LA PAROLA TROLL DEL DIBATTITO POLITICO: DISEGUAGLIANZA
Per Papa Francesco è la fonte di tutti i mali, Obama ci ha costruito sopra la sua carriera, Thomas Picketty l’ha messa al centro del suo best seller, dai sondaggi emerge regolarmente come il nemico pubblico numero uno eppure… Eppure enfatizzarla nella discussione pubblica apporta solo una confusione ben sfruttata dall’imprenditore politico di turno.
Confusione con il concetto etico ben diverso di POVERTA’: mentre noi dovremmo combattere la povertà (ma i poveri non votano) i politici sfruttano il cavallo di Troia della “diseguaglianza” per meglio tutelare il loro prezioso bacino elettorale, ovvero la classe media (che vota in massa e decide le elezioni).
Confusione con il concetto di CORRETTEZZA: alla gente della diseguaglianza non importa un fico secco: se si produce secondo processi ritenuti legittimi (e persino random) viene tollerata e a volte auspicata. Le abbondanti conferme di laboratorio e i riscontri nel mondo reale sono convergenti. Gli errori della sperimentazione passata – quelli in cui si presentavano alle cavie diseguaglianze (originate in modo scorretto) per poi evidenziare la loro intolleranza ai trattamenti diversificati – sono ormai alle nostre spalle.