. Nessuno negherebbe infatti che un regalo dal valore insignificante, in più riciclato e non confezionato, costituisce un' offesa.
Gift vs Money
Addendum. Poichè il dono crea legami non si puo' escludere che venga fatto al fine di determinare in modo favorevole il momento del nostro sacrificio (dazione), lasciando invece indeterminati nel tempo i benefici (ricezione) che quindi potranno essere sollecitati nel momento in cui lo riteniamo più opportuno.