Secondo passo: Dio è amore (e quindi una trinità)
Perché il Dio più probabile – il Dio d’amore – dovrebbe articolarsi su tre persone divine?
A prima vista la cosa appare contro intuitiva.
Rendere conto del Dio-Padre è semplice, tanto è vero che ad esso credono anche ebrei e musulmani.
Ma il cristianesimo va oltre postulando l’esistenza di tra persone che agiscono in modo perfettamente coordinato. E’ questo un pleonasma? E’ questa una debolezza della dottrina?
Cerchiamo di ragionare in astratto immaginandoci Dio-Padre da solo, e ricordiamoci che dalla sua definizionediscende che è un amante perfetto:
L’amante perfetto esige un amato.
L’amore più alto è quello tra pari. Per esempio, l’amore sponsale è più nobile di quello dei genitori verso i figli. Quest’ ultimo è naturale, oserei dire che è facile. Il primo invece va costruito sapientemente, esige sacrifici e adattamenti.
Questa pappardella è una verità talmente cruciale che il cristianesimo la esprime postulando l’esistenza di un Dio-Figlio, ovvero di un amato della stessa natura dell’amante.
Per questo si dice che il Figlio non è creato ma generato. Per insistere sulla pari natura dell’amato. Per analogia: noi creiamo dal nulla (o quasi) i Playmobil, che sono oggetti a noi inferiori. Ma generiamo i nostri figli, che sono (o diverranno) soggetti di dignità in tutto pari alla nostra.
Non esiste un momento in cui il Dio-Figlio viene generato, perché se esistesse esisterebbe anche un momento precedente in cui il Dio-Padre non ama un suo pari, il che non è possibile. Da cio’ deriva che il Dio-Padre e il Dio-Figlio si identifichino.
Veniamo ora alla ratio della terza persona.
Due amanti possono anche chiudersi in casa e amarsi in modo “egoistico”, estraniandosi da tutto.
Non di questo tipo l’amore divino.
Ma due amanti possono anche sposarsi, avere figli, partecipare attivamente alla vita comunitaria, essere propulsori di iniziative benefiche, e possono trarre queste energie proprio dal loro amore.
L’amore divino è di questo tipo.
Questo spirito di cooperazione tra Padre e Figlio che diffonde il bene intorno alla coppia è chiamato dalla tradizione Spirito Santo, ed è la terza persona della Trinità.
L’amore cristiano non è solo condivisione ma anche cooperazione per espandere la condivisione. Il concetto si sostanzia nella credenza dello Spirito Santo.
Anche questo ulteriore elemento discende necessariamente dai precedenti, cosicché lo Spirito Santo è elemento integrante della realtà di Dio, non viene generato in un tempo successivo.
Dal fatto che non possano esistere tre esseri onnipotenti che abbiano un qualche contrasto, discende la perfezione del loro coordinamento, pur nelle diverse sfere di competenza.
E’ proprio grazie al perfetto coordinamento delle tre persone che diventa possibile parlare di un unico essere articolato su tre persone.
In sintesi, come distinguere le tre persone?
Il Dio-Padre sta all’inizio della catena descritta, è quindi la persona “in-causata”, solo lui è “ontologicamente necessario”, direbbero i filosofi. Dio-Figlio e Dio-Spirito Santo sono “metafisicamente necessari”. Mentre il Dio-Figlio discende dal Dio-Padre, lo Spirito Santo discende dall’azione combinata di Padre e Figlio.
Perché solo tre?
Perché la storia dell’amore divino è essenzialmente quella che ho raccontato. Finisce così. Non necessita un quarto “step”, è sostanzialmente esaurita.
Notare che la dottrina, per quanto complicata, non pregiudica la semplicità dell’ipotesi teista poiché tutto discende senza ulteriori assunti rispetto a quelli semplici di partenza.
Perché di fronte a tre persone divine non parliamo di politeismo?
Perché le tre persone sono perfettamente coordinate, non discutono, non si confrontano, non confliggono, possiamo considerarle un essere solo e chiamarlo Dio.
La dottrina della Trinità puo’ essere raccontata in modo semplice: 1) una persona che ama veramente, ama nel modo più nobile 2) l’amore più nobile è quello tra eguali, 3) un amore autentico diffonde amore intorno a sé.
In fondo il matrimonio sintetizza abbastanza bene i concetti sottostanti alla Trinità: suggella l’amore più nobile, quello tra eguali (troppo facile amare la mamma, o il figlio). Un matrimonio riuscito desta ammirazione e voglia di imitare amando a nostra volta. Senza dire dei figli: un frutto dell’amore che produce altro amore.
Ma adesso che abbiamo speculato a tavolino, andiamo a vedere cosa dice la dottrina cristiana nel “Credo” niceano in merito alla natura di Dio. Dice forse qualcosa che si avvicina alle nostre conclusioni teoriche?
Il Dio cristiano è effettivamente trinitario e ogni persona ha la sua sfera di competenza…
Il Dio-Padre dei cristiani è il facitore dell’universo.
Al Figlio spetta l’esecuzione delle opere. E’ questa Persona che nel cristianesimo si incarna e si fa uomo.
Registriamo quindi una corrispondenza tra teoria a tavolino e dottrina cristiana.
Ricapitolando, la teoria della Trinità sembra complicata ma in fondo si basa su due intuizioni abbastanza semplici e facili da sottoscrivere: 1) l’amore più nobile è quello tra eguali e 2) l’amore autentico si effonde nell’ambiente in cui è presente.
Non ci resta che verificare se nella storia esistono eventi in grado di riconnettersi in modo verosimile alla teoria razionale e alla dottrina cristiana.