martedì 12 maggio 2020

LA FINE DELLO SPECIALISTA.

LA FINE DELLO SPECIALISTA.
Tutti sanno che nel 1997 il supercomputer IBM Deep Blue sconfisse in una partita a scacchi il massimo specialista del ramo, Garry Kasparov. Ma forse non tutti sanno che Deep Blue venne regolarmente battuto da Anson Williams. Anson non era un grande scacchista, giusto un discreto dilettante o poco più. Ma Anson si avvaleva della collaborazione di tre macchine e sfruttava il paradosso di Moracev: "le macchine e gli esseri umani hanno punti di forza e di debolezza opposti". Anson non era uno specialista degli scacchi ma sapeva analizzare i dati e di volta in volta porre le domande giuste alla macchina che lavorava come sua schiava e compiva il lavoro duro. Kasparov ebbe a dire che tutta la sua vita di scacchista era stata spesa nel riconoscere il modello di partita che si ritrovava a giocare (nella sua mente erano memorizzati migliaia di questi modelli), ma ora il computer compiva l'operazione cruciale meglio e più velocemente di lui. I punti di forza della macchina, infatti, sono gli stessi dello specialista, i punti di forza dell'uomo sono quelli del genio eclettico in grado di elaborare strategie a lunga gittata.
Gli epdemiologi sono i nostri "specialisti" del momento ma abbiamo veramente bisogno di loro? Lo dico perché la mia impressione è che la macchina possa sostituirli nelle loro competenze più specifiche, cio' di cui abbiamo bisogno è di "epidemiologi dilettanti" geniali ed eclettici in grado di saper leggere dati e grafici e ideare modelli strategici minimamente affidabili.
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