sabato 16 maggio 2020

Siamo nel 1990 e tu - economista di vaglia - proponi un ambizioso piano di privatizzazioni per i paesi ex-sovietici assumendo che il governo sia in grado di realizzarlo senza troppa corruzione. Probabilmente il tuo sarà un ottimo piano perché hai tutte le carte in regola per redigerlo, tuttavia ancora migliore sarà il piano di chi, magari economista dilettante, è però disposto a tenere nel giusto conto la dimensione politica. Vedo già la tua reazione: "sono un economista io, non faccio politica!". Bene, allora evita di presentare il tuo piano al governo o di discuterne in TV, resta nell'ombra dell'accademia, il tuo contributo non è utile all'azione concreta di governo. Ignorare le altre discipline può andare bene quando non c'è interazione ma i casi di questo tipo sono rari nella realtà, non per niente i "tuttologhi" fanno previsioni mediamente più accurate rispetto agli specialisti (Tetolck docet).
Se un epidemiologo presentasse ai politici ciò che è "solo una stima della situazione sanitaria del paese", personalmente lo escluderei dal dibattito sulle policy, altri meritano la precedenza poiché in questo momento la sanità pubblica, la politica e l'economia interagiscono in modo significativo.
In certi casi è meglio dire "non lo so" anziché trincerarsi dietro uno sterile "specialismo".