lunedì 19 maggio 2008

Adagi sulla discriminazione

TS (Thomas Sowell) nel suo EWW, sembra avere molto da dire su molte cose.

Per esempio sembra infervorarsi parecchio ogni volta che affronta l' argomento delle discriminazioni razziali e di genere.

Infervorarsi è la parola sbagliata, lui parla compreso nel ruolo dell' editorialista prestigioso ed ascoltato che ha pubblicato 32 libri, osservando le cadenze del vecchio saggio dalla solida reputazione che puo' evitare fastidiose note a piè di pagina.

Sul punto relativo alla politica delle quote, dopo la pag. 192, tornano alcune osservazioni:

  1. c' è un primo mito che inquina il dibattito: il pluralismo migliora la qualità dei college. Falso, il doppio standard di entrata e la presenza di studenti con preparazioni differenziate, abbassa la qualità complessiva del college;
  2. c' è un secondo mito: è decisiva la presenza di "role models". Nelle scuole, alla minoranza giova constatare una sua rapprersentanza nel corpo docente. I fatti non confermano cio' che molti scontano;
  3. i due miti, negati in pubblico dai sostenitori, sono da loro stessi confermati in privato. Tanto è vero che alle amministrazioni dei College è richiesto di evitare il voto segreto quando si esprimono in materia di quote;
  4. la stagione dei diritti civili è un po' sopravvalutata: nei vent' anni che la precedettero, uscì dalla povertà una quota di neri di gran lunga superiore a quella che uscì nei 40 anni successivi alle conquiste legislative. Molti (liberal, black leader...) hanno semplicemente rivendicato un merito che non avevano;
  5. c' è un fatto che disturba molte rappresentanti del movimento femminista: guardando alle percentuali, la posizione delle donne nella società americana (master, lauree, diplomi, lauree in matematica, master in economia, who's who...) era più prestigiosa prima delle rivoluzioni anni sessanta. Solo recentemente si sono ripristinati i livelli precedenti. Forse l' andamento demografico (baby boom) ha contato più delle urla in piazza. D' altronde si sa: fare la mamma di tre bambini porta via molto tempo e ne rimane poco per il master;
  6. entrare in una squadra di basket non aumenta la nostra statura. I fatti confermano. Eppure un dogma simile anima i sostenitori dell' affirmative action: studiare nei college più prestigiosi aumenta il profitto e il reddito futuro del giovane nero. I fatti negano;
  7. la politica delle quote a favore dei neri, rischia di produrre un triplice danno: 1) danneggia il bianco con le carte in regola che viene escluso 2) danneggia il nero ammesso senza merito che probabilmente si ritirerà dagli studi e sarà in ritardo per tamponare con valide alternative il suo fallimento 3) danneggia i migliori studenti appartenenti alle minoranze sui quali graverà sempre un pregiudizio di favoritismo (es: per gli avvocati neri gli stipendi sono mediamente più bassi). I fatti sembrano confermare.
  8. falso argomento in favore delle quote: persino il big business sostiene la politica delle quote! Il big business difende i suoi interessi: senza quote precise le cause di discriminazione fioccano. I neri denunciano per la scarsa rappresentanza, i bianchi per l' esclusione ingiusta che subiscono: è il paradiso degli avvocati.