Avendo gridato troppe volte a squarciagola: "fascista!!", mi sono accorto di perdere progressivamente il senso di quell' accusa.
Lentamente l' urlo si trasformava in un vacuo sbraitare e alla fine era persino controproducente avanzare quella contestazione; formulata in tal modo era la prova provata della mia superficialità.
Alla fine mi rassegnai: una parola dapprima tanto preziosa, era divenuta ormai inservibile.
Che peccato rottamare le parole, potremmo averne bisogno proprio nel momento in cui non le abbiamo più in magazzino.
Urgono contromisure.
Anche perchè la medesima sottrazione di senso si verifica per altri vocalizzi di solito emessi con un accompagnamento ragguardevole di decibel. Esempio: "razzista!!!".
E' imbarazzante il mutismo degli urlatori professionali che si esercitano con queste liriche. Spesso si tratta di gente che ha fatto dell' indignazione uno stile di vita.
Ma chi è un razzista? Forse è il caso di averlo chiaro almeno a se stessi.
Ipotesi 1 - Il razzista probabilista.
Razzista è colui che nella vita quotidiana, per adempiere al meglio i suoi doveri, discrimina le persone sulla base di intuizioni statistiche.
Per esempio: in USA la polizia compie i suoi controlli antidroga fermando molte più auto guidate da neri rispetto a quelle condotte da bianchi.
Non ravvedo razzismo: è risaputo che i neri spacciano più dei bianchi.
Volendone una conferma basterebbe constatare che gli spacciatori neri arrestati durante questi controlli pareggiano come numero quelli bianchi. Cio' indica assenza di pregiudizi (il gruppo meno controllato è incentivato a delinquere, quando si raggiunge un equilibro tra i gruppi significa che tutti i gruppi hanno il medesimo incentivo, in questo caso l' equilibrio è ottenuto esercitando una maggiore pressione sui neri).
A recriminare dovrebbero essere gli ispanici: la percentuale di controlli che subiscono è sproporzionata rispetto agli arresti.
Se l' Italiano diffida dell' albanse o del nigeriano è razzista? Dipende. Se l' albanese ha più probabilità di delinquere, no. Per dismettere il tono ipotetico e avere una risposta più concreta, basta basta farsi un giro nelle carceri italiane.
Difficilmente è razzista colui che manifesta un disagio per la vicinanza della sua residenza ad un campo ROM. La statistica lo salva dall' infamante accusa: costui ha più probabilità di subire un furto e le sue apprensioni sono giustificate.
Sarebbe meglio evitare l' accusa di razzismo a chi si limita a "ragionare bene". La polizia americana organizza razionalmente i suoi posti di blocco, perchè gettare fango su di lei?
Ipotesi 2 - Il razzista scientifico.
E' colui che nota differenze innate tra gruppi di etnie diverse.
Il razzista statistico non è un razzista, anche perchè spesso recrimina sulla sfortuna e sull' ingiustizia che deve subire chi comunque non rinuncia a considerare un "diverso", anzi un "peggiore".
Se la causa di certi comportamenti è ambientale, nessuno potrà mai accusarlo di razzismo.
Che dire allora del razzista scientifico? Secondo lui un nero ha delle tare proprio perchè è nero.
Penso che nemmeno lui sia un razzista.
Se uno scienziato rintraccia una caratteristica nel patrimonio genetico dei neri ed è in grado di dimostrare come quella caratteristica pregiudichi certe performances, cosa dovrebbe fare? Tacere? e' razzista solo perchè parla? Sarebbe assurdo.
No, nemmeno lo scienziato puo' essere considerato un razzista.
nella nostra ipotesi, l' unico modo per non essere razzisti è rinnegare il metodo scientifico. Troppo oneroso.
Ipotesi 3 - Il razzista giuridico.
E' colui che pretende di attribuire diritti differenziati a persone con caratteristiche diverse.
Mi sa che questa volta ci siamo.
Qui, secondo me, abbiamo a che fare con il vero razzista.
Poichè i neri hanno tare innate (o culturali) a loro deve essere prudenzialmente precluso a priori il diritto al porto d' armi. A tutti, in quanto neri. E per il loro bene.
Accogliendo questa definizione incappiamo in un evento spiacevole: molte politiche comunemente accettate possono definirsi "razziste".
Esempio: poichè i neri hanno certe caratteristiche loro proprie, è giusto privilegiarli con un vantaggio nell' accesso universitario. Un privilegio che spetta a tutti i neri. Per il loro bene.
Poichè le ragazze... è giusto che godano di diritti a priori più vantaggiosi rispetto ai ragazzi. Una garanzia che spetta a tutte. A priori. Per il loro bene.
Per quanto nitide, non so fino a che punto queste conclusioni siano accettabili.
Basta pensare ai casi concreti: la Prestigiacomo avrebbe una forma mentis di gran lunga più incline al razzismo rispetto a Borghezio.
Lentamente l' urlo si trasformava in un vacuo sbraitare e alla fine era persino controproducente avanzare quella contestazione; formulata in tal modo era la prova provata della mia superficialità.
Alla fine mi rassegnai: una parola dapprima tanto preziosa, era divenuta ormai inservibile.
Che peccato rottamare le parole, potremmo averne bisogno proprio nel momento in cui non le abbiamo più in magazzino.
Urgono contromisure.
Anche perchè la medesima sottrazione di senso si verifica per altri vocalizzi di solito emessi con un accompagnamento ragguardevole di decibel. Esempio: "razzista!!!".
E' imbarazzante il mutismo degli urlatori professionali che si esercitano con queste liriche. Spesso si tratta di gente che ha fatto dell' indignazione uno stile di vita.
Ma chi è un razzista? Forse è il caso di averlo chiaro almeno a se stessi.
Ipotesi 1 - Il razzista probabilista.
Razzista è colui che nella vita quotidiana, per adempiere al meglio i suoi doveri, discrimina le persone sulla base di intuizioni statistiche.
Per esempio: in USA la polizia compie i suoi controlli antidroga fermando molte più auto guidate da neri rispetto a quelle condotte da bianchi.
Non ravvedo razzismo: è risaputo che i neri spacciano più dei bianchi.
Volendone una conferma basterebbe constatare che gli spacciatori neri arrestati durante questi controlli pareggiano come numero quelli bianchi. Cio' indica assenza di pregiudizi (il gruppo meno controllato è incentivato a delinquere, quando si raggiunge un equilibro tra i gruppi significa che tutti i gruppi hanno il medesimo incentivo, in questo caso l' equilibrio è ottenuto esercitando una maggiore pressione sui neri).
A recriminare dovrebbero essere gli ispanici: la percentuale di controlli che subiscono è sproporzionata rispetto agli arresti.
Se l' Italiano diffida dell' albanse o del nigeriano è razzista? Dipende. Se l' albanese ha più probabilità di delinquere, no. Per dismettere il tono ipotetico e avere una risposta più concreta, basta basta farsi un giro nelle carceri italiane.
Difficilmente è razzista colui che manifesta un disagio per la vicinanza della sua residenza ad un campo ROM. La statistica lo salva dall' infamante accusa: costui ha più probabilità di subire un furto e le sue apprensioni sono giustificate.
Sarebbe meglio evitare l' accusa di razzismo a chi si limita a "ragionare bene". La polizia americana organizza razionalmente i suoi posti di blocco, perchè gettare fango su di lei?
Ipotesi 2 - Il razzista scientifico.
E' colui che nota differenze innate tra gruppi di etnie diverse.
Il razzista statistico non è un razzista, anche perchè spesso recrimina sulla sfortuna e sull' ingiustizia che deve subire chi comunque non rinuncia a considerare un "diverso", anzi un "peggiore".
Se la causa di certi comportamenti è ambientale, nessuno potrà mai accusarlo di razzismo.
Che dire allora del razzista scientifico? Secondo lui un nero ha delle tare proprio perchè è nero.
Penso che nemmeno lui sia un razzista.
Se uno scienziato rintraccia una caratteristica nel patrimonio genetico dei neri ed è in grado di dimostrare come quella caratteristica pregiudichi certe performances, cosa dovrebbe fare? Tacere? e' razzista solo perchè parla? Sarebbe assurdo.
No, nemmeno lo scienziato puo' essere considerato un razzista.
nella nostra ipotesi, l' unico modo per non essere razzisti è rinnegare il metodo scientifico. Troppo oneroso.
Ipotesi 3 - Il razzista giuridico.
E' colui che pretende di attribuire diritti differenziati a persone con caratteristiche diverse.
Mi sa che questa volta ci siamo.
Qui, secondo me, abbiamo a che fare con il vero razzista.
Poichè i neri hanno tare innate (o culturali) a loro deve essere prudenzialmente precluso a priori il diritto al porto d' armi. A tutti, in quanto neri. E per il loro bene.
Accogliendo questa definizione incappiamo in un evento spiacevole: molte politiche comunemente accettate possono definirsi "razziste".
Esempio: poichè i neri hanno certe caratteristiche loro proprie, è giusto privilegiarli con un vantaggio nell' accesso universitario. Un privilegio che spetta a tutti i neri. Per il loro bene.
Poichè le ragazze... è giusto che godano di diritti a priori più vantaggiosi rispetto ai ragazzi. Una garanzia che spetta a tutte. A priori. Per il loro bene.
Per quanto nitide, non so fino a che punto queste conclusioni siano accettabili.
Basta pensare ai casi concreti: la Prestigiacomo avrebbe una forma mentis di gran lunga più incline al razzismo rispetto a Borghezio.