Il ritorno del dilettante
La rete è il regno degli editoriali a cura del dilettante.
Puo’ essere utile la riflessione dilettantesca o è solo una forma degradata della riflessione professionale?
Puo’ il dilettante tappare i buchi del professionismo esasperato o è destinato solo a rimestare nel torbido?
Puo’ il dilettante sfruttare le inadeguatezze del sapere scientifico ufficiale?
Sappiamo che il dilettante è spesso ideologizzato e approssimativo, ma anche il mondo accademico ha i suoi buchi.
Del resto, in passato, il dilettantismo è stato molto prezioso: pensiamo al ruolo da protagonisti che i dilettanti hanno avuto nella rivoluzione industriale.
Poi sono spariti, e ora tornano con l’avvento del web.
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Nel mondo della ricerca accademica si fronteggiano ricercatori e finanziatori.
La scienza è il regno della verità ma la scienza la fanno ricercatori e finanziatori, due soggetti che non mettono il sapere in cima alla loro lista di priorità.
I ricercatori in genere vogliono pubblicare i loro lavori e ottenere delle citazioni poiché questo costituisce un buon viatico verso la cattedra e la carriera personale.
Il numero di citazioni ottenute per ora di lavoro puo’ essere un indice adeguato su cui parametrare il loro sforzo.
In questo senso il lavoro accademico è “inadeguato” per chi ricerca onestamente la verità.
Ma le distorsioni si presentano anche sul lato dei finanziatori, i quali sono alla ricerca di prestigio.
La quota di prestigio per euro spesa è una misura che inquadra bene il loro sforzo.
Il finanziatore vuole una ricerca che finisca sui giornali,meglio se compare accanto al nome di Stephen Hawking.
Il micro-Hawking per euro misura bene lo sforzo del finanziatore.
In queste condizioni molti lavori promettenti sono tralasciatidal mercato accademico, questo perché non producono né prestigio né citazioni.
E’ questo il terreno di pascolo del dilettante.
Si noti che se anche il sistema accademico ha delle falle, resta sempre estremamente competitivo.
Su un mercato competitivo non esistono occasioni da cogliere. In un sistema competitivo non si liberano mai nuove energie.
Si eviti quindi di cadere nella “fallacia dell’energia libera”, che è tipica di chi ragiona così:
Il sistema ha lo scopo di cucinare frittate, e tuttavia, anche se appare competitivo, sforna pessime frittate. Perché mai non potrei sfruttare le mie abilità di cuoco entrando nel sistema e offrendo le mie notevoli frittate?
Chi ragiona così probabilmente non ha capito che il sistema compete su dimensioni diverse rispetto a quella da lui ipotizzata, di conseguenza lì non c’è nulla per lui.
Una volta entrato su quel mercato sarà subito espulso o uniformato.
Capirà subito che non basta saper cucinare delle buone frittate.
Per pubblicare un lavoro scientifico, è meglio lavorare in un’università prestigiosa, per esempio. E’ meglio che il lavoro contenga parecchia matematica di alto livello, per esempio. Questo anche se tutto questo non ha molto a che fare con l’adeguatezza del risultato finale.
Il fatto di saper “fare le frittate” puo’ essere un bonus da sfruttare solo se hai tutti gli altri requisiti.
I finanziatori non hanno soldi da dare per le tue “buone frittate” visto che molti altri cuochi stanno già competendo tra loro per ottenerli.
Il sistema accademico non è adeguato ma è efficiente, ovvero non ha energie da liberare: ha raggiunto un suo equilibrio e non si smuove se non accadono cose nuove. E’ impossibile lavorare nel sistema se non uniformandosi.
Questa discrasia tra efficienza ed adeguatezza offre una possibilità al dilettante (colui che sta fuori dal sistema) e a chi lo segue.
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Che lezione trarre?
1. Un dilettante appassionato merita di essere letto quando si occupa di temi marginali trascurati dai giornali.
Per esempio, un mio parente era soggetto ad una malattia rarissima, ho perso parecchio tempo per informarmi in merito e ora sono abbastanza convinto di saperne di più rispetto al medico medio. Questo perché a nessuno frega niente di quella malattia.
2. Il dilettante appassionato merita di essere letto anche quando prende posizioni controcorrente che in società farebbero perdere prestigio.
Esempio: in rete ho reperito molti argomenti anti-scuola che trovo meritevoli. Li tengo in considerazione anche quando non hanno un buon supporto scientifico poiché questo è il tipico tema dove mi aspetto una produzione accademica inadeguata.
Parlare bene della scuola, della donna, del povero, del malato, del bambino, della costituzione, del papa, del migrante… è “socialmente desiderabile”, questo rende più credibili i blogger controcorrente su questi temi.
In questo senso è più proficuo leggere i blogger politicamente scorretti, o comunque lontani dal mainstream.
In sintesi: il dilettante appassionato, non ideologizzato, senza conflitti di interesse, scorretto, che si occupa di temi marginali… è quello più meritevole di essere seguito.
In caso contrario, rivolgetevi a un professionista: la rete è zeppa di pubblicazioni accademiche.