È difficile sentire la Caritas dire che i poveri stanno diminuendo, o la FAO dire che sempre meno gente soffre la fame, o l’ OMS minimizzare i rischi di una pandemia, o l’IPCC rassicurarci sui rischi del riscaldamento globale.
Al contrario: il loro mestiere sembra consistere nel lanciare allarmi…
… perchè la Caritas preferisce denunciare l’esistenza di 8 milioni di poveri anzichè dirci quante persone ha fatto uscire dalla miseria?…
Ma perché?
Risposta possibile…
… queste istituzioni vivono di sussidi e devono di mostrare che si tratta di soldi ben spesi…
Una seconda risposta…
… bisogna sensibilizzare il pubblico per una buona causa…
Perché se i poveri in Italia sono 3 milioni la Caritas deve dire che sono 8?…
… perché usa i dati della povertà relativa… (per cui è “povero” chi guadagna meno della metà del reddito mediano)… anziché quelli della povertà vera (per cui è povero chi non guadagna abbastanza da poter acquistare un paniere di sussistenza)…
Svelato il trucco, veniamo a considerazioni più generali.
Il novecento è pieno di degnissime cause che proprio per il loro disprezzo della realtà sono finite in tragedia…
… non è che questo vizietto di rappresentare i mali come invincibili produce rassegnazione?…
Le ricerche sulla partecipazione politica…
… si è scoperto che la partecipazione politica si fonda sulla sensazione di poter cambiare le cose… il senso di impotenza conduce verso il privato e il qualunquismo…
Chi si occupa di povertà nel mondo si limita a lanciare allarmi mantenendo il vizietto di non accennare mai ai grandi successi ottenuti nel recente passato. Poiché l’allarmismo è continuo, rassegnarsi è la reazione più naturale.
Luca Ricolfi: Illusioni italiche