DEMOCRAZIA BENE DI LUSSO
Dopo aver scoperto quanto la democrazia non conviva bene con l’economia, ci consolavamo tutti dicendoci che per lo meno garantiva la pace verso i cittadini che votavano nonché verso le altre democrazia. Anche perché armati da questa certezza avevamo di fatto trasformato le elezioni in un prodotto d’ esportazione in vista del progetto “Armonia Universale”.
Paul Collier, numeri alla mano, dissipa questa illusione: finché il reddito pro capite di una nazione non supera i 2.700 dollari tra democrazia e violenza politica sembrerebbe esserci un robusto legame di causa-effetto. In Africa, tanto per farsi un’idea, ad ogni voto segue regolare colpo di stato con regolare guerra civile: forse meglio evitare che una simile catena di sciagure si inneschi. Più che sul voto meglio puntare sulla libera stampa e sulle regole (poche ma realmente condivise), in modo da irrobustire la società civile e creare un sentire comune che generi la ricchezza minima necessaria per comprare un "bene di lusso" come la democrazia.
P.S. Si noti che la Cina ha appena superato la soglia critica