Non c’è piacere al di fuori della cattiveria
Appunti presi leggendo i racconti di Flannery
· Si tratta di letteratura intimamente
religiosa, racconti in cui la Resurrezione della
Carne torna sorprendentemente a essere una possibilità, se non reale almeno
contemplabile.
· Il buonismo messo
nel mirino: l’intenzione della O’Connor è quella di dimostrare la superiorità
di ogni convinzione religiosa su quella qualità “diabolica” che è spesso,
secondo lei, il buon senso laico.
· Lo scopo della scrittura: “Credo che uno
scrittore serio descriva l’azione solo per svelare un mistero. Naturalmente,
può essere che lo riveli a se stesso, oltre che al suo pubblico. E può anche
essere che non riesca a rivelarlo nemmeno a se stesso, ma credo che non possa
fare a meno di sentirne la presenza”.
· La tecnica della violenza: la tecnica che
adopera nei suoi racconti, per rendere visibile, oltre il livello superficiale
(dell’azione), quello più profondo (del mistero), è la tecnica dello shock,
della brutalità, della violenza. Morte, sofferenza, disordine, sono mezzi
attraverso i quali un personaggio passa da una comprensione meschina,
superficiale, dell’esistenza al mistero nel quale l’uomo vive e muore.
· Quel tipo dalla faccia larga e innocente
come un cavolo.
· Dama del sud che passa in carrozza
scorgendo un bimbetto negro senza mutande spuntare da una capanna: “Oh,
guardate che bel cioccolatino! Non è un quadro?”
· Quella nonnina che quando raccontava una
storia scuoteva la testa, roteava gli occhi ed era molto drammatica.
· Lui. Le gite lo rendevano nervoso.
· Nella birreria tedesca: la pancia
traboccava dalla cintola, come un sacco di grano, e dondolava dentro la camicia.
· Il bottegaio si lamenta. Emise una via di
mezzo tra un sospiro e uno yodel. “Tempi duri,” disse. “Tempi duri!”.
· Prima fase dell’auto-inganno: proseguì, dicendo una bugia, ma desiderando che fosse la verità.
· Sensi di colpa 10 secondi dopo
l’incidente. La nonna, raggomitolata sotto il cruscotto, sperava di essere
ferita, di modo che la collera di Bailey non l’investisse tutta in una volta.
· I bambini dopo l’incidente: “Abbiamo avuto un incidente,” gridavano in una frenesia
d’esultanza.
· Detto della “mala”: “Non c’è mai stato un
morto che abbia dato la mancia al becchino”.
· Il ringhio del balordo. “Gesù è stato l’unico a risuscitare i morti. E non avrebbe dovuto
farlo. Ha mandato tutto a gambe all’aria. Se ha fatto quel che ha detto, allora
non ci resta che gettar tutto e seguirlo; se non l’ha fatto, allora non ci
resta che goderci meglio che possiamo i pochi minuti che ci avanzano: uccidendo
qualcuno, bruciandogli la casa o facendogli qualche altra cattiveria. Non c’è
piacere al di fuori della cattiveria”.
· La fine della vecchia: piombò nel fosso
con le gambe ripiegate malamente sotto di sé.
· Uno che avanza verso di noi: “A vederlo,
era un giovanotto, ma aveva un’aria di contegnoso malcontento, come se
conoscesse a fondo la vita”.
· La vecchia: era divorata dalla fame di un
genero.
· Analisi generale: il guaio del mondo era
che tutti se ne infischiavano di tutto e non si fermavano a prendersi cura di
nulla. Capito?
· Prima esperienza sui social network: le
cattive parole si annidarono nella sua mente come uno sciame di calabroni sulla
cima d’un albero. Non rispose subito.
· Shiflet: nel buio il suo sorriso si stirò
come un serpente stanco che si sveglia accanto a un falò.
· Ancora lui: di tanto in tanto, la sua
espressione placida era trasformata da un piccolo pensiero furbo.
· Cosa chiedere alla vita? Sufficiente
terriccio sopra il corpo una volta morti in modo da evitare che i cani,
raspando, ti scoprano.
· Casa di campagna a due piani: avevano
dormito in cucina fino alla notte in cui una lince era saltata dentro dalla
finestra, convincendoci a portare il letto di sopra, dove c’erano due stanze
vuote.
· Infarto a colazione: Il ragazzo, seduto a
tavola di fronte a lui, vide dei cordoni rossi apparirgli in faccia, e un
tremito percorrerlo tutto, la bocca gli si piegò bruscamente all’ingiù, su un
lato.
· Tesi: il mondo è fatto per i morti.
Dimostrazione: ci sono un milione di volte più morti che non vivi, e i morti
sono morti da un tempo un milione di volte più lungo di quanto i vivi non siano
vivi!
· Il viaggio di Tarwater in città: prima di
intraprendere quel viaggio, aveva letto l’almanacco, e sapeva che c’erano
sessantamila persone in quella città, persone che l’avrebbero visto per la
prima volta. Avrebbe voluto fermarsi a stringer la mano a tutti, e dire che si
chiamava Francis Marion Tarwater, e che era lì solo per un giorno, per
accompagnare lo zio dall’avvocato. La sua testa si girava di scatto a guardare
ogni persona che passava, fino a quando non avevano cominciato a esser troppe,
e si era reso conto che i loro occhi non si piantavano nei suoi come quelli
della gente di campagna. Alcuni passanti lo urtavano, e quel contatto, che
avrebbe dovuto stabilire un rapporto lungo una vita, non serviva a niente,
perché le sagome proseguivano dritte per la loro strada a testa china,
mormorando delle scuse che Tarwater avrebbe accettato, se solo si fossero date
la pena di fermarsi e aspettare. Bisogna fare qualcosa di particolare, per
costringerli a guardarti, aveva pensato.
· Cosa pensa una cavia da laboratorio? Roba
tipo: ha spiato dentro la mia anima come un guardone.
· Il vecchio mangia: aveva sbottonato la
giacca e aveva permesso al proprio stomaco di sporgere in avanti e rilassarsi,
mentre mangiava. Le sue mascelle lavoravano furiosamente. La pelle tra una
cicatrice e l’altra si era fatta rosa, poi viola, poi bianca, e le cicatrici
sembravano saltare da un posto all’altro.
· Le donne: tutto quello che dava piacere a
lei era meschino e deprimente.
·
La
mamma di Julian: gli occhi azzurro cielo erano innocenti e inviolati
dall’esperienza, come doveva averli avuti a dieci anni. Se non fosse stata una
vedova che aveva lottato ferocemente per mantenerlo, vestirlo e farlo studiare,
e che lo manteneva ancora, “in attesa che imparasse a stare in piedi”, avrebbe
potuto essere una bambina che Julian doveva portare in città.
·
Uno sguardo sulle case popolari: mostruosità bulbose,
color fegato, di una bruttezza uniforme, anche se non ce n’erano due uguali.
·
Avete presente quei genitori che non hanno studiato per dedicare tutta
la loro vita a voi e ai vostri studi? Creano una mescolanza di amore e vergogna
che è un sentimento unico nel suo genere. Flannery vi si dedica da par suo nel
racconto OMEGA: Julian camminava con le mani in tasca, la
testa bassa, protesa in avanti, e gli occhi appannati dalla decisione di
rimanere completamente insensibile per tutto il tempo che avrebbe sacrificato
al piacere di sua madre… Le camminava al fianco, saturo di depressione, come se
nel pieno del martirio avesse perduto la fede.
·
Ottimismo che aiuta a vivere: lei definiva
la propria insensibilità “capacità di adattamento”.
·
Lui quando parla la mamma zoticona: stava
ritirato nell’angolo più remoto dei suoi pensieri, dove in sua compagnia trascorreva
la maggior parte del tempo.
·
La versione di Julian circa sua mamma: viveva
secondo la legge del suo mondo fantastico, oltre il quale non aveva mai messo
piede. Questa legge consisteva nel sacrificarsi per il figlio, dopo averne
creato la necessità mandando in malora tutto… lei era rimasta con i denti
cariati, per far raddrizzare i suoi…
·
Le distrazioni di un depresso: gli dava
una certa soddisfazione vedere l’ingiustizia intenta al suo lavoro quotidiano.
·
Bile cosmopolita: la fissa che, salvo rare
eccezioni, non ci fosse nessuno che valesse la pena di conoscere nel raggio di
cinquecento miglia.
·
Alla fine sale un negro sull’autobus: il
gomito della madre bussò con insistenza alle costole di Julian.
·
Sogni ad occhi aperti di un figlio
oppresso dall’amatissima/odiatissima madre razzista: … poi affrontò l’orrore
supremo. Lui portava a casa una donna bellissima, sospettosamente negroide.
·
In fondo al pullman la solita negra obesa…
con i piedi che traboccavano da un paio di scarpe rosse.
·
L’educatore: Fece una pausa, per lasciar
penetrare l’idea…
·
Sforzo supplementare: … sforzandosi di
trafiggere la coscienza del figlio con lo sguardo.
·
Tecnica supplementare: parlava un po’
difficile, per dargli qualcosa da conquistare.
·
Reazione del discente: un lampo
d’attenzione, poi più nulla.
·
Potrebbe fare meglio ma non si applica: sul
viso era quasi tangibile una specie d’intelligenza fanatica.
·
Nei racconti di Flannery Grazia, Profezia
e Mostruosità flirtano di continuo: Rufus Johnson si appoggiò allo schienale
della sedia e si tirò sul ginocchio il mostruoso piede equino.
·
Comincia la profezia: l’eccitazione
rendeva sottile la sua voce.
·
Itinerari dell’indignazione: l’aria
indignata era scomparsa dalle guance vuote ed era approdata nelle caverne degli
occhi.
·
Nel lebbrosario: la compassione si
trasformò in disgusto per tornare compassione un attimo dopo.
·
Papa Francesco è meno consolatorio di quel
che vorrebbe essere: Norton avrebbe preferito vedere sua madre all’inferno,
piuttosto che nel nulla.
·
Segnali ambigui: c’era una strana nuova
vitalità in lui, ma forse segno di vizi nuovi e più gagliardi.9342