Su quella questione dei colori, abbiamo poi ragione noi o i daltonici?
L' oggettivista pretende di rispondere.
Il sordo può descrivere perfettamente un suono ma non può ascoltarlo.
Il cieco può descrivere perfettamente un colore ma non può osservarlo.
Il robot può descrivere una situazione ingiusta ma non può giudicarla.
Al sordo manca il senso del suono. Al cieco manca il senso della vista. Al robot manca il senso morale.
Per l'oggettività tutto è nell'oggetto. Il suono, il colore, la moralità stanno nelle cose.
Per il soggettivista le qualità degli oggetti si producono nel soggetto che le sperimenta. Il colore, il suono, la moralità sono esperienze intime del soggetto.
Dubbio. L'assassino che uccide l'innocente ci fa gridare all'ingiustizia oggettiva. Basta descrivere.
Risposta. Perché ci sia ingiustizia occorre che ci sia intenzione dell'assassino, quindi qualcosa di inosservabile. Qualcosa che è presente a parità della descrizione. Qualcosa che il robot non può cogliere poi che riguarda la coscienza e lui non sa cosa sia la coscienza.
Nonostante tutto questo sembrerebbe che soggettivismo e oggettivismo siano solo due modi di descrivere le cose. E qui torniamo ai daltonici.
Un'ape che vede i fiori in bianco e nero, si sbaglia? Oppure ci sbagliamo noi che li vediamo a colori?
Il modo di vedere dell'Ape è funzionale alla sua natura. Il modo nostro di vedere e funzionale alla nostra natura. Sia l'uomo che l'ape non si sbagliano. L'uomo è l'ape costituiscono un armonia.
Solo il soggettivismo rende conto di questa armonia.