Robert Fogel nel suo famoso Time on the Cross (1974) dimostrava che la qualità di vita di uno schiavo del sud prima della guerra civile americana era notevolmente più alta rispetto a quella di un operaio del nord.
Lo Schiavo viveva meglio rispetto all' Uomo Libero. Sia materialmente che psicologicamente.
Lo Schiavo, per esempio, lavorava molto meno, non rischiava mai il licenziamento e anche il trattamento disciplinare nei suoi confronti era più umano.
Non che Fogel fosse uno schiavista, dal punto di vista morale si opponeva strenuamente all' istituzione, ma, dati alla mano, non riusciva a negare il benessere prodotto un po' per tutti dalla schiavitù.
In precedenza, molti storici avevano visto il sistema schiavista come inefficiente. Ma Fogel negava anche questo: il sistema schiavista, per lui, era un' organizzazione efficiente e funzionante. Più efficiente rispetto all' agricoltura praticata da soggetti liberi.
Con conclusioni del genere non poteva pensare di passarla liscia. Certo, i suoi sistemi d' indagine storica, fondati sul metodo quantitativo, gli valsero il Nobel negli anni novanta, eppure non mancarono risposte altrettanto articolate che tentarono di invalidare almeno in parte il suo lavoro.
Da notare una cosa: Fogel rifiuta la Schiavitù ma non tace il benessere che è in grado di produrre per tutti (schiavi e padroni). Ci si chiede, in nome di che cosa "rifiutasse" la schiavitù?
Forse in nome di "valori non negoziabili"? Probabilmente sì, visto che se quei valori fossero negoziabili, se cioè contasse solo il benessere materiale, allora converrebbe negoziarli visto che, in base a questo parametro, l' opzione per la schiavitù sarebbe dovuta.
Lo Schiavo viveva meglio rispetto all' Uomo Libero. Sia materialmente che psicologicamente.
Lo Schiavo, per esempio, lavorava molto meno, non rischiava mai il licenziamento e anche il trattamento disciplinare nei suoi confronti era più umano.
Non che Fogel fosse uno schiavista, dal punto di vista morale si opponeva strenuamente all' istituzione, ma, dati alla mano, non riusciva a negare il benessere prodotto un po' per tutti dalla schiavitù.
In precedenza, molti storici avevano visto il sistema schiavista come inefficiente. Ma Fogel negava anche questo: il sistema schiavista, per lui, era un' organizzazione efficiente e funzionante. Più efficiente rispetto all' agricoltura praticata da soggetti liberi.
Con conclusioni del genere non poteva pensare di passarla liscia. Certo, i suoi sistemi d' indagine storica, fondati sul metodo quantitativo, gli valsero il Nobel negli anni novanta, eppure non mancarono risposte altrettanto articolate che tentarono di invalidare almeno in parte il suo lavoro.
Da notare una cosa: Fogel rifiuta la Schiavitù ma non tace il benessere che è in grado di produrre per tutti (schiavi e padroni). Ci si chiede, in nome di che cosa "rifiutasse" la schiavitù?
Forse in nome di "valori non negoziabili"? Probabilmente sì, visto che se quei valori fossero negoziabili, se cioè contasse solo il benessere materiale, allora converrebbe negoziarli visto che, in base a questo parametro, l' opzione per la schiavitù sarebbe dovuta.
Il gioco uomo libero/uomo schiavo è molto complesso. Al punto che forse noi oggi siamo più schiavi di ieri ma anche più liberi visto il trattamento privilegiato e la protezione che ci riserva il "padrone".
Da notare un altro scherzo della storia: gli argomenti di Fogel sembrerebbero benvenuti per quelle mentalità nostalgiche del vecchio Sud. In realtà costoro abbracciarono la posizione antitetica: la schiavitù era un metodo di produzione inefficiente e si sarebbe esaurita da sola. Proseguono poi affermando che il Nord non capì questa elementare verità scatenando una guerra sanguinosa quanto stupida.
Da notare un altro scherzo della storia: gli argomenti di Fogel sembrerebbero benvenuti per quelle mentalità nostalgiche del vecchio Sud. In realtà costoro abbracciarono la posizione antitetica: la schiavitù era un metodo di produzione inefficiente e si sarebbe esaurita da sola. Proseguono poi affermando che il Nord non capì questa elementare verità scatenando una guerra sanguinosa quanto stupida.