Sex and the City
Che la donna stia sottomessa all’uomo!
Per Costanza Miriano le dure parole di Paolo possono essere riabilitate: la sottomissione della donna sarebbe da intendersi come un regalo spontaneo e fatto con amore al proprio sposo.
In effetti, nel nostro immaginario la figura della donna innamorata evoca potentemente l’altruismo e la dedizione. L’atto amoroso ce lo immaginiamo tutti come l’atto donativo per eccellenza, specie nella donna.
Ma per incrinare queste certezze basta chiedere alle donne stesse: perché fanno l’amore?
Ormai girano diversi sondaggi, alcuni più attendibili di altri, quasi sempre le risposte sono… “impreviste”.
Innanzitutto le motivazioni sono 237.
Difficile pensare ad un maschio con tante mete da raggiungere… a letto.
Ma a colpire di più è il fatto che quasi tutte sianopara-egoistiche.
Dominano: la voglia di sentirsi bene, il cedimento ad un’attrazione, la voglia di fare esperienze, l’esigenza di dimostrare all’altro il proprio affetto.
Le motivazioni più classicamente “amorose” vengono dopo, ma neanche qui troviamo unautentico altruismo.
Troviamo piuttosto la voglia di esprimere il proprio sentimento, l’esigenza di dare sfogo ad un’eccitazione, il bisogno di dare una consistenza reale al proprio amore, la voglia di sentirsi in intimità, eccetera.
Seguono altre voglie di varia natura: la foia, il divertimento, la curiosità, il piacere, lo status, l’avventura…
La prima motivazione realmente altruistica è all’11esimo posto: la voglia di compiacere il proprio compagno.
A quanto pare la critica che viene rivolta spesso ad economisti ed evoluzionisti – ovvero di postulare un uomo egoista/invidioso – ne esce indebolita.
Se ad essere egoista è persino… la donna innamorata, ovvero l’emblema del dono.
D’altronde, gli uomini si lamentano continuamente delle loro compagne: 1/5 delle coppie stabili ha smesso completamente l’amore fisico.
Questa astinenza totale non sorprende, anche perché la donna è spesso attratta dacaratteristiche che lui snobba: profumo, umorismo, affidabilità, status.
Oltretutto, per la donna, il sesso è spesso strumentale, lo usa per vendicarsi, per coltivare la sua immagine di donna esperta, per competere con altre donne, per ricattare o premiare il partner…
Inoltre, l’orgasmo femminile ha anche unafunzione selettiva: isola i compagni più pazienti e premurosi.
Una volta che l’accoppiamento è stabile una funzione del genere si perde.
Nella coppia il sesso si riduce perché si affievolisce la stima: il mistero e la mitizzazione dell’altro vengono meno con la frequenza quotidiana. Ma vengono meno anche molte competitrici.
Per l’uomo è un problema, anche perché parliamo quasi sempre di monogami di fatto!
Ma puo’ essere un problema anche per la società: la pedofilia, per esempio, sembra una pratica subentrata con l’avvento della monogamia, ovvero con l’accesso limitato alle donne.
Il tradimento non sembra una valvola di sfogo sufficiente. In genere lo si pratica quando il rapporto è alla deriva. Le uniche eccezioni sono 1) chi soffre d’ansia di prestazione all’interno del matrimoni e 2) chi si trova nelle condizioni compierlo senza rischi.
E’ singolare, comunque, che il tradimento non siapredetto dalla frequenza e dalla qualità dei rapporti sessuali nel matrimonio. Pesano di più altri fattori.
Man mano che il matrimonio procede, la donna si mette in cerca di potere contrattuale e raziona le dosi di sesso tenendoti sempre sul filo del rasoio.
All’inizio del matrimonio molte questioni devono essere contrattate più o meno implicitamente: chi si alza per i figli? Dove si va a vivere? Come ci si arrangia con i soldi? Il sesso diventa così un fattore importante che travalica le motivazioni più tradizionali e di facciata.
Il matrimonio puo’ essere visto ANCHE come uno scambio: lui offre assicurazioni, lei garantisce sesso. Ma un impegno del genere è sgradevole da esplicitare.
La mancata esplicitazione di solito favorisce la donna (anche per questo sono loro le più desiderose di sposarsi). La tipica umoralità nelle questioni legate al sesso puo’ essere vista come un espediente per trarre vantaggio dalla natura implicita del patto.
Il problema si potrebbe risolvere con la clausola delsesso obbligatorio all’interno del matrimonio.
Oppure rilassando le aspettative verso l’uomo; per esempio: nessun obbligo di dormire a casa.
Entrambe le soluzioni sono già state ampiamente adottate in passato.
Ma dovrebbero essere le donne ad attivarsi nella riproposizione, poiché se lo facesse l’uomo lancerebbe disastrosi segnali di sfiducia.
Ma il sesso è una strana bestia, non riusciamo mai a pensarlo in modo lineare. Esempio: rispettiamo sempre di più le prostitute (sex workers) ma non ammettiamo la programmazione sessuale.
Troviamo inammissibile offrire sesso per unabuona causa ma ammissibile offrire la propria vita.
Chissà perché?
Per noi è essenziale che si possa dire “no” anche all’ultimo momento. Il tabù impone che il contratto resti implicito affinché la donna possa specularci sopra.
Ovviamente non voglio parlare di complotti.
Si tratta solo di inclinazioni ereditate e che vengono da chissà dove. Ciascun organismo tende ad accaparrarsi dei vantaggi stando attento a non mandare all’aria l’equilibrio generale dell’ambiente in cui vive.
E a provarlo al meglio sono le inclinazioni in senso opposto, che pure esistono.
Un esempio preclaro: perché mai l’aborto selettivoè considerato una discriminazione anche da quelle femministe che con l’aborto non hanno nessun problema?
In fondo questa pratica, una volta adottata, è destinata a conferire molto più potere contrattuale alle future donne.
Forse che l’aborto selettivo lancia segnali inaccettabili? Forse. Sta di fatto che questo atteggiamento di condanna incongrua realizza un corto circuito tra segnali e sostanza.
Se davvero ci fosse un “complotto” delle donne sicuramente la sostanza prevarrebbe sulleformalità segnaletiche.
Le femministe stanno forse complottando contro se stesse?