La criminalità organizzata, come ogni impresa commerciale, necessita di servizi pubblicitari ma, per ovvi motivi, non può avvalersi di un'agenzia tradizionale, cosicchè, da sempre, ricorre a vie alternative, una su tutte: il cinema.
Ne sa qualcosa il regista Juzo Itami che, recentemente, per aver dato un'immagine triviale della Yatsuka giapponese è stato sfregiato. Tuttavia, di solito, il sodalizio tra i due mondi gira in modo quasi perfetto e le mafie si sono sempre dimostrate riconoscenti per i servigi ricevuti più o meno volontariamente dal mondo del cinema.
Quando ci capita di osservare da vicino personaggi come Riina o Provenzano restiamo leggermente delusi, ma non c'è da meravigliarsi, nemmeno la famiglia tradizionale assomiglia molto a quella del Mulino Bianco.