lunedì 14 dicembre 2009

Chiesa ragionante

Ultimamente c' ho dato dentro nel tentativo di affrontare la prova dell' esistenza di Dio (link link link link link... basta, la tag è "dimostrazioni di Dio").

Non so se il messaggio sia riassumibile.

Forse si puo' riassumere dicendo che lo sforzo scientifico presuppone la conoscibilità dell' universo e che la struttura scientifica stessa è il frutto di una stretta sinergia tra esperienza e matematica. La matematica poi si spinge anche molto al di là di cio' che possiamo immaginare ed esiste una forte corrispondenza tra la natura e questa nostra conoscenza razionale. Poichè la natura è conoscibile scientificamente, siamo rimandati ad un' intelligenza originaria in un percorso che ci riconduce all' esistenza di Dio.

Non c' è dubbio che una simile conoscenza appare particolarmente adatta all' odierna situazione culturale nella quale gli uomini di scienza giocano un ruolo centrale.

Le obiezioni al ragionamento vengono piuttosto sollevate evidenziando i limiti alla leggibilità della natura. Il "principio di indeterminazione" ci confina in una conoscenza probabilistica, ma anche queste leggi sono una forma di conoscenza. I sistemi caotici poi, non sono assolutamente inintelleggibili e non ricomprendono l' intero universo.

Questo itinerario verso l' esistenza di Dio a partire dall' intelleggibilità della natura è certamente vicino alla quinta via di Tommaso. Non parte però dalla presenza delle finalità dell' universo, ma dalla constatazione che l' universo è matematicamente intelleggibile.

L' esistenza della grammatica poi è la prova di Dio, e attraverso questa prova si puo' dimostrare l' esistenza di Dio nel mondo moderno. Un Illuminismo privo di "fondamenti" alla fine è costretto a distruggere se stesso. Il risultato è il nichilismo. L' argomento più convincente per dimostrare l' esistenza di Dio, giunge a Dio come al garante dello spazio della verità, entro il quale il soggetto può recuperare la propria identità. La negazione di Dio comporta la negazione della verità. L' ateo non si libererà di Dio finchè non si libererà della grammatica e del concetto di verità che essa implica in modo così naturale.

Sì, in fondo molto di quello che ho detto si puo' anche riassumere con parole del genere.

Ed è una fortuna che parole del genere non siano mie ma siano del filosofo papalino Robert Spaemann e del Cardinal Ruini, che si sono incontrati Venerdì scorso a Roma al convegno "Dio Oggi". Dopo una breve introduzione che evidenzia come la Chiesa non sia nè l' Arci, nè un' agenzia intergovernativa, nè un istituto psicologico per la consolazione degli afflitti, si è cominciato a parlare di un argomento cardine che fa della Chiesa cio' che è: l' esistenza di Dio e le prove razionali per dimostrarla.

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Ruini è tratto dal Foglio 11.12.20089 inserto primo "Ragionare etsi deus daretur"