venerdì 22 gennaio 2010
Tolleranza acida
La prima sembra piuttosto nuocere alla seconda.
La storia si ripete sia con gli ebrei che con gli zingari: laddove vengono accettati sbiadiscono la loro identità culturale fino quasi a perderla. Le Sinagoghe sono piene solo laddove echeggia lo "sporco ebreo".
La Tolleranza è un' acido che corrode la diversità fino all' osso, fino all' omologazione.
Il dispiacere assale chi spinge verso la Tolleranza affinchè "mille fiori fioriscano" e chi la esecra per combattere il diverso. Fuori da queste compagnie la notizia è benvenuta.
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giovedì 21 gennaio 2010
Babele o arte sacra?
Una Vergine Maria fatta con gli ovetti (Saint Sophia Cathedral)
martedì 19 gennaio 2010
Il paradosso del naturalismo etico
Se proprio la naturalizzazione ha un messaggio per il moralista penso che questo sia stato intercettato al meglio dai cosiddetti libertari-conservatori alla Hayek:
- la LIBERTA' conta in quanto favorisce l' evoluzione;
- la TRADIZIONE conta in quanto frutto dell' evoluzione.
L' abbraccio di Calvino e Tommaso
Probabilmente "buona la prima". Tuttavia le prove vanno coltivate qualora si attribuisca un valore al dibattito pubblico e alla deontologia epistemologica.
Ricordo d' estate
lunedì 18 gennaio 2010
Zombi messaggeri divini
Semplice, perchè cio' mi costringe a "smarcarti" da "loro" riconoscendoti come una persona dotata di una mente come la mia (spero la cosa sia reciproca). Una credenza ragionevole ma che non poggia su nessuna evidenza.
Noi non viviamo in un "matrix": pensare così ci fa toccare una "razionalità senza giustificazione".
Esistono dunque credenze che sono ad un tempo razionali ed infondate. Tale è anche la credenza di Dio per Alvin Plantinga che propone una via alternativa a Tommaso. La razionalità garantita ma ingiustificata è il concetto chiave della sua epistemologia calvinista.
Se vogliamo mettere in evidenza la razionalità della "credenza teistica" non diamo quindi tanto spazio al ruolo della ragione che essa contiene, consideriamo piuttosto quanta "fede" allo stato puro esiste negli atti che chiunque giudicherebbe perfettamente razionali.
Ancora sulla fallacia naturalistica
COMANDO 1: la legge che segue non puo' essere ignorata
COMANDO 2: ogni dovere è tale solo se conosciuto
COMANDO 3: non rubare
Ogni ladro in tribunale dirà che "non sapeva" e varrà assolto. Il corto circuito dei comandi 1 e 2 rende l' ordinamento inapplicabile (vedi Casati/Varzi "Semplicità insormontabili" Laterza p.62).
Come ovviare? "Naturalizzando" il comando 1 (Wittgenstein parlava di trasformare una "norma" in una "forma di vita").
Una volta "naturalizzato" il comando diventa inutile e, in quanto scontato, puo' essere trascurato; non a caso tutti gli ordinamenti giuridici lo tralasciano completamente per quanto fondamentale.
Una norma viene quindi "naturalizzata" per essere resa inutile e tolta di mezzo. Cio' segnala il rischio che il vero contraltare alle norme "contronatura" (quindi perdute) siano le norme "naturalizzate" (quindi inutili).
sabato 16 gennaio 2010
L' applicazione dell' inapplicabile
Strano, in ambito giuridico il "paradosso della giurisprudenza" spinge a considerare taluni comandi inapplicabili come già applicati.
Esempio, un dovere è tale solo se conosciuto. Del resto "la legge non tollera l' ignoranza". Ma quest' ultimo comando (fondamentale) non viene nemmeno scritto in quanto palesemente inapplicabile. Cionondimeno, essendo irrinunciabile, viene considerato convenzionalmente come già applicato.
Test di Quine
Ammettiamo però di avere una garanzia: l' uomo in questione è razionale e sincero. Si potrebbe ricorrere al test di Quine.
Fate in modo di strappare ad entrambi la promessa di farvi visita la settimana seguente in un giorno a sorpresa: solo il replicante rifiuterà trovando assurda la vostra richiesta.
E non ha tutti i torti: se i giorni della settimana vanno da Lunedì a Domenica, quest' ultimo giorno va escluso a priori visto che la visita in quel giorno non sarebbe "sorprendente". Ma per lo stesso motivo va escluso anche il Sabato e tutti i rimanenti giorni che s' incontrano procedendo a ritroso.
Solo l' uomo siglerà la promessa: lui, fedele alle sue caratteristiche, non verrà mai di domenica, ma potrebbe anche venire se solo lo volesse. State certi che capiterà da voi proprio a sorpresa.
mercoledì 13 gennaio 2010
Gesù imprenditore
Abbiamo risposto in coro: cosa?
Ora qualcuno (Philippe Simonnot) si aggiunge al coro.
Ovunque ci si organizzi nasce un' azienda.
Negare la natura aziendale significa un po' anche negare l' incarnazione.
Gesù ha mangiato, bevuto, riposato, predicato, evangelizzato, fidelizzato. Quindi...
Solo chi aspira al fallimento e alla scomparsa puo' accampare valide ragioni per essere escluso dall' analisi aziendalistica.
I Belive in God
E noi cattolici giù che c' incazziamo.
Ma perchè?
Forse sta solo pronunciando il suo "atto di fede", ma lo fa nella lingua che sente più propria (quella del materialismo).
Se fosse inglese direbbe "I Belive in God" e nessuno si risentirebbe.
Mi spiego meglio con un esempio legato all' etica.
Assumendo che TP sia un materialista, i termini GIUSTO e SBAGLIATO non avrebbero per lui il senso che hanno per noi.
Come insegna "la scienza", si guarderebbe solo all' "efficienza" in grado di massimizzare la capacità adattiva di chi è chiamato alla scelta etica. Quindi GIUSTO = UTILE (al successo evolutivo).
Spostiamoci ora dall' etica all' ontologia. Esiste dio? Anche qui la risposta "giusta" si tradurrebbe nella risposta "efficiente". E il libro spiega per l' appunto come la risposta affermativa sia particolarmente efficiente. Volgiamo e avremo la risposta a cui è "giusto" credere.
In realtà il libro non l' ho letto - non era disponibile - e baso le mie congetture su alcuni commenti leggiucchiati qua e là, nonchè sui classici argomenti aristotelici dei "darwinian conservative. Spero che la riflessione abbia un piccolo valore al di là del reale pensiero di Pievani che qui prendo solo a pretesto.
lunedì 11 gennaio 2010
Identità personale
Gabriele conduce una vita da Santo.
Un abile chirurgo trapianta il cervello di Giovanni nel corpo di Gabriele e viceversa.
Chi dobbiamo condannare e chi dobbiamo santificare?
Personalmente condanno il cervello di Giovanni (nel corpo di Gabriele) e santifico il cervello di Gabriele (nel corpo di Giovanni).
Cio' detto penso di avere una concezione "psicologista" dell' identità, in opposizione alla concezione biologica.
Ma ammettiamo di effettuare solo il secondo trapianto e di lasciar morire il corpo di Gabriele. Dopo qualche tempo muore anche il corpo di Giovanni con il cervello di Gabriele. Quale corpo ha diritto ad essere la spoglia del santo?
Penso che "entrambi" sia la risposta giusta. Una persona con due corpi, perchè no?
Ultimo caso: Giovanni è in coma e per salvarlo viene distrutto un emisfero cerebrale. L' altra metà del suo cervello viene successivamente trapiantata nel corpo (vuoto) di Gabriele. Bene, per quanto detto Giovanni continua a vivere, anche se nel corpo di Gabriele e in modo menomato (d' altronde era in quelle condizioni anche allorchè alloggiava nel corpo originario).
Ma ammettiamo che Giovanni subisca invece l' espianto di entrambi gli emisferi: uno trapiantato nel corpo (vuoto) di Gabriele ed uno nel corpo vuoto) di Giacomo. Non possono ovviamente esistere due Giovanni, eppure, per quanto detto in precedenza, il corpo di Gabriele che possiede un emisfero di Giovanni, eravamo ben disposti a considerarlo come "Giovanni".
Che fare? Niente! mantenere la regola. Infatti il Giovanni con un emisfero malato e da distruggere non è il Giovanni con entrambi gli emisferi sani ed espiantabili.
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venerdì 8 gennaio 2010
Ognuno al suo posto
... immigrazione... Non ci sono solo troppi prelati e parroci che parlano ambiguamente di "accoglienza" senza mettere mai paletti... anche un certo numero di magistrati... ha deciso che il reato di clandestinità è in odore di incostituzionalità. Immaginiamo che la Corte costituzionale si pronunci domani con una sentenza favorevole alla tesi di quei magistrati. Bisognerebbe allora mandare a memoria la data di quella sentenza perché sarebbe una data storica, altrettanto importante di quelle dell’unificazione d’Italia e della Liberazione. Con una simile sentenza, la Corte stabilirebbe solennemente che ciò che abbiamo sempre creduto uno Stato non è tale, che la Repubblica italiana è una entità «non statale». Che cosa è infatti il reato di clandestinità? Nient’altro che la rivendicazione da parte di uno Stato del suo diritto sovrano al pieno controllo del territorio e dei suoi confini, della sua prerogativa a decidere chi può starci legalmente sopra e chi no. Se risultasse che una legge, regolarmente votata dal Parlamento, che stabilisce il reato di clandestinità, è incostituzionale, ne conseguirebbe che la Costituzione repubblicana nega allo Stato italiano il tratto fondante della statualità: la prerogativa del controllo territoriale...
Da leggere e da far leggere. Per esempio a Cimatti che in questa puntata (ascoltare per credere) discutendo con Floris afferma l' insensatezza del termine "clandestino".
Cari socialistoidi, rassegnatevi, una "vicinanza coerente" al clandestino la puo' sentire solo il libertario. Solo l' abbraccio che accoglie l' "evasore" puo' includere il clandestino. Chi adora la legalità e sventola la Costituzione cammina su una strada differente da quella calpestata dai clandestini. Solo chi è irritato dalle proibizioni sottoforma di decreto legge è sulla via giusta per incontrarlo; solo chi litiga con la nozione di Stato pone le premesse per litigare con quella di clandestino. Chi vede con chiarezza una "casa comune" opporrà solo balbetii a chi urla "padroni in casa propria".
E' proprio il vostro caso, cari socialistoidi. Per voi la nozione di Stato è essenziale. Essenziale per avere un welfare; essenzialissima per avere quello esteso che vi manda tanto in sollucchero; iperessenziale per risolvere tutti i problemi a suon di leggi, com' è nel vostro paternalistico stile.
Tradizionalisti al cinema
Come pensare dopo la crisi
Purtroppo cose diverse a ciascuno di noi, almeno credo. Ogni catastrofe, anche la più dirompente, dà modo di salvare la propria ideologia. Eppur qualcosa si muove (anche nei cervelli più imperturbabili).
Sintetizzo quel che porto a casa.
Cause: le novità regalano instabilità. Siccome alle prime non possiamo rinunciare, rassegnamoci. Qualcuno ha parlato di "distruzione creatrice". Alla fine degli anni 90 fu internet, ora sono piombati tra noi avvenieristici strumenti finanziari. Quando una novità irrompe, bisogna "ricalcolare". Cio' non è privo di effetti.
Rimedi: politica monetaria. Serve sia a prevenire che a combattere. Per me poteva e doveva bastare, al diavolo Keynes e lo "stimolo", al diavolo anche la sfiducia di stampo austriaco nell' EMH; sul punto mi convince il buon Scott Summer.
Mi vieto di andare oltre per non annacquare l' essenziale.
Scegliete la vostra Roccia
Uffa, sempre la stessa storia.
Di solito ad incalzarmi così è un materialista, per lui esistono solo i fatti. Appollaiato su quella roccia si crede con i piedi ben ancorati a terra, ma si sbaglia.
Io, a mia volta, potrei confonderlo chiedendogli come distingue i fatti dalle allucinazioni. Tutti partiamo bene o male da un' intuizione, caro mio. Kant docet.
Tollero benevolente chi nega un "fatto" ma investo con una reazione radicale chi viola e nega un principio etico che intuisco oggettivo. Qualcosa vorrà dire tutto cio'! Il bello è che chi costruisce la sua casa sui "fatti" fa lo stesso, ma questi sono affari suoi.
Insomma, ognuno sceglie la roccia su cui costruire, e io dico: prima la libertà.
Quando non riesco a dirlo bene, cedo la parola ai Swingle Singer
Il nostro Dio è una fortezza sicura,
una buona difesa e una buona arma;
egli ci aiuta liberandoci dal male
che ci minaccia.
L'antico e malvagio nemico
è sinuoso e risoluto,
grande forza e molta falsità
sono le sue orribili armi,
nessuno è come lui sulla terra
giovedì 7 gennaio 2010
Suicidi virtuali
Ma non è facile come si crede. Ecco un sito dove poterlo fare.
Falso allarme
Sandro Brusco approfondisce.
Mi smbrava strano che il Papa sparasse cazzate di questo tenore. E in effetti la fonte originaria si rivela essere un ben noto cazzaro. Tutto normale, quindi.
Soubrette cogitabonde
Un commento analfabeta del critico letterario Claudio Magris:
... Nel 1923, nella Germania sconvolta dall’inflazione, una libbra di pane costava 220.000.000 di marchi. Calcolato nelle cifre di quell’anno tedesco, lo spreco giornaliero milanese di pane ammonterebbe a settemilanovecentoventi miliardi di marchi...
?????
Naturalmente si tratta di un un conto insensato.
Fortunatamente se ne accorge anche Magris il qualse "si commenta" subito dopo così:
Naturalmente si tratta di un conto insensato
Ma perchè Magris si diverte ad aprire i suoi commenti - nonchè la prima pagina del corriere - con parole insensate? Lo spiega lui stesso:
... il paragone abnorme mette ancor più in risalto la vertigine che prende il lettore quando le notizie riguardanti cose concrete o anche spicciole dell’esistenza quotidiana— come il pane — si traducono in numeri che si stentano ad immaginare...
In altre parole: Magris voleva prendere un numero dall' articolo linkato al primo rigo, moltiplicarlo per un numero qualsiasi al fine di ottenere un risultato altissimo che desse le vertigini a chi legge.
Come ciascuno puo' giudicare, per Claudio Magris queste giornate di festa non sembrano davvero zeppe d' impegni.
Non si capisce bene perchè per ottenere il secondo fattore Magris abbia rispolverato l' iperinflazione tedesca tra le due guerre - uno sfoggio di erudizione? Avrebbe potuto benissimo far estrarre dalla tombola una serie di numeri qualsiasi da sua nipotina. Unendoli avrebbe potuto ottenere, per esempio, 10.258.236.365.357.859. Numero che sembra davvero garantire vertigini da "prima pagina".
Sono molte le cose "che non si capiscono bene", un po' come quando le soubrette di Porta a Porta ci sottopongono il loro editoriale di politica internazionale. Sarà la concorrenza, ma sembra proprio che il corriere abbia ingaggiato Magris come soubrette da far sculettare continuamente dove meno te l' aspetti. Purchè stia alla larga dagli argomenti dove è veramente ferrato, purchè non balli il ballo di cui conosce i passi.
Forse l' economia non è una scienza con tutti i crismi, ma se continuiamo a dirlo troppo forte, in un amen ti ritrovi sommerso da analisi "alla Claudio Magris" e ti saluto. Se proprio non vogliamo riconsegnare la parola allo scienziato, riconsegnamola perlomeno a chi pensa cio' che dice.
***
Qualcosa di serio sul tema.
Il cattivo tenente
Il letame di Abel Ferrara è particolarmente fumante, fecondo... e maleodorante.
Parabola cristica raccontata furiosamente. Un' urgenza espressa in molti modi, primo fra tutti l' uso creativo della sgrammaticatura.
Harvey Keitel piange da dio - riesce a trasformare Manhattan nell' orto degli ulivi.
Se lui è davvero il miglior cine-attore dell' ultimo ventennio, vale la pena vedere un film che è come un abito di sartoria cucitogli addosso.
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martedì 5 gennaio 2010
Tristi Tropici
Ma leggendo Tristi Tropici le cose cambiano. Levi-Strauss è un gigante della cultura, forse il più grande antropologo del secolo passato. Da lui ci aspettiamo "teorizzazioni" - che non mancano -, non avventure.
Ma quando s' intraprendono viaggi tanto impervi (Mato Grosso) è giocoforza imbattersi in situazioni singolari e anche il cervellotico scienziato deve rompere la sua concentrazione, abbandonare le sue strutture per stupire, tremare, scappare, sudare, gridare, sospirare...
L' avventura inattesa, l' avventura di sguincio, l' avventura ineludibile è l' unica che leggo con partecipazione.
Il libro è zeppo di questo prezioso tesoro.
Oltre il giardino
Chance Giardiniere ci insegna cosa sia la "conoscenza" del mondo ancor meglio di quanto abbiano fatto Forrest Gump o Edmund Gettier
Ma quando la lezione sembra concludersi, revoca tutto in dubbio camminando sulle acque.
Beati i poveri si Spirito.
Mystic River
La giustizia allora ci sembrava incompatibile con l' osservanza puntigliosa della legge, solo chi aveva la forza di eludere la seconda poteva garantire la prima. Il cavaliere misterioso ieri, l' ispettore indignato oggi.
Le turbe del giustiziere fuori legge garantivano sia azione che dramma esistenziale.
Ora Clint cambia rotta: l' azione di chi opera al margine della legalità è frettolosa e trascurata.
Fretta e approssimazione, ma si tratta davvero di difetti? Si puo' e si deve fare meglio?
No! No, non è necessario adoperarsi per il meglio quando il valore da salvaguardare è l' onore e non la giustizia. L' "errore con le palle" vale l' anodina giustizia (nel monologo finale la moglie di Jimmy tesse l' elogio del "lavoro malfatto" e dà lo spin a tutto il film).
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Anche i Lumi credevano in Dio
Lo dice David Sorkin: "... i concetti cardine dell' illuminismo non sono solo compatibili con la religione ma anche elementi decisivi per la sua promozione...".
Sorkin è uno storico e illustra esempi di "illuminismo religioso".
Il concetto chiave è quello di "ragionevolezza": "la ragione cammina sempre sulle gambe di una fede"
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mercoledì 30 dicembre 2009
Pensare tutto in una volta
1. Conoscenza a priori: SI' O NO linkRisposta: si
Motivo: se ci si limità ai giudizi sintetici a priori (intuizioni) la critica di Quine non ci tange...
Posizione: mediana-minoritaria
2. Astrazioni: platonismo o nominalismo
Risposta: platonismo immanente
Motivo: Esistono gli universali? Esempio, esistono i gatti bianchi, esistono i cavalli bianchi... ma esiste la "bianchezza". I nominalisti negano tale esistenza, i realisti immanenti la ammettono ma non in sè (essenza) bensì legata indissolubilmente ai “particolari”. I platonisti invece sostengono che esistono e sono autonomi. La posizione nominalista mi sembra assurda mentre quella platonista si spinge oltre senza un reale bisogno. Mi ritengo un realista immanente. Inoltre il platonismo (temperato) facilita la grammatica delle dimostrazioni: 1) il giallo è un colore, 2) l' affermazione precedente è vera, quindi 3) il giallo esiste. Semplice no? Così come è facile dimostrare la falsità del nominalismo (l' idea per cui “giallo” è solo una comoda parola): 1) il giallo è un colore e i limoni lo posseggono 2) non esistono parole che sono colori e che sono possedute dai limoni, quindi 3) giallo non è solo una parola. Facile no? Perché allora cercarsi rogne? Direi che oggi il nominalista rinuncia a queste comodità servite sul vassoio d’ argento solo perché ha dei secondi fini, per esempio è un empirista radicale e certe forme di platonismo gli romperebbero le uova nel paniere.
Posizione: Maggioritaria
3. Estetica: oggettiva o soggettiva
Risposta: oggettiva
Motivo: salvaguardare la relazione bellezza/verità
Posizione: Maggioritaria
4. Distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici: SI' NO linkRisposta: SI'
Motivo: Chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi analitici (“il quadrato ha 4 lati”, “il gatto miao è un gatto”, eccetera) così come chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi sintetici (il quadrato è blu”, “il gatto miao è feroce” eccetera). E’ forse un caso se possiamo farlo in tanti senza il minimo disaccordo? No, è semplicemente la prova che la distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici è evidente a tutti e chi la nega deve provare la negazione con altrettanta evidenza. L’ empirismo radicale si trova nella condizione di negarla – e lo ha anche fatto in modo geniale (Quine) – ma questo è un punto debole di quella filosofia, non un punto di forza.
Posizione: Maggioritaria
5. Giustificazione epistemica: INTERNALISMO ESTERNALISMO link link
Risposta: internalismo
Motivo: Sì perché la conoscenza si fonda sul senso comune che è una facoltà dell’ uomo, ovvero una facoltà “interiore” attraverso la quale abbiamo un accesso diretto alla realtà esterna grazie all’ intuizione e al tribunale dell’ introspezione. Se parlassi solo della realtà esteriore (esternalismo), come fa il naturalismo, senza specificare nulla sull’ affidabilità di intuizione e/o introspezione, la teoria epistemica sarebbe incompleta e sempre in balia di uno scetticismo à la Hume. Il problema di Gettier è aggirato con il principio della conservazione della realtà (è vero cio' che appare salvo prova contraria)
posizione: media
6. Mondo esterno: SCETTICISMO IDEALISMO REALISMO
Risposta: realismo
Motivo: per salvaguardare il concetto di oggettività e verità
Posizione: maggioritaria
7. Libero arbitrio: COMPATIBILISMO LIBERTARISMO NEGAZIONISMO
Posizione: libertarismo
Motivo: il dualismo ci concede il lusso di evitare le contorsioni verbali dei compatibilisti e le assurdità dei fatalisti
Risposta: minoritaria
8. Dio: TEISMO ATEISMO
Risposta: teismo
Motivo: la dimostrazioni della sua esistenza convincono
Posizione: minoritaria
9. Conoscenza: CONTESTUALISMO RELATIVISMO INVARIANTISMO link
Risposta: invariantismo
Motivo: il contestualismo (plausibile) converge nell' invariantismo
Posizione: Mediana
10. Conoscenza: RAZIONALISMO EMPIRISMO
Risposta: razionalismo intuizionista.
Motivo: si parte da intuizioni prima facie dell' intelletto (common sense) che vengono poi messe alla prova. .
Posizione: mediana
11. Legge di natura: HUMANIANA NON-UMANIANA linkRisposta: Non-humaniana
Motivo: la scienza progredisce verso l' individuazione di "leggi". Ma non leggi platoniche (relazione tra universali), bensì legge come qualità generalizzabile di una sostanza avente certi poteri (vedi Swinburne qui: http://users.ox.ac.uk/~orie0087/framesetpdfs.shtml). C' è qualcosa di più della semplice correlazione. E poi: spesso hanno senso anche spiegazioni in termini di valore: Hitler ha ucciso 5m di ebrei: “We think that aesthetically better theories should be preferred. There is some irrationality in our position unless we also think that aesthetically better theories are likelier to be true, which implies that there is an explanatory factor here. Therefore, we ought also to believe that aesthetically good theories, when true, are true at least partly because of their aesthetic value.” Hume vieta di saltare dalla natura ai valori e non semplicemente dalla materia ai valori. In questo senso va respinto il suo insegnamento su questo punto.
Posizione: maggioritaria
12. Logica: CLASSICA NON-CLASSICA
Risposta: non classica
Motivo: affinchè l' "esistenza" sia un predicato. Tuttavia è pur vero che la logica classica contiene un nucleo di verità a priori innegabile. Vedi Francesco Berto.
Posizione: medio minoritaria
posizione rettificata: logica classica
motivo: le altre logiche servono a dar conto dell'indeterminatezza e dei fenomeni vaghi (vedi paradosso di sorite), ma esitste sempre l'alternativa di dire che un fenomeno vago è un nonsenso, che la vaghezza non mai una dichiarazione quanto piuttosto appartiene al linguaggio performativo.
13. Contenuti mentali: INTERNALISMO ESTERNALISMO linkRisposta: internalismo
Motivo: più compatibile con l' individualismo: le credenze non dipendono tanto dall' ambiente quanto dall' introspezione. L' olismo esternalista condiziona ma non determina.
Posizione: maggioritaria
14. Meta-etica: REALISMO ANTIREALISMO
Risposta: realismo (intuizionista).
Motivo: anti-scetticismo
Posizione: maggioritaria
15. Metafilosofia: NATURALISMO NON-NATURALISMO
Risposta: non naturalismo
Motivo: per un teista c' è almeno un' entità sovranaturale: Dio. Ma poi ci sono ancora i numeri, le cause, gli universali, i principi etici, la mente... Dio, ecco, Dio, diversamente dagli altri enti non fisici, non condivide la sostanza del mondo fisico; ovvero: puo' esistere anche a prescindere dal mondo fisico.
Posizione: mediana/minoritaria
16. Mente: FISICALISMO ANTIFISICALISMO
Risposta: antifisicalismo
Motivo: concezione dualistica. Mi ritengo un dualista: il “mentale” è chiaramente qualcosa di diverso dal “materiale” e i tentativi di ricondurre il mentale al fisico mi sembrano fallimentari. Il mentale (anima) è essenziale per risolvere il problema dell’ identità: il brain split confuta sia l’ approccio fisicalista che quello psicologista, quindi ci deve essere qualcosaltro per dire chi sono io. Non mi basta nemmeno il cosiddetto “dualismo delle proprietà”, la mente non è una proprietà del cervello, tanto è vero che puo’ trasferirsi da un corpo all’ altro (vedi teletrasporto); al contrario, non ha senso pensare che che le proprietà del corpo A possano trasferirsi nel corpo B (A e B possono avere la stessa altezza ma non si riesce a concepire come l’ altezza di A possa trasferirsi in B). Non so se esistano menti senza corpo, so però che la mente è concepibile anche senza corpo (dualismo sostanzialista), ovvero so che potrebbero anche esistere menti senza corpo: se mi sveglio privo dei cinque sensi non so se ho ancora un corpo. In altri termini, è possibile che non l’ abbia e devo lasciare aperta questa ipotesi in mancanza di confutazione. Da ultimo penso che ci sia un’ influenza reciproca tra mente e corpo (dualismo cartesiano), in caso contrario l’ idea di libero arbitrio sarebbe improbabile. In questo modo non resta che la posizione del “dualista-sostanzialista-cartesiano”. Ammetto che non è molto di moda. Poco male, è anche la più naturale per trattare le questioni legate alla Resurrezione. Per una difesa aggiornata del dualismo sostanzialista vedi Richard Swinburne.
Posizione: minoritaria
17. Giudizi morali: COGNITIVISMO NON COGNITIVISMO link
Risposta: cognitivismo
Motivo: unica posizione compatibile con il realismo etico - la ragione ha un ruolo nelle nostre scelte etiche. Il common sense è una facoltà dell' intelletto e non dei sensi.
Posizione: maggioritaria
18. Motivazioni morali: INTERNALISMO ESTERNALISMO linkRisposta: esternalismo
Motivo: credo nel "predicare bene e razzolare male". Il desiderio non è l' unica fonte della motivazione.
Posizione: maggioritaria
19. Problema di Newcomb: UNA SCATOLA - DUE SCATOLE
Risposta: UNA SCATOLA
Motivo: finchè si puo' attenersi a Bayes - l' empirismo fa premio sul razionalismo. Vedi anche concezione del tempo.
Posizione: mediana/minoritaria
20. Etica. DEONTOLOGIA VIRTU' UTILITARISMO linkRisposta: virtù
Motivo: si puo' sempre migliorarsi. Tuttavia cio' non esclude una base seontologica isolabile laicamente.
Posizione: minoritaria.
21. Percezione: DISGIUNTIVISMO QUALIA RAPPRESENTAZIONE SENSe-data link
Risposta: realismo diretto nella variante intenzionalista
Motivo: Supera lo scetticismo senza essere troppo cervellotica sulle allucinazioni. tra le teorie proposte è quella che si avvicina di più al direct realism di thomas reid. A sua volta il direct realism è la visione che meglio ci garantisce da scetticismo e idealismo, vedi Huemer. La rappresentaione garantisce un ruolo alla ragione e l' introspezione dei qualia scongiura lo scetticismo mantenendo la possibilità di allucinazioni. Dalla prefazione di "Skepticism and the Veil of Perception (Studies in Epistemology and Cognitive Theory) - mike huemer: "Since Descartes, one of the central questions of Western philosophy has been that of how we know that the objects we seem to perceive are real. Philosophical skeptics claim that we know no such thing. Representationalists claim that we can gain such knowledge only by inference, by showing that the hypothesis of a real world is the best explanation for the kind of sensations and mental images we experience. Both accept the doctrine of a 'veil of perception:' that perception can only give us direct awareness of images or representations of objects, not the external objects themselves. In contrast, Huemer develops a theory of perceptual awareness in which perception gives us direct awareness of real objects, not mental representations, and we have non-inferential knowledge of the properties of these objects. Further, Huemer confronts the four main arguments for philosophical skepticism, showing that they are powerless against this kind of theory of perceptual knowledge".
Posizione: mediana/minoritaria
22. Identità: biologia, psicologia, trascendenza linkRisposta: trascendenza
Motivo: posizione residuale vista l' insufficienza delle altre (vedi derek parfitt)
Posizione: minoritaria
23. Politica: COMUNITARISMO EGALITARISMO LIBERTARISMO
Risposta: libertarismo
Motivo: efficacia evolutiva (vedi hayek e Frieman)
Posizione: minoritaria (ma di poco!)
Teoria del significato: FREGE MILL link
Posizione: Frege
Motivo: La teoria descrittiva di Frege (teoria internalista) resta un caposaldo poiché distinguendo tra senso e riferimento consente poi di distinguere tra giudizi analitici e giudizi sintetici. Gli “esternalisti” seguendo Putnam e Kripke hanno elaborato teorie del significato differenti (“teoria del battesimo”) ma gli inconvenienti che segnalano possono essere aggirati con qualche ritocco.
Posizione: maggioritaria
Scienza: REALISMO ANTIREALISMO
Risposta: realismo
Motivo: avvicinamento ad una verità reale.
Posizione: maggioritaria
Teletrasporto: VIVO MORTO linkRisposta: Vivo
Motivo: vedi identità
Posizione: minoritaria
Tempo: TEORIA A TEORIA B linkRisposta: teoria A
Motivo: perchè essere controintuitivi? (non serve per la libertà, la coerenza della fisica non è un valore vedi keith ward per i dettagli sull' integrazione tra senso comune e relatività)
Posizione: minoritaria
Problema del trolley: CAMBIO NON-CAMBIO
Risposta: cambio (oltre un certo limite). Seguire l' intuizione del principio morale ma fino a un certo punto.
Motivo: asimmetria tra agire e non agire (foot) ma non oltre un certo punto di soglia (huemer)
Posizione: ?
Verità: CORRISPONDENZA DEFLAZIONE EPISTEMICA link
Risposta: Corrispondenza
Motivo: salvaguardare i meta-linguaggi
Posizione: maggioritaria
Zombie: INCONCEPIBILI CONCEPIBILI METAFISICAMENTE POSSIBILI link
Risposta: concepibili e metafisicamente possibili
Motivo: necessità della fede, identità come qualcosa di intuibile più che di discernibile.
Posizione: media/minoritaria
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martedì 29 dicembre 2009
Il giorno che disimparammo ad aver paura
[... il che significa uno dei più bei film degli anni ottanta...]
Blues Brothers? Animal House?
No, "Un lupo mannarro americano a Londra". L' ho rivisto ieri.
Viaggio iniziatico ed incontro con il Male, quello con la M maiuscola, quello che esiste senza malvagi ma che sa inquinare tutto.
Anche l' amore, che è chiamato ad uccidere; anche il Terrore, reso grottesco dallo sguardo plastificato di un topolino sulla libreria; anche la Morte, desublimata da zombi petulanti.
I vecchi riti apotropaici andavano bene con Dario Argento: qualche notte insonne e la vaccinazione era sicura.
Con Landis non funziona: si dorme sodo sin da subito, ma l' angoscia strisciante sarà compagna per sempre.
Film che si fa racchiudere in poche scene. Anche solo nella Blue Moon dei Marcel's, un vero controululato che chiude il film aprendo la stagione dell' anti-climax, unica vera e ficcante obiezione ai danni dell' edonismo postmodernista.
Lo sguardo dell' uovo
Ma ora la famiglia è nuova e le tradizioni possono essere rinnovate, cosicchè quest' anno è stata la volta di "Regalo di Natale", il magistrale film di Pupi Avati con Abatantuono. I nomi tirati in ballo sono altisonanti, eppure, prima sorpresa, nel cambio azzardato la qualità non soffre.
Lo spiazzante finale ti costringe a riproiettare mentalmente tutto quello che hai visto per rivederlo da una diversa (spesso opposta) angolazione. Un vero colpo da maestro.
Scorrono titoli di coda e ricostruisci il puzzle sorprendendoti della cura con cui sono state intagliate le tessere. Sei in bagno a lavarti i denti e ancora le "illuminazioni" ti bombardano. L' indomani sul lavoro scopri che le scoperte non sono finite. Il giorno dopo revisioni scene sospette alla ricerca di bluper che non troverai mai
L' autentico prodigio sta nel fatto che entrambe le "storie" funzionano alla grande, anche quella falsa. Un vero mondo parallelo dalle facoltà ingannatrici di prim' ordine.
Che figura di merda, mi sono commosso quasi fino alle lacrime per cio' che scopro essere un simulacro di cartapesta. Sembravano volti ed erano sguardi d' uova. Grande Pupi, maestro delle ombre, mi hai fregato, 1 a 0 per te. Ma al cinema è così che si fa. Traggo piacere dalla mia allucinazione squilibrante, godo della mia fessaggine. Qualcuno ci vedrebbe l' essenza del cinema: ingannati e contenti.
Forse a fregarmi è stato l' ascendente cattolico del regista, non pensavo che la passione per la fabula la sopravanzasse così largamente. Nella notte di Natale qualcosa sembrava nascere, delle contrazioni erano in atto, chi se non lui poteva raccontare il travagliato parto. Ma la stella che viene fatta balenare imponente è solo uno specchietto. Nulla nasce, si versa invece l' ultima badilata di terra per seppellire un cadavere in decomposizione.
Film che si fa ricordare ma che non si fa rivedere. Peccato, avrebbe fornito il materiale idoneo per inaugurare una degnissima tradizione.
Chi ha preso la bastonata?
Risposta: Nord, indipendenti, italiani.
Secondo voi, ascoltando radio e tv, fahre in particolare, tutto cio' risultava palese?
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Cristiani, conservatori e darwinisti
L' equivoco si è acuito allorchè la tradizionale battaglia dei conservatori per l' autonomia scolastica è coincisa con la battaglia per l' insegnamento dell' ID.
Si è perso di vista il fatto che l' architrave concettuale del darwinismo supporta al meglio i valori della destra. Valori per cui l' uomo è un essere imperfetto con una moralità e una libertà saldamente ancorate nella sua natura.
La sinistra nega che esista una "natura umana"; Marx: la pseudo natura dell' uomo risiede nei suoi legami sociali, basta cambiare quelli per cambiare la prima.
La voce conservatrice intona una nota ben diversa: la natura non si cambia con una riforma ma, semmai, con l' evoluzione; l' imperfezione dell' uomo non gli consente di avanzare mediante piani razionali ma solo tramite un ordine spontaneo che assegni a individui diversi destini diversi.
L' inclinazione realista dell' uomo di destra (Burke, Smith, Hamilton, Hayek, Friedman...) si contrappone la sensibilità utopica dell' uomo di sinistra (Trotsky, Rousseau, Paine, Rawls...). Solo i primi sono disposti a dare peso all' idea di "evoluzione naturale", con tutto il portato realistico, quando non cinico, che viene dietro.
Si puo' essere "conservatori", "cristiani" e "darwinisti"? Certo! Ecco come.
Che differenza fa quando Dio creò l' universo - fossero 10.000 o 10.000.000.000 anni fa?
Che differenza fa qualche zero? Nessuna.
Che differenza fa il procedimento adottato da Dio per creare l' uomo?
"Evoluzione" o "disegno" nulla cambia!
Il darwinismo fa comodo sia al cristiano che al conservatore.
Per esempio, spiega al meglio la teoria del "peccato originale": nell' uomo c' è sia bene che male (egoismo/altruismo, amicizia/inimicizia, odio/amore...), le regole servono a minimizzare il male volgendo i vizi privati in virtù pubbliche.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza dei valori famigliari.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza di molti altri valori riconosciuti dai Cristiani (verità, fedeltà...).
L' evoluzione spiega al meglio le virtù del libero mercato: la "selezione naturale" di Darwin non è altro che la "mano invisibile" di Smith.
Poichè il darwinismo è compatibile con la fede in Dio e dà una spiegazione scientifica ai valori fondamentali dei cristiani e dei conservatori, va adottato senza remore e l' insensato conflitto tra scienza e religione dovrebbe finire ora, nel momento in cui diciamo le parole che abbiamo detto.
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domenica 27 dicembre 2009
La beneficienza razionale è concentrata
Q: You argue that miserliness is equitable to charitable contributions in the net use of resources, while giving more to one single charity is better than giving less to different charities. What is your personal approach to charitable contributions ( i.e., how much do you give, and to whom)?
A: Miserliness is equivalent to charity in the sense that both the miser and the philanthropist forego consumption, which makes more goods available to others. If you give your money away, someone else gets to eat better. If, instead, you squirrel your money under your mattress, it’s still true that someone else gets to eat better, because whatever you’re not eating is available to someone else. There’s a complicated chain of events in between — you hoard money, which drives down the price level, which lowers the price of food, which allows someone somewhere to buy more food — but you don’t have to follow that whole chain to know that if you eat less, there’s more for someone else.
So if you want to be charitable, all you have to do is hoard your money, or for that matter burn it. But that’s not the best way to be charitable, because you can’t control who gets the benefits. Miserliness is like a random act of kindness; effective philanthropy is about directed acts of kindness. And I argue in the book that a philanthropist who really cares about helping others will usually pick a single charity and target his giving to that one charity. If 100 children are dying of rickets and another 100 are dying of scurvy and you have enough funds to save two children, there’s no particular reason to save one of each; you might as well give your entire contribution to either the Rickets Foundation or the Scurvy Foundation. Either way, you’ve saved two children. And if you have even the slightest inkling that one of those charities might be more effective than the other, then that’s where both your dollars should go.
It took me a long time to fully understand that argument, so I’m sympathetic to the fact that readers often find it hard to swallow. In the book, I’ve tried to answer all the objections that I myself raised when I first started thinking about this.
I think I’ll decline to comment on the details of my own giving, for the same reason that I’d decline to comment if you asked me about what I had for breakfast this morning: I have nothing interesting to say about my particular preferences. It’s general principles, not individual eccentricities, that are really important
martedì 22 dicembre 2009
Cosa pensano i filosofi
In etica sono assolutisti, il relativismo è malvisto.
Pensano che la conoscenza sia in buona parte aprioristica. L' empirismo non attechisce. L' anatema contro i dogmi non è poi così sentito.
Credono nel libero arbitrio. Wow!
L' uomo non è uno zombie (meno male).
La maggioranza non accetta il materialismo, non sono poi così tanti quelli che riescono a fare a meno della tanto bistrattata "coscienza".
Il naturalismo fisicalista circolerà molto nelle pagine culturali del 24 ore, molto meno nei dipartimenti di filosofia.
L' utilitarismo soccombe agli approcci alternativi (virtù e deontologia).
La logica classica è quella che conta, le altre lasciano il tempo che trovano.
Il bello è oggettivo, altro che "i gusti sono gusti".
Sorpresa: in politica il libertarismo non è messo così male.
Sono maggioranze che mi sorprendono (favorevolmente). Sembra davero che Radio e TV dipingano in modo ben diverso il pensiero prevalente, forse il filosofo "da giornale" conta per dieci.
E la cosa è confermata quando si dà un' occhiata a quel che i filosofi pensano che i filosofi pensino.
Qui il mondo dei media torna fa sentire il peso delle apparenze: il relativismo guadagna terreno, la "coscienza" diventa un oggetto non identificato, e via dicendo.
link
La qualità misurata
Ora si scopre che a Nord-Est si vive meglio.
Approfittiamone per riscoprire che gli scrittori non hanno nulla di serio da dirci sulla realtà, anche se adesso, sull' onda di Saviano e Paolini, si sono messi a fare reportages a tutto spiano. Lo so, basterebbe il Magris del Corriere per chiudere il discorso sul punto. Ma questo del nord-est era un fenomeno di massa e mi piaceva segnalarlo. Spero sia utile a farvi correre veloce quando Lucarelli e Genna vi inseguiranno con il ditino alzato per insegnarvi la contro-Storia d' Italia.
Ho molti dubbi che l' arte mi abbia "edificato", di sicuro non mi ha mai "informato". L' ho capito presto e, ringraziando iddio, ascoltando il buffone che parlava del "sociale" l' ho sempre trovato buffonesco, com' era del resto nella natura delle cose.
***
Bottom line: non credo comunque neanche alla qualità quantificata e con Alesina grido: "a ridatece il vecchio PIL".
add: Wolfer difende il pil
lunedì 21 dicembre 2009
New keynesian
Ma ci vogliono idee.
Eccone una singolare che riguarda la creazione di nuovo orologio per la stazione di Rotterdam.
Gli operai sono chiamati allo smontaggio/montaggio ogni minuto della giornata. Nessun problema, i turni coprono le 24 ore.
Cosa? C' è qualcosa che non va?
Ma come, gran parte di noi, con qualche piccola modifica, accetta logiche del genere.
D' altronde basterebbe testare le reazioni solidali nel vedere gli operai arrampicati per protesta sulla torre più alta dopo il ripristino dell' orologio digitale.
E magari molti di noi hanno lavori che rientrano nella medesima logica di "stimolo" all' economia.
Cugini
Ok, c' è quella storia sui figli a rischio. Ma un rischio del genere è stato di gran lunga sovrastimato, oggi ne sappiamo di più. E poi, perchè l' amore trionfi non vale la pena di correre qualche rischio?
Ammettiamo pure che il rischio fosse azzerato, resta comunque un certo fastidio nella percezione che abbiamo della cosa. Perchè?
Qualcuno parla di "piano inclinato": cambiare idea su qualcosa ce la farà cambiare anche su cio' che oggi giudichiamo rettamente.
Non mi sembra un grande argomento, dal punto di vista etico sarebbe come punire i figli per le colpe dei padri; mi ricorda poi quello opposto a chi perora i matrimoni omosessuali. Se è l' unico in mano, la vedo molto grigia.
Non c' è proprio nulla di più serio?
Se davvero le "sensazioni" che distorcono i nostri giudizi esistono e sono tanto forti, ecco provata l' utilità di privatizzare i matrimoni.
P.S. la comunity dei cugini sposati.
P.S. indagine negli USA.
P.S. l' argomento del "piano inclinato" non avrà molta sostanza ma ha pur sempre un suo "perchè". Spiega per esempio la voglia che mi è venuta di passare dai "cugini" alla "poligamia".
sabato 19 dicembre 2009
Classi genetiche
Che bello! Conoscendo le nostre predisposizioni, saremo in grado di orientare il nostro stile di vita in modo da ridurre il rischio di malattie. Anche le medicine saranno "personalizzate". Individueremo in anticipo anche le professioni in cui abbiamo maggior possibilità di successo.
Purtroppo non mancheranno le situazioni imbarazzanti. Il datore di lavoro potrebbe discriminare in base a queste informazioni. Nessuno affiderebbe la propria impresa ad un manager ad alto rischio di morire, così come a persone del genere nessuno stipulerebbe un mutuo. Mi chiedo anche chi li sposerebbe. Se la mia vita non è sufficientemente lunga, perchè studiare? Non parliamo poi dei test usati per l' ammissione all' Università, saranno la norma. Anche la programmazione dei nascituri diverrà pratica comune. Le assicurazioni sulla vita spariranno, o decuplicheranno i premi visto che solo i moribondi si presenteranno allo sportello. Già oggi l' aspetto fisico è fortemente legato al successo grazie all' autostima che procura, figuriamoci quando conosceremo le nostre predisposizioni genetiche. La nozione di "merito" diventerà più ambigua e, oltretutto, si inaspriranno le diseguaglianze di reddito fondate proprio su simili ambiguità.
Tanto più una società fronteggerà il lato imbarazzante della faccenda ponendo limiti e proibizioni, quanto più arretrerà rispetto alle altre in termini di ricchezza e potenza, fino a perdere ogni rilievo.
Al di là del suo valore etico, la libertà resterà importante?
Io penso di sì: come potremo testare la bontà dei test e magari migliorarli? Solo la libertà fornisce il sistema informativo per progressi del genere.
***
riflessione su un articolo di Luigi Zingales, 24 ore 13.12.2009
venerdì 18 dicembre 2009
I fatti sono matematica
I fatti sono materia e la materia è matematica.
La struttura portante che costituisce la materia (quark, bosoni...) non è osservabile, è solo una formulazione matematica.
Non è un caso quindi se l' Universo puo' essere espresso in modo sorperendentemente fedele ricorrendo al metodo matematico.
L' Universo è una matematica che "esiste", guarda ai "fatti" come a teoremi di un sistema matematico, come a sviluppi di alcuni assiomi di base. Credi nell' esistenza del reale? Sì. Questo testimonia che ne intuiamo il fondamento. Un fondamento che esiste in modo staccato dalla struttura. Dio è questo fondamento.
Non è molto ma è tanto.
Per rendere Dio antropomorfo posso immaginarlo come una mente che crea pensando la matematica dell' Universo. Forse non è il massimo ma mi sembra abbastanza ragionevole rappresentarselo così.
giovedì 17 dicembre 2009
Se l' è cercata!
Sintesi del dibattito prima di ascoltare: Berlusconi se l' è cercata.
Sintesi dopo l' ascolto: Berlusconi se l' è cercata e gli è andata pure bene.
Prende la parola Raffaele Simone, intellettuale a me sconosciuto ma che dispiega subito ottime credenziali per essere accettato nella tribuna da cui arringa.
Pronti, via: Berlusconi utilizza pratiche hitleriane.
Grande Boschetti!
E' poi la volta dello spericolato Belpoliti.
Per lui Berlusconi s' ispira ai Re Medievali: santifica il suo corpo (parla seriamente il Belpoliti). Così facendo, chiama a sè l' opposizione politica che si merita, quella che i corpi li sfregia e desacralizza.
Forse voi credevate che Berlusconi avesse ricevuto in faccia una statuetta del Duomo di Milano. Sbagliato, dopo la decostruzione belpolitiana scopriamo che erano solo le parole di Berlusconi stesso che tornavano indietro:
Ci si lamenta che l' economista sia oggi l' intellettuale egemone, che il suo pensiero pragmatico monopolizzi le decisioni chiave della Società in cui viviamo.
Ascoltando però certe cacofonie fahrenettiane a cura di intellettuali trasgressivi dallo stipendio fisso, viene da esclamare: "meno male!". Non vorrei mai che qualche linguista-semiologo metta piede fuori dall' aula universitaria.
Colombiani dimmmeeerda... ta-ta-ta-ta...
Nessuno va al sodo come Tony Montana, riesce sempre a trovare la via più breve.
Nessuno vede il "sodo" come lo sguardo di Al Pacino, nessuno lo filma meglio di De Palma.
Alla fine di sodo c' è solo il muro contro cui tutti vanno a sbattere. Tutti sanno che c' è, anche noi spettatori, i corvi funebri gracchiano dall' inizio del film, eppure non disturbano. L' importante è sbattere a 100 all' ora facendo un bel botto. Il botto di Tony ancora echeggia in tutte le sale cinematografiche.
La strategia di chi "vede, prende e scappa" confonde il nemico che si aspetta una strategia. E' così che vengono spiazzati gli avversari di Tony.
L' ascesa di Tony non è contrassegnata da schermaglie e "mosse" a sorpresa. E' una sorprendente corsa a perdifiato.
Tony piace ai ragazzini della terza media che bigiano e vanno nel bosco a sfogliare i giornaletti porno; si prosegue sparando con la carabina ai tronchi, la retina ancora intasata da cazzi assurdi.
Tony rincuora chi non riesce a concentrarsi sulle espressioni e l' area del trapezio. Indica un futuro radioso, pieno di ricchezze impreziosite da morte e cicatrici.
I Guappi di Gomorra giocano con l' arma ripetendo le battute di Tony. L' infantilismo di successo li ha sedotti.
Tony. Chi odia il mondo pur essendone avido è condannato a riprodurne la smorfia mentre spara ai colombiani, e poi anche quella disgustosa con cui guarda e stringe il malloppo. Ma in fondo tutti noi sappiamo che non si tratta di avidità.
Non è avidità, è cattiveria.
Tony da piccolo a Cuba era pestato regolarmente dai compagni di scuola e di carcere, la sua statura fisica era per loro un lasciapassare. De Palma non ne parla e fa bene: perchè perdere tempo quando qui a Miami c' è tanto "sodo" da raccontare e il film dura solo 95 minuti. Perchè perdere tempo quando noi sappiamo già tutto; noi che abbiamo osservato come guarda il prossimo, noi che l' abbiamo visto sacrificare tutto per qualche dollaro in più... ben sapendo che quei dollari erano solo una maschera dell' onore.
Il denaro come maschera
D' altronde, agire per conseguire o difendere uno status, degrada il nostro status.
Ecco che diventa estremamente utile una maschera che non freni l' azione ma copra le reali motivazioni.
Spesso i soldi sono la maschera più impermeabile: facendo credere che lo facciamo per i soldi evitiamo di ergerci moralmente al punto di essere sospetti.
Perchè la Borsa è infallibile
Negarlo, per contro, ci rende solo ignoranti.
Da leggere tutto. Più volte.
mercoledì 16 dicembre 2009
Le 4 vie
1) procura i giusti incentivi (Friedman);
2) elabora il costo soggettivo (Buchanan);
3) elabora la razionalità limitata e l' informazione dispersa (Hayek);
4) seleziona in modo efficiente (Malthus-Spencer).
Anima dell' Economia ed Economia dell' Anima
"Quanto costa?"
Domanda banale, solo per il contabile.
Lui crede che un SUV costi 80.000 euro per il semplice fatto che me lo danno se sgancio 80.000 euro. Illuso.
L' economista (che è un filosofo) invece sa che la questione del "costo" implica la questione dell' interiorità più recondita. Parliamo pure di Anima senza timore.
Nella vicenda ci sono implicate almeno due componenti irriducibilmente soggettive:
1. il costo opportunità
2. il costo etco (o psicologico)
2***
Se in mano ho 80.000 euro e l' unico investimento possibile è l' acquisto del SUV, allora il costo di quest' ultimo è per me nullo. L' alternativa al SUV sarebbe un bel fuocherello alimentato dalla carta (moneta).
Magari a me piacciono i fuochi, specie se di carta-moneta. Oppure della moneta mi piace l' odore. Lo trovo confortante.
Per ogni individuo e in ogni istante c' è un panorama di alternative differente e pronto a sparire non appena la scelta è compiuta.
3***
Se avessi a disposizione invece un' infinità di merci di mio gradimento dai prezzi più variegati, e, nonostante tutto, mi decidessi per il SUV, qualcuno potrebbe illudersi di avere in mano il costo reale del SUV.
Sbagliato. La mia spiccata sensibilità ambientale - faccio un esempio - fa salire il costo del SUV: inquinare mi dispiace. Se non mi dispiacesse il costo del SUV sarebbe inferiore.
4***
L' osservatore non ci capisce più niente: i costi etici sono inaccessibili e, una volta che ho speso i miei 80.000 euro, anche le alternative finiscono nel nulla. In altri termini, l' osservatore ha ben poco da osservare.
5***
Tesi: l' Anima è l' unica variabile fondamentale per il calcolo del costo economico.
6***
Il calcolo dei costi è inaccessibile perchè l' Anima delle persone è inaccessibile.
7***
Eppure il calcolo dei costi è fondamentale: sbagliarlo ci rende poveri e infelici. Gli economisti direbbero "inefficienti". Come posso produrre una Scuola, per esempio, se non so neanche quanto costa?!
8***
Dicevamo che l' Osservatore ha ben poco da osservare. Anche questo è sbagliato.
Puo' osservare le scelte dell' individuo. Sono l' unico specchio in cui si riflette l' Anima per affiorare in superficie. Se preferisco A a B, la mia Anima dà un' indicazione di costo.
9***
La scelta è al centro della società libertaria. Nessuna proibizione: diritto di scelta e centralità dell' Anima. La società libertaria è l' unica che s' inchina e rispetta l' Anima.
10***
Chalmers lo ha spiegato: chi non crede all' Anima, crede all' Uomo-zombie. Non ci sono alternative.
L' Uomo-zombie agisce come governato da un software.
11***
Chi concepisce l' uomo come uno zombie non è interessato granchè alla scelta dell' uomo, non percepisce l' utilità sociale di un tale atto; è interessato piuttosto al software che lo governa. Una volta che l' ha ricostruito, conoscerà l' esatto "costo" delle cose e saprà se vale la pena di costruire la Scuola a cui accennavamo.
12***
Lo Stato e i burocrati sono lo strumento su cui puntano gli "zombisti". Abusare dello Stato è una loro prerogativa, anche crederlo necessario rispecchia una sottovalutazione dell' Anima.
13***
Considerare la soggettività dei costi è un buon modo per difendere la Libertà. Credere nell' esistenza di un' Anima insondabile è poi il modo migliore.
14***
Le considerazione di cui sopra seguono una rilettura in treno di "Costo e Scelta" di James Buchanan. E' bello sapere che s' ispirò ai grandi scienziati delle finanze italiani.
Matrix
Ma come fa a morire veramente chi muore in Matrix? Matrix non è solo un videogioco?
Quando muoio in sogno non muoio nella realtà. Non mi faccio neanche un graffio.
Riesco tranquillamente a concepire come verosimili anche le situazioni più improbabili: basta collocarle opportunamente lontano nel tempo.
Sono le situazioni impossibili a mandarmi in bestia.
Tutto il contrario la Sara, che si è goduta il film spassandosela come non mai incurante delle mie petulanti richieste d' informazione.
P.S. In realtà una spiegazione cervellotica esisterebbe. Giocare ai videogiochi ha anche ripercussioni reali: se perdo mi dispiaccio, per esempio. Cio' implica che la realtà virtuale puo' agire sul mio corpo reale. Mi deve bastare questo per spiegare il sangue che perdo sul cuscino quando inciampo e cado in sogno?
P.S. A proposito di film. Domani, in allegato ad un Foglio da 5.9 euro, esce il libro di Mariarosa Mancuso. Impagabile la prefa di Aldo Grasso anticipata sul corriere di oggi (link disponibile domani)(siccome oggi è domani, ecco il link).
Il fumo uccide. Forse.
Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.
Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.
Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità
***
Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.
Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".
link
martedì 15 dicembre 2009
Nell'era Google la qualità conviene
Internet banalizza la nostra cultura o la estende innalzandone la qualità?
Molti sono scettici, la conoscenza "vicina" renderebbe obsoleta la fatica del memorizzare.
Le menti ne uscirebbero più fragili e meno ricettive. Tutto si svolge solo in superficie, la sonda mentale non è più chiamata ha penetrare ed diventa impotente persino di fronte alla scorza meno resistente. L' approfondimento si rarefa' fino a svanire.
Per me questo pessimismo è eccessivo.
Google sta già rendendo e renderà la nostra cultura media sempre più estesa ed approfondita, sempre più vivace e appassionata, anche se concordo sulla rarefazione delle riflessioni impegnative.
Ma io forse non faccio testo, sono un inguaribile ottimista, in passato ho già espresso la convinzione che i nostri figli saranno migliori di noi e che l' arte e la cultura prodotte oggi sono espressioni umane più raffinate, consapevoli e scandagliate che non quelle del passato. Spero solo fosse un ottimismo argomentato.
Qualcuno potrebbe pensare che abbiamo troppo "materiale" a disposizione, siamo immersi in un blob ipertrofico che ci avvinghia paralizzandoci. Ed infatti è vero: passo oggi molto più tempo di prima a "selezionare" e "classificare" e molto meno tempo a leggere-ascoltare-guardare. Alcuni dischi ricevuti giacciono incelofanati perchè sono tutto compreso dalla stesura del prossimo "ordine" da inviare. Colgo in questo comportamento una chiara spinta verso l'alienazione del consumo culturale.
Il bello è che tutto cio', lungi dall' essere un inconveniente, potrebbe trasformarsi nel punto di forza che renderà la cultura media delle generazioni a venire più sofisticata e profonda di quella delle generazioni passate.
La chiave di volta è il teorema Alchian-Allen. Cerco ora di argomentare il mio ottimismo. Lo sapevate gli australiani bevono vini italiani di qualità mediamente superiore rispetto a quelli che si bevono in Italia? Ed è vero anche il contrario (sì, esistono anche i vini australiani). E' normale che sia così, visto il teorema Alchian-Allen. Il teorema dice che se un costo fisso si aggiunge al prezzo di due beni succedanei tra loro, aumenterà il consumo di quello qualitativamente migliore. Il motivo è chiaro: la qualità costa, e l' aggiunta di un costo fisso incide meno sul psuo prezzo complessivo, cosicché diviene più conveniente. Il costo di trasporto in Australia del vino italiano è il medesimo per alta e bassa qualità.
Il mondo di google aggiunge un costo fisso ai beni culturali: è il costo legato alla ricerca. Per comprendere meglio dividiamo il costo dell' acculturamento: costo di selezione e costo di approfondimento. Google rende disponibile una marea di roba facendo impennare il costo di selezione. Ma questo costo s' impenna per tutte le potenziali fonti. E' il motivo per cui nell'era google approfondiremo solo il materiale in media qualitativamente superiore.
Personalmente lo constato tutti i giorni: come dicevo prima, passo molto meno tempo a leggere e molto di più a selezionare, ma la bontà media delle mie letture si è impennata. Leggo praticamente solo quello che mi interessa veramente, lo leggo quindi in modo veramente partecipe e formativo.
Se decido di vedere un' opera vedo solo l' atto che mi interessa - solo l' aria che m' interessa, solo il passaggio che aspettavo - tagliando il superfluo, ovvero tutto il resto. Se ascolto una sinfonia, ascolto solo il tempo che m' interessa, solo la cadenza che attendevo al varco e non vado oltre, sarebbe tempo sprecato, sarebbe tempo buttato che in passato avrei fatto passare anche ai miei occhi per "cultura" anche se era solo noia che dovevo sorbirmi per avere cio' che cercavo. Eccetera.
Vuoi giudicare la bontà culturale del tuo vicino? Difficile farlo, ma oggi ci sono un paio di spie dal contenuto informativo non trascurabile. Guarda quanti libri lascia a metà, se sono pochi diffida. Nota quanto spesso abbandona la visione di un film; farlo raramente è un brutto segno. Nota se scorre velocemente le gallerie virtuali dei musei in rete; procedere a rilento è preoccupante. Lasciare rqramente intonso il tomo, disertare pochi film iniziati, sorvolare con riluttanza quando ci si imbatte in opere d' arte, puo' segnalare un basso livello qualitativo della propria cultura, ovvero, un utilizzo improduttivo dei nuovi potentissimi strumenti a disposizione per migliorarci.
Un ottimismo del genere non è esente da critiche: spesso il mio arricchimento culturale è stato di origine casuale. Esiste una fruttuosa serendipidy anche in queste materie, magari stai leggendo un libro noioso, ed ecco un'inattesa illuminazione. Magari vai all'unico museo del tuo paese e l'esperienza forzata si trasforma in qualcosa di unico. Ci mancherà questa fertile noia? Nell'era in cui tutto è raggiungibile ci mancherà il sogno di qualcosa di irraggiungibile? Probabilmente sì, ma questo è un altro discorso.
Ah povera mamma, che memore della guerra mi fai sempre finire tutto quello che ho nel piatto, anche l' odiato ovetto, perchè "buttare è peccato"... non hai capito che oggi tutto è potenzialmente sostituibile con qualcosa di simile e migliore...
lunedì 14 dicembre 2009
Noccioli
Sempre d' impatto, specie per chi è reduce da una scampagnata a New York e non puo' sfuggire ad una certa mitologia un po' infantile.
Il nocciolo concettuale del film sta tutto nella battuta pronunciata da lui quando esce da taxi.
Il nocciolo estetico sta tutto nel fatto che lei, quando esce dal taxi per non perdere l' uomo della sua vita, in realtà dice di cercare il gatto.
Mi piaccioni i film in cui il "nocciolo" concettuale sta in una sola battuta e il "nocciolo" estetico in una sola sequenza, non fanno perdere tempo. Gli americani sono maestri.
Dicono tutti che il libro è più bello. Per carità sono voci attendibili, anche se il fatto che finisca male mi fa dubitare. Comunque non posso leggerlo, non ho tempo.
Se avete ancora meno tempo di me, anzichè vedervi il film, riascoltatevi quella battuta cruciale messa in musica in una vecchia canzone di Johnny Cash
Chiesa ragionante
Non so se il messaggio sia riassumibile.
Forse si puo' riassumere dicendo che lo sforzo scientifico presuppone la conoscibilità dell' universo e che la struttura scientifica stessa è il frutto di una stretta sinergia tra esperienza e matematica. La matematica poi si spinge anche molto al di là di cio' che possiamo immaginare ed esiste una forte corrispondenza tra la natura e questa nostra conoscenza razionale. Poichè la natura è conoscibile scientificamente, siamo rimandati ad un' intelligenza originaria in un percorso che ci riconduce all' esistenza di Dio.
Non c' è dubbio che una simile conoscenza appare particolarmente adatta all' odierna situazione culturale nella quale gli uomini di scienza giocano un ruolo centrale.
Le obiezioni al ragionamento vengono piuttosto sollevate evidenziando i limiti alla leggibilità della natura. Il "principio di indeterminazione" ci confina in una conoscenza probabilistica, ma anche queste leggi sono una forma di conoscenza. I sistemi caotici poi, non sono assolutamente inintelleggibili e non ricomprendono l' intero universo.
Questo itinerario verso l' esistenza di Dio a partire dall' intelleggibilità della natura è certamente vicino alla quinta via di Tommaso. Non parte però dalla presenza delle finalità dell' universo, ma dalla constatazione che l' universo è matematicamente intelleggibile.
L' esistenza della grammatica poi è la prova di Dio, e attraverso questa prova si puo' dimostrare l' esistenza di Dio nel mondo moderno. Un Illuminismo privo di "fondamenti" alla fine è costretto a distruggere se stesso. Il risultato è il nichilismo. L' argomento più convincente per dimostrare l' esistenza di Dio, giunge a Dio come al garante dello spazio della verità, entro il quale il soggetto può recuperare la propria identità. La negazione di Dio comporta la negazione della verità. L' ateo non si libererà di Dio finchè non si libererà della grammatica e del concetto di verità che essa implica in modo così naturale.
Sì, in fondo molto di quello che ho detto si puo' anche riassumere con parole del genere.
Ed è una fortuna che parole del genere non siano mie ma siano del filosofo papalino Robert Spaemann e del Cardinal Ruini, che si sono incontrati Venerdì scorso a Roma al convegno "Dio Oggi". Dopo una breve introduzione che evidenzia come la Chiesa non sia nè l' Arci, nè un' agenzia intergovernativa, nè un istituto psicologico per la consolazione degli afflitti, si è cominciato a parlare di un argomento cardine che fa della Chiesa cio' che è: l' esistenza di Dio e le prove razionali per dimostrarla.
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Ruini è tratto dal Foglio 11.12.20089 inserto primo "Ragionare etsi deus daretur"
Punire la persona o punire i geni?
Domani, anzichè le attenuanti, secondo questa logica avremo delle vere assoluzioni. Non vedo alternative.
La cosa spaventa? Direi di sì, specie per chi considera la pena come una semplice soluzione etica.
Se un "atto" non implica volontarietà, non è più un atto "colpevole" e la persona che lo compie non merita di essere sanzionato.
Chi considera invece la pena come una soluzione economica, ha qualche chance in più di evitare questo baratro.
Per costoro punire i geni o punire la persona è indifferente, quindi queste attenuanti non hanno senso e la punizione piena resta giustificata.
Premia i cattivi e ne avrai sempre di più, puniscili e ne avrai meno. Vale per le persone, ma vale anche per i geni.
Mi fa particolarmente piacere notare che la medesima efficienza della giustizia la si ottiene postulando l' uomo come essere libero (a prescindere dai suoi geni). Ancora una volta felicità e libertà vanno a braccetto.
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L' intemperante Vallauri
Esistono due Mondi: 1) mondo naturale (preesiste all' uomo) e 2) mondo artificiale (creato dall' uomo).
UNO è "continuo". Non contempla transizioni istantanee: se esco dal bosco non c' è un istante in cui passo dal "bosco" al "non-bosco". Trattasi di un mondo "intemperante".
DUE è "discreto". Prendi la città: o sei in via Mazzini o sei in via Cavour. O sei in una corsia o sei nell' altra. Sono strade "ben temperate".
La denuncia di Vallauri
Rischiamo di perdere il contatto con UNO per dedicarci unicamente a DUE. Il nostro cervello si abitua a pensare secondo i moduli di DUE e, alla lunga, le priorità di quel mondo fagocitano quelle del mondo naturale: per esempio produciamo ricchezza a scapito del pianeta.
Per capire bene questi concetti non c' è niente di meglio che ascoltare tutta la puntata. Oltre all' ambiente- in- pericolo, lo schema si applica bene a tacchi alti e tatuaggi. Come sempre interessante.
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Posso dirlo? Per quanto senta interesse, o non capisco bene o non sono molto d' accordo. Cito tre motivazioni.
A. I nativi americani adoravano la Terra e viveno immersi in (1), eppure sovracacciagione e sovraraccolta erano la norma; le loro pratiche più comuni risultavano devastanti per l' ambinete e se non fosse stato per la loro pochezza tecnologica... (link - link...). Il discorso vale per quasi tutte le popolazioni primitive.
B. La curva di Kuznets parla chiaro: le società più avanzate hanno una maggiore sensibilità ambientale. E nelle società avanzate predomina "2".
C. Noi sappiamo perchè il pianeta è in pericolo, abbiamo una teoria solida a riguardo e ci riferiamo ad essa parlando di "tragedia dei beni comuni". Quando una risorsa non risulta privatizzata, non c' è nessun padrone che ne abbia cura. La soluzione: rintracciare espedienti per la privatizzazione. Ma in fondo "privatizzare" = "digitalizzare".
Ecco allora il paradosso: quanto più riusciremo a "digitalizzare", tanto più scongiureremo i rischi per il pianeta. In realtà tutto cio' è un paradosso per lo schema proposto da Vallauri. Per l' alternativa invece è una naturale conseguenza.
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Vorrei offrire ora una mia considerazione conclusiva.
Vallauri parla di mondo "discreto" per riferirsi al mondo artificiale e di mondo "continuo" per riferirsi al mondo naturale. La mia sensazione è che il mondo "discreto" sia molto più semplicemente quella parte di mondo che conosciamo meglio, tanto che possiamo esprimerla parlandone con un linguaggio chiaro e intelleggibile. Non è infatti una condizione del linguaggio non ambiguo quello di essere "discreto"? Il mondo continuo è, molto più semplicemente, il mondo a noi sconosciuto.
La contemplazione della natura è per me la contemplazione del non-appropriato, del non-conosciuto. Il suo fascino si dispiega al meglio nell' animo proteso all' appropriazione e alla conoscenza.
***pspspspspspspspsps
In campo musicale riesco ad amare sia le musiche temperate...
... che quelle intemperanti
Con il giusto schema interpretativo entrambe hanno un loro fascino, in fondo la contemplazione dell' informe non necessità modalità mistiche...