LA CULTURA DI ADOLF HITLER
L’ho sentita definire “vasta e disordinata” (Franco Cardini da Augias su Rai Tre). Mi sembra verosimile, una cultura alternativa potrebbe essere definita come “specialistica e approfondita”. Il che richiama alla mente la tradizionale distinzione tra volpe e riccio: “la volpe sa molte cose in modo superficiale, ma il riccio ne sa una grande in modo approfondito”.
Le “volpi” perseguono molti fini contemporaneamente, spesso disgiunti e contraddittori, magari collegati soltanto in modo vago. I ricci sembrano abbiano un progetto più coeso, rigoroso e unitario; nel loro ordine alcuni principi fondanti sono rispettati in modo uniforme e danno coerenza all’ elaborazione.
Ma chi riesce a capire meglio il mondo reale? Quale “cultura” consente di fare le previsioni più accurate una volta immersi nella complessità? Chi decifra meglio le dinamiche bizzarre della società umana?
Tetlock, dopo una vita passata a sperimentare sul campo, non ha dubbi: la strategia eclettica della volpe prevale. Forse anche per questo, purtroppo, un tipo come Hitler segna la storia e una moltitudine di accademici restano barricati nelle loro università senza lasciare traccia.