lunedì 17 novembre 2008

Il mio cervello senza di me

Sarebbe proprio bello se sapessimo cos' è la "libertà". Così come sarebbe bello sapere di cosa parliamo quando parliamo di "scelta". Si, sarebbe fantastico perchè sapremmo dare un senso all' espressione "libertà di scelta".



Adesso, lasciamo perdere la "libertà", che tanto non caviamo un ragno dal buco. Ma la "scelta", la "scelta" per dindirindina... possibile che annaspiamo anche su questa banale definizione?



La Teoria delle Decisioni ce la descrive come un marziano che, forse esiste, ma nessuno di noi lo ha mai incontrato.



Uno si aspetta di giungere fischiettando al canonico bivio e DECIDERE se prendere a destra o a sinistra. Ma, probabilmente, questa visione è solo un' illusione ottica, seguirla ci lascia presto in ambasce.







Faccio un esempio terra terra, il più banale-neutrale possibile.



In 0.35 secondi una palla da baseball passa dalla mano del lanciatore al guantone del ricevitore. Per attivare e coordinare la sua muscolatura il battitore impiega 0.30 secondi. In 0.05 secondi è impossibile prendere decisioni. Nessuno però è disposto ad ammettere che il battitore colpisca a casaccio. Sono quattro dati oggettivi che messi insieme esplodono. Questo libro cerca di esplorare l' arcano raccontando come i cervelli lavorano di brutto anche in nostra assenza.



In 0.05 secondi accade dunque qualcosa che non rinuncio a chiamare "scelta". Eppure fisicamente una scelta non puo' darsi. A meno che non venga presa in "nostra assenza".



L' esempio che ho fatto è paradossale: un caso in cui tutti concordano nel parlare di "scelta" per quanto non esista nemmeno il tempo fisico affinchè una scelta si realizzi. Eppure a molti puoi dare tutto il "tempo fisico" che vuoi, sempre scelte "in assenza di se stessi" compiranno.



L' unico modo per aggirare l' ostacolo consiste nel ricorrere alla teoria del Capitale Umano: nel corso della mia vita investo consapevolmente delle risorse al fine di delegare molte scelte future ad un pilota automatico molto particolare. Tra le farine con cui amalgamo il mio CM, quella ideologica è forse la principale.







Tutto cio' ha delle implicazioni: oggi, qui, parlando, discutendo, confrontandoci sul forum, schierandoci, percorrendo questo rettifilo che sembra non implicare vere scelte... stiamo già prendendo decisioni concrete riguardo a bivi futuri che ora non riusciamo neanche ad intravvedere. Ci stiamo insomma coltivando affinchè il nostro cervello possa decidere anche senza di noi. Noi non ci saremo pur restando pienamente responsabili, una responsabilità che deriva da cio' che diciamo e facciamo oggi.



Ah, un' ultima cosa... le foto sono di Luigi Ghirri, mica paglia...

In vetta



Mamma che tristezza gli ultimi post, vediamo di riprenderci uscendo per una boccata d' aria. Propongo di avvicinarci al sole, magari con una passeggiata alpina.

Elaborazioni

Molti lettori moderni hanno da sempre trovato proficuo farsi spiegare l' Amore dall' immaginifico Barthes, recentemente ho trovato un altrettanto valido Cicerone in grado di illustrare al meglio le labirintiche Stanze del Dolore, si tratta di C.S. Lewis. Fresco vedovo, tenne un diario in cui stenografò le tappe della sua elaborazione. Tutti i "vedovi" dovrebbero avvicinare queste poche note. Di seguito pronuncio il mio "grazie" avvalendomi delle sue parole.

Grazie, caro CSL, grazie per la meticolosità con cui ci hai spiegato quanto il dolore assomigli alla paura.

Nel tuo naufragio fatichi a rintracciare una voglia per capire? Ebbene, grazie per aver illustrato con tanta vivacità questo sentimento che spadroneggia in ogni cuore avizzito.

Mi hai diffidato dall' adagiarmi nel Buon Senso e di questo te ne sono grato. Che palle quando Lui ti ricorda una per una le tue mille risorse, quando accenna alla tua felicità di "prima". E' proprio stando assorti in questo catechismo che la stilettata rovente del ricordo fa più male.

Ti ringrazio per aver consigliato l' Angoscia piuttosto che la Commiserazione. Crogiolarsi nella seconda evoca solo una falsa immagine di ..., in pochi minuti ci costruiamo un malefico fantoccio che la sostituisce.

Nessuno aveva mai raccontato meglio la pigrizia del dolore. L' orrore per ogni sforzo, anche minimo. Mi hai fatto capire al volo perchè le persone sole diventano così sciatte e, alla fine, sporche e disgustose. A che pro cominciare qualcosa? Prima non si aveva mai tempo, ora non esiste altro che tempo. Anche questo corpo, quando era il corpo dell' amante aveva ben altra importanza. Ora è una casa vuota che puo' deperire dolcemente.

Neanche tu vuoi mai sentir parlare di destino, mi fa piacere. Questo burocratico vigile, la sua fredda regolamentazione del traffico: io a destra, tutte le persone a cui tengo a sinistra.

Nulla tornerà mai come prima, l' hai gridato forte e hai fatto bene. In caso contrario Dio sarebbe proprio un pagliaccio che ci strappa di mano la scodella di minestra per restituircela uguale un attimo dopo.

Ci volevano le tue scelte parole per raccontare come si deve l' affare delle foto rimaste. Nessuno di noi, chissà come mai, ne possiede di belle, e anche nell' immaginazione non riusciamo più a vedere distintamente il suo viso. E pensare che stanotte, chiudendo gli occhi, ci apparirà perfettamente il grugno di quel tale incrociato casualmente per strada. Ma il tuo cattolicesimo, caro CSL, non ti fa disperare: domattina un Prete mi darà una piccola cialda rotonda sottile, fredda e insapore. E' uno svantaggio che questa cosa non possa ambire alla benchè minima somiglianza con cio' a cui mi unisce? Chi vuole Cristo si disinteressa delle cose che gli somigliano, la passione ardente ci rende iconoclasti.

Caro CSL, ti devo proprio stringere la mano perchè hai accennato davvero con proprietà alle deviazioni che subisce in questi casi la conversazione con amici, dominata com' è, non dal dolore, non dalla pietà, non dalla paura ma da quel micidiale isolante che è l' imbarazzo. Sei imbarazzante per tutti quelli che incontri. Leggi loro in faccia l' incertezza se "accennare" o meno. Grazie per aver fissato con maestria quella voglia di sparire, e anche quella voglia di avere gente intorno, purchè non ti rivolgano la parola, purchè parlino solo tra loro.

CSL, sei un vero maestro della microfisica del lutto. Nel lutto sei sempre in tensione: è per via della frustrazione continua a cui sottoponi tutti quegli impulsi che ormai erano diventati abitudine. Una miriade di pensieri e sentimenti che silenziosamente ti avevano invaso ricorrendo di continuo nella tua giornata e che avevano come oggetto ...

Ci sono perdite che concentrano il loro colpo in un punto. Altre, per esempio la nostra, ti accerchiano e fatichi ad approntare una difesa. CSM, grazie alla tua penetrazione, attingi in profondità e ci regali una risposta: lei era per te molte cose: tua figlia e tua madre, tua allieva e tua maestra, tuo suddito e tua padrona, tua amante ma anche portatrice dei frutti più succosi tipici delle amicizie maschili.

Concordo con te quando descrivi la notte tipica del sofferente: il guaio non è il mal di denti ma il fatto che non si puo' pensare ad altro. Il dolore va subito ma, da vero despota, richiede anche di essere pensato in continuazione.

Bravo, hai sbaragliato parecchi miti ed hai ragione nel dire quanto sia indifferente tornare nei posti in cui sei stato felice con ... la cosa non procura alcun trasalimento emotivo: se ti manca il sale lo senti su tutte le pietanze. Non pensare a lei è ancora peggio: tutto quello in cui ci impegnamo è minato da un difetto, da continui errori, da sottili ma ineluttabili imperfezioni. Come quei sogni dove non accade nulla, dove nulla hai da raccontare al mattino ma che non vorresti mai rifare.




Hai una sola parola, ma quanto pesa!, sui sofferenti che vogliono prolungare il loro dolore: certo, in questo c' è la vanità malsana dell' eroismo, del convincere se stessi che nell' esercito di coloro che hanno subito un lutto non siamo semplici fanti; ma c' è anche una voglia di completezza, di vivere fino in fondo ogni fase del Matrimonio partendo dalla Luna di Miele per impantanarsi dove stanno. Non si accorgono che l' abbandono al dolore anzichè legarci ci distacca. "I morti vengono a dirci che il nostro pianto fa loro male". La saggezza popolare ha le sue ragioni profonde.

C' è un sentimento che riesci a rendere con la massima forza: lo spavento, passato qualche tempo dagli eventi, con cui ci accorgiamo che è all' opera un lento processo che farà di ... una donna sempre più immaginaria. Non esiste più una realtà concreta ad arrestarci mentre perpetriamo questa truffa. Non c' è più quell' impatto con qualcosa di molto vicino, di intimo e tuttavia resistente, sempre e inconfondibilmente altro. Sulla sua immagine deposito via via piccole scaglie di me, mie impressioni, mie scelte, fino alla deturpazione completa. Basterebbe una telefonata di 5 minuti per dissolvere simili fantasmi.

E' una fortuna che la tua compagnia ci confermi su così tanti punti e trovi le parole vivide da sostituire alle nostre sbiadite impressioni. In particolare in materia di Fede. Man mano che vado avanti nella vita trovo mille motivi che ne esaltano la bellezza feconda. Purtroppo una delle supposte qualità viene meno: la capacità di consolare. Era un' illusione il pensiero per cui un' assenza potesse essere colmata dalla fede. Devo dedurre che se pregare per i Morti mi ha appagato in passato, era perchè di quei Morti non mi è mai importato gran che, non mi è mai importato disperatamente della loro sorte.

Se la religione non consola, non consola nemmeno la riflessione. Nella sofferenza non si puo' far altro che soffrire. Bravo a CSL, scrittore che meglio di altri porta alle nostre coscienze questo messaggio cristallino.

Guarire. Per fortuna che tu, tra i pochi, ti premuri di spiegarci la natura della guarigione che ci attende: non siamo reduci dall' asportazione dell' appendicite, ci hanno amputato una gamba! Guariremo, le ferite si rimargineranno, ma non saremo più bipedi. Siamo una nave con due motori sistemati ai lati di cui uno è vittima di averie irreversibili. Con il solo rimasto dobbiamo rientrare in Porto se esiste mai un Porto. Non ci resta che evitare di girare in tondo.

Chi soffre è un inesperto, l' intensità del suo animo lo frega, pensa di conoscere più intimamente di altri l' oggetto della sua afflizione. Si crede sensibile e disprezza chi nelle sue condizioni ha cessato di soffrire. Invece, e su questo il mio amico CSL è categorico, chi ne è venuto fuori ricorda meglio e sa di più proprio perchè ha cessato di soffrire. Non si può ottenere cio' che vogliamo troppo intensamente: "facciamo una chiccherata" è una frase che garantisce il silenzio generale; "stanotte devo dormire sodo e riposarmi" è il preludio ad una veglia tormentata.

Mai avevo sentito rimproverare la dipartita con tanto affetto e pertinenza. Quando ti accorgi di non voler tornare ad essere felice come lo eri prima di conoscere la sua ..., ecco che le rivolgi la tua retorica ed affettuosa domanda: hai mai saputo cara quanto ti sei portata via andandotene? Mi hai spogliato anche del passato, anche di tutte le cose che non abbiamo fatto insieme.

Il dolore rende cattivi, attizza la voglia di "restituire i colpi" senza preoccuparsi tanto della mira. Chi meglio di te ha sviluppato il rozzo concetto del rigo precedente? Quando poi l' assenza deriva da scelte subite, bisogna mettersi all' opera affinchè quelle scelte appaiono a noi stessi come segnate. Si lavora alacremente per abrutirsi, rendersi repellenti al fine di poter finalmente consolarsi pensando: siccome sono così non poteva che andare così.

Forse la dolcezza di ... all' inizio mi voleva dire: "Bussate e vi sarà aperto". Il mio amico CSL prima ha bevuto una birretta con me, poi, accompagnandomi a casa tenendomi sotto braccio, distrattamente, quasi senza volerlo, mi ha spiegato che "bussare" non significa dare pugni e calci alla porta come invasati. E che a chi non ha la capacità di ricevere neanche l' onnipotenza potrà mai dare.

sabato 15 novembre 2008

Sacrificio

Per onestà intellettuale, chi nega diritti agli animale (e mi ci metto), dovrebbe sempre farlo avendo davanti questa foto.



Si sta cucinando una scimmia nonostante i divieti al commercio di selvaggina della foresta in vigore anche nel Gabon. E allora?

Croste screziate



Dicono che le musiche più malinconiche siano la brasiliana e la tzigana. Entrambe però non reggono il confronto con il Fake Folk. Il dolore si presenta sempre più spesso coperto da croste colorate. E allora, lo spettacolo della tristezza puo' ancora essere costruito senza il ridicolo della cartapesta? senza il teatrino della millanteria reiterata dai deboli? Puo' essere reso in modo credibile in assenza di impacciate falsificazioni? Se la risposta è "no", se la fatica difficilmente affiorerà mai nel verso di un cantautore consapevole, se il contrario della Speranza non è la disperazione ma l' affanno sedato, allora il FF vince a mani basse. La tradizione che più si presta ad essere sabotata mi sembra quella hawaiana. Ricordo ancora la perizia con cui memeorabili artificieri - Joseph Racaille, Michael Cooper... - la fecero brillare. Con le sue canzoncine allucinate - durano lo spazio di un cerino della Piccola Fiammiferaia - ora compare un figlio di quella stagione.





Frank Martel

venerdì 14 novembre 2008

Acquerugiole autunnali



Ogni volta che massaggia le sue percussioni, esala una pioggerellina acidula che intossicherebbe anche un Blade Runner.



Jim Meneses

Schumpeter spiegato al popolo

Parlo dell' opera di Daniel Gross e della sua apologia dei singhiozzi capitalistici per cui senza distruzione non ci sarebbe creatività.

Quando le bolle esplodono fanno spavento, ma le macerie che lasciano sono fecondissime.

Teoria del ciclo per il giornalista: l' innovazione appare sempre osteggiata dai tutori dello status quo, per imporsi richiede extrasforzo e divulgazione di leggende metropolitane. Una volta che la diga conservatrice tracolla, la marea esonda e se non "partecipi" sei un miserabile emarginato che non si sa cosa sei venuto al mondo a fare.

Passata la buriana restano infrasftrutture fisiche e mentali su cui l' innovazione potrà prosperare ed essere copiata anche dalle economie senza singhiozzi.

Infrastrutture mentali e fisiche? Sì, grazie all' autoinganno il privato costruisce beni pubblice che non sarebbero mai venuti ad esistenza.

Gli esempi di bolla benefica passati al setaccio da Gross.

  1. Telegrafo.
  2. Ferrovie.
  3. Energia elettrica.
  4. Internet.
  5. Fibre Ottiche.
  6. Real Estate.



Bolla intraviste e auspicate da Gross: Energie alternative.

E le innovazioni della bolla attuale? Bè, gli strumenti finanziari e il mercato delle scommesse. Senza contare il programma di case di lusso elargite spensieratamente al popolo americano.



Quando fa male, fa bene: è il capitalismo inconfutabile, baby.

Giochini

Cancellate gli appuntamenti di oggi ed entrate in questo sito di giochini senza istruzioni. Impararle da soli è metà del divertimento.

Tentativi di verificare Steve Johnson.

Mettendo a punto la cornice

Come cambia il giudizio estetico. Da "questo è bello" a "questa è arte". L' arte che esiste al fine che ci si interroghi sull' arte.

giovedì 13 novembre 2008

L' "... e vissero tutti felici e contenti" alla francese


Accomodiamoci per tre minuti in una di quelle strane bolle che solo Trenet sa soffiare

p.s. ma possibile che per un francese il finale in gloria coincida sempre con l' istituzione di un monopolio?

Musica disabilitata

I gravi handicap mentali e fisici che affliggono tutti i membri del gruppo fanno bene alla loro musica.

La Religione ci rende più buoni?

Si.
Sì.
No.
No.
Dipende. La Religione sviluppa credenze ontologiche, credenze morali e pratiche comunitarie. Quando queste ultime prevalgono allora l' effetto positivo è più evidente.

Riassuntino.

mercoledì 12 novembre 2008

Entomologia sonora


Alchemici innesti di organi e chitarre tentano di farci udire il verso segreto dell' insetto che ride mentre ci divora.



Claudette JFC

Alla borsa dei figli è il momento di comprare

Sei uno che calcola sempre tutto e sa bene quanto i figli ci rendano infelici?.

Bene, ora vedi di rifare i conti e se davvero ti ritieni un egoista illuminato "compra" un figlio alla svelta.
Ti ricordo solo che 1)puoi risparmiarti parecchi sforzi che ti spaventano, ora che sai di avere ben poca influenza su quel che diventerà tuo figlio; 2) in questi momenti d' incertezza crescente i figli vengono parecchio utili quando sarai più in là con gli anni.

Ancora una mini scoperta genetica, ancora un mini ritocco alle pensioni, e avere un figlio diventerà l' affare dell' anno per qualsiasi persona lungimirante.



***




E' un po' provocatorio, lo so, l' ho messa sul venale, almeno è un linguaggio che tutti capiscono. Del resto, dietro le paure di "solitudine", chi puo' negare che spesso ci siano paure legate all' incertezza materiale?

Ma ci tenevo che il sasso cadesse proprio in questa piccionaia. Se faccio mente locale molti di noi non hanno figli, escludo Davide, Vlad e... (i puntini sono per la/il/le/li misteriosissim /o/a/i/e Spirito, se ha voglia di riempirli senza girarci intorno...).


Un figlio, al di là del credo religioso che uno professa, potrà mai essere davvero sostituito da amici, cultura, nipoti, chiacchere, libri, divertimenti e altre relazioni umane varie? Mmmmm.


La verità è che nemmeno io so bene perchè sono arrivato a questo punto. Chissà se altri sono meglio informati su se stessi? Le decisioni forse non si prendono a tavolino consultando i "listini di borsa", ma nemmeno siamo costretti a leggerle nel libro del Fato. Io, tutto sommato, ritengo la mia condizione il frutto di una delibera, anche se, per i circuiti contorti che segue lo spirito, non so bene quando, dove e come l' ho presa.


Eppure sento di averla in qualche modo presa per quanto - è questa la cosa che mi fa impazzire - al solo sentirla confermata, mi oppongo con risolutezza! Un disaccordo che mi slabbra come una ferita dove quel cretino di Caplan si diverte a sciogliere i suoi grani di sale.


moneygami






Politiche neokeynesiane: maximum wage

Salari elevati rendono poco conveniente il fancazzismo e fungono da monitor laddove l' iinformazione è imperfetta. Ma producono equilibrio con disoccupazione.


************* leggendo Stiglitz

martedì 11 novembre 2008

Una musica che sgocciola



Le tensioni sono al massimo, ma bilanciandosi si neutralizzano. Resta solo il dinamismo dei nostri sudori che sgocciolano. Ci saluteremo così, avendo dato tutto, avendo spinto al massimo, con ogni umidore prosciugato. L' uno contro l' altro immobili da sempre e per sempre condannati da quella strana simmetria che ci spossa da fermi.

sabato 8 novembre 2008

Insegnanti migliori per una scuola migliore

Ed Glaeser.

Stipendi più alti.

Misurazione delle performance.

Più potere di selezione ai Presidi.

Tassare l' IQ

In una società equa e meritocratica, il sistema fiscale ottimo.


********** leggendo Stiglitz

venerdì 7 novembre 2008

giovedì 6 novembre 2008

I ricchi sono più educati

Conseguenze morali del benessere.

La medicina delle interferenze

Il mercato lasciato a se stesso non funziona. Bisogna interferire. Il fatto è che lo si fa in maniera crescente da mezzo secolo. Ha funzionato?

Italia, ultima. E te pareva.

Nella crisi finanziaria l' Italia è il paese messo peggio in Europa, almeno a giudicare dalle scommesse circa un suo "fallimento" (diffusione dei credit default swap). Una specie di Islanda Mediterranea. La notizia non sembra circolare molto, così mi è venuta voglia di riportarla.

L' economista inutile

Tempi duri per la credibilità degli economisti messa a repentaglio dal crash finanziario.

Prima di far partire la raffica però bisognerebbe avere un' idea di quel che dicono, almeno della teoria ortodossa. Tanto per iniziare... lo sapevate che...

"... The efficient market hypothesis states that historical information provides no help in forecasting share prices... That is because all useful information would already have been assimilated in today’s price..."

Dove stanno i cuori grandi?

Leggendo Arthur Brooks sembrano esserci pochi dubbi su dove cercare la generosità, almeno in America: a destra.

Le conferme fioccano:




Piccoli Friedman crescono

Dopo il padre liberale, il figlio libertario. Ed ora un nipote, Patri, anti-democratico:

"... Only without political freedom can economic freedom thrive (see Hong Kong, Singapore). With political freedom (democracy) comes a welfare state and loss of economic freedom..."

Economisti ed IQ

E' l' intelligenza, non l' educazione, a farci pensare come se fossimo economisti.

Mettiamola giù dura: la fede nel mercato cresce con l' IQ.

Solo quarti!?

Le classifiche GRE rispetto agli studi fatti.


martedì 4 novembre 2008

Stanchezze memorabili


Con la lentezza di un alpinista d' altura chiude la falcata, si direbbe l' ultima. Finchè inatteso inaugura il passo successivo, già da subito preda di dolce spossatezza, già da subito narcotizzato da sensibilità troppo esposte: riuscirà mai a completarlo? Manca l' ossigeno nella sublime inerzia di queste note che avanzano spinte dal sussurro dei moribondi che spirano. Divoriamo il nostro loto lasciando che l' ebetudine del bello intorpidisca anche la parte più smagliante della nostra intelligenza. Sono avvisaglie dell' arrivo di Debussy, solo con la sua dissoluzione perfetta ci giungerà il dono della Musica Contemporanea.

Dal letame nascono i fior

Ricordate il provocatorio libro con il quale Daniel Gross omaggiava le bolle finanziarie inserendole tra i motori del progresso umano? Dalle ferrovie ad internet il sovra-investimento ha spianato la via per la produzione di beni pubblici che mai nessun Governo avrebbe garantito con tanta prontezza. Come inquadrare in questo schema la grana odierna? Dunque, vediamo: risolto il problema della casa senza ricorrere a mastodontici programmi di edilizia popolare.

P.S. purtroppo non posso ancora linkare dettagliati studi in merito, ma presto arriveranno, eccome se arriveranno.

Mercato delle scommesse sotto attacco

Ma manipolarlo è praticamente impossibile. Lo dice la storia.

lunedì 3 novembre 2008

Quanto ha perso Markowitz nella tempesta finanziaria

Poco.

** "Markowitz" è una sineddoche in cui contenere gli investitori che si sono attenuti ai criteri della teoria standard dei mercati finanziari.

La sanità del Sud è sprecona?

Forse sì, ma non spende più del Nord. Per questo molti governatori "sudisti" appoggiano il federalismo: se ci si adegua alla virtuosa Lombarida potrebbero smenarci, ma se si fissa come benchmark l' Emilia o addirittura la Toscana, per il la sanità del Sud il federalismo sarà un affare. Nuovi soldi in arrivo.

Obama all' 85%

Da prendere sul serio: lo dice chi parla con i soldi in mano.

Spettri politici

Buoni argomenti per farla finita con "destra" e "sinistra". Un' alternativa?: statalisti e libertari.

Psicobolle

Shiller omaggia l' economia comportamentale per la sua previsione del crack finanziario.

sabato 1 novembre 2008

Il punto sulla globalizzazione

C' erano una volta la "globalizzazione" e tutti i suoi nemici...



C' era una volta... ma se qualcuno non lo ricorda, quasi ce ne scordavamo.



Il movimento no-global è stato colpito da non poche sfortune mediatiche, l' eco delle sue imprese è stato oscurato da parecchi eventi che ci hanno aggredito proprio in questo cavallo di secolo in cui la Storia doveva finire: da Ground Zero, fino al Crack finanziario il mondo ha saputo come distrarsi disinteressandosi di loro. In più arriva Tremonti a rubare il mestiere.



Nel frattempo la "globalizzazione" è proseguita. E oggi qualche somma la si puo' pure tirare, concentriamoci sulla povertà nel mondo.



statua vivente di povero cristo (altre statue)





I critici fanno notare come per molti paesi poveri questi anni siano stati tutt' altro che una manna.



I paesi dell' Africa Sub-Sahariana non vedevano l' ora di mettersi alle spalle la maledetta decade dei novanta. Molti di loro hanno addirittura sperimentato il passo del gambero. E il cocktail di medicine che gli "occidentali" hanno fatto ingollare loro ha prodotto solo malaugurati effetti collaterali lasciando il paziente in uno stato catatonico.



I Paesi Sudamericani restano indecifrabili... bravo chi li capisce! lo psico-dramma in cui sembrano sempre immersi si è risolto in una serie di picchi e risalite. Nel complesso, comunque, predomina la delusione con poche eccezioni.



Le ex tigri asiatiche (Sud Corea, Thailandia, Malaysia...) sono state investite dalle turbolenze finanziarie del 1997, meglio non chiedere loro un' opinione su quel periodo.



Gli ex paesi comunisti, uscendo dal frigorifero sovietico, hanno tentato di sgranchirsi con ginnastiche tra le più varie. Accanto ai non pochi successi abbiamo registrato però il fallimento della Russia. Russia! E non dico poco, dico "quasi" tutto.



Rispondono gli apologeti scagliando le loro due frecce, poche ma buone:



- la povertà nel mondo è chiaramente diminuita.



- la povertà nel mondo è diminuita proprio in quei paesi che più degli altri si sono aperti alla globalizzazione.



Una diminuzione che ha interessato quasi solo Cina ed India. Ma se un numero esorbitanti di poveri era collocato lì, che colpa abbiamo noi?



Facciamola breve e corriamo a schierarci: la mia impressione è che gli argomenti degli apologeti siano vincenti, a me almeno convincono.



Solo un' avvertenza prima del punto finale: non si creda che la Cina, paese che fa pendere la bilancia verso i pro-global, sia poi così "globalizzata" come si ama pensare. Le sue trasformazioni sono state lente e spesso fedeli ad un ricettario molto diverso da quello previsto dietro i palazzi di vetro dei mega-consulenti occidentali.



Nell' ultimo rigo creco di spremere il sugo della storia: la globalizzazione fa bene ai poveri, ma i paesi che l' accettano sono solo all' inizio della loro avventura, poichè non esiste un' unica via sulla quale incamminarsi. La storia conta e l' autorità locale, che ne è l' espressione, non deve mai dileguarsi per lasciare campo libero agli "esperti". Loro sono portatrici di fredde ortodossie, e all' ortodossia non si addice l' esportazione. Occorre quindi stemperarla con i misteri della cultura che ciascun popolo ha saputo produrre.

giovedì 30 ottobre 2008

Martelli e cocci di vetro

Un super classico dell' Heavy Metal commerciale



Un super classico del Punk commerciale



Un tentativo super classico di cross over tra i generi



Un esempio di Punk colto



Un esempio di Heavy Metal colto (ma è ancora HM?)



Gli ascolti presentati sono l' appendice sonora a questo divertimento.

Kletka Red - God

martedì 28 ottobre 2008

lunedì 27 ottobre 2008

sabato 25 ottobre 2008

Il Mito della Mano Invisibile

Il mercato fallisce o si auto-regola?

Io, che simpatizzo con questa soluzione, sostengo il mercato tutto sommato funzioni bene. Per Valeria e per molti, invece, la seconda ipotesi è solo ideologica.

Se la conclusione anti-liberale non risuonasse con intenti offensivi, non mi offenderei. In fondo il sostegno al mercato ha innanzitutto una motivazione etica, lo diceve Einaudi in primis. E per favore che mi vengano risparmiate le sottigliezze con cui distinguere "ideologia" ed "etica".

Nel merito della questione invece potrei cavarmela dicendo che esiste un solido legame tra libertà economica e ricchezza. Non mancano studi a livello planetario.

Ora però voglio mantenermi sul vago proponendo tre punti chiave di cui l' anti liberale farebbe bene a tener conto prima di appisolarsi nelle sue certezze.
  1. Il mercato funzione ma è crudele nei suoi aggiustamenti. Troppo crudele, una democrazia non puo' tollerarlo.
  2. Il mercato funziona ma è lento nei suoi aggiustamenti, a volte è chiamato ad agire anche su cambiamenti "culturali". Noi che reputiamo di avere imparato dalla Storia, troviamo ragionevole imboccare delle scorciatoie.
  3. Il mercato non puo' fallire dove non esiste. Anche nei sistemi di libera economia alcuni prezzi restano controllati, per esempio nell' ambito del credito (il tasso di sconto è designato dalla Banca Centrale). Non solo, questo controllo serve a perseguire una maggiore efficienza a discapito della soluzione naturale (di mercato) che storicamente si è rivelata più prudente (vedi le pratiche del gold standard).

Questi tre punti mi fanno credere all' esistenza di una "mano invisibile". Sia un mercato crudele che un mercato lento, anche qualora vengano messi da parte, non cessano di fungere da bussola per chi intenda intervenire. Il terzo punto invece storna molte accuse che si sentono di frequente.

D' altronde resto un moderato poichè credo anche 1) che gli aggiustamenti del mercato siano troppo crudeli, 2) che a volte siano troppo lenti e debbano ricevere una spintarella, e che 3) l' efficienza nel mercato vada aiutata a discapito della sua eccessiva prudenza attraverso una Banca Centrale.

giovedì 23 ottobre 2008

Vertici (6)


Musica religiosa con il colpo d' ala tipico dell' Heavy Metal. Per gli amanti del "troppo" un vero vertice. La poderosa creatura sembra avere vita propria, pochi i Maestri in grado di mantenerle la briglia, pochi i domatori capaci di scendere nell' arena con lei. E intanto da tutta la Lombardia già sono in viaggio una miriade di cori, a breve Abbado tenterà di nuovo la tremenda evocazione in quel di Milano. Riempiamo la pausa che ci separa dal fatale colpo d' organo iniziale con un ricordo.



Posso dirlo? Del Te deum amo di più le sezioni dedicate alle preghiere, ma in questa sede mi è sembrato opportuno puntare su una delle impennate più virili.

Puntata precedente.

Conoscenza o Bontà? Tabelline o Costituzione?

Strani intrecci, ne abbiamo parlato a fahreunblog.

lunedì 20 ottobre 2008

Spintarelle


Questo crack finanziario non ci voleva. Da ultimo per il fatto che Richard Thaler era in pole position per il Nobel ma, visti gli eventi, si è dovuto ripiegare su un premiato "d' occasione".



Ho letto il suo ultimo libro motivato nel modo migliore: sento che puo' spiegarmi al meglio delle intuizioni che da anni coltivo in modo cofuso.



Inoltre ho sempre segretamente voluto tendere la mano ai miei avversari ideologici, parlo di coloro che diffidano della libertà, sia di quelle economiche che di quelle civili. Il modo in cui Thaler avvicina i due partiti mi sembra il più promettente, il modo in cui sceglie di limitare l' aspetto crudele con cui la libertà aggredisce le nostre vite, mi appare appropriato.







Accettare alcuni dati di fatto è decisivo (le prove empiriche rimpolpano una bibliografia che è 1/3 del testo), per esempio questo:



a seconda di come il catering dispone le pietanze nella mensa scolastica puo':



1) massimizzare le vendite;

2) massimizzare i profitti;

3) massimizzare la salute degli studenti;

4) randomizzare le scelte;

5) incoraggiare la libera scelta.



Dall' esistenza di questo arbitrio nasce il "paternalismo libertario", ovvero quell' ideologia per cui la "libera scelta" è sacra (libertario) ma che non disdegna di incoraggiare (paternalismo) le scelte che il protagonista stesso, in un contesto più neutrale, reputerebbe probabilmente come le migliori.



L' arbitrio delle 5 opzioni di cui sopra nasce a causa di errori sistematici che commettiamo. Siamo stupidi? Tutt' altro. Sono "errori" che ci hanno fatto un gran bene, ma di cui qualche volpone potrebbe approfittare:






  1. Errore dell' Ancora: i punti di riferimento ingannano. A due clienti simili e ignari posso proporre tariffe l' una doppia dell' altra, es. 100 e 200. Non avendo punti di riferimento dopo qualche mugugno di maniera accetteranno. L' anno dopo al cliente privilegiato alzo la tariffa portandola a 150, al cliente vessato faccio uno sconto riducendo la tariffa a 180. Per quest' ultimo diventerò un benefattore dall' onestà specchiata, per il primo sarò un profittatore spregevole. Eppure ho trattato e continuo a trattare molto meglio chi mi disprezza. E' l' errore dell' Ancora, baby.




  2. Errore del sottomano: costruisco la mia visione con quello che ho sottomano. C' è chi ha sottomano i Tg di Fede e chi l' ultima intervista a Gallino di Fahrenehit... Facciamo esempi meno banali: quante probabilità ci sono che un pianeta sia abitato da Marziani? Se non ne so assolutamente niente è corretto dire 50%. Ma allora è praticamente certo che i marziani esistano nell' universo? No, anche in questo caso non ne so assolutamente niente. Nel primo caso mi sono concentrato troppo su quella specifica ignoranza al centro del discorso.




  3. Errore di connessione: siamo ciechi di fronte al caso, specie i profani vedono collegamenti ovunque. Ma anche gli esperti ci cascano: io stesso sono rimasto sconvolto dall' apprendere, per esempio, che nel basket la "mano calda" è solo un mito. Ci sono sorprendenti equivoci che nascono da questo bias.




  4. Errori di ottimismo: l' ottimismo è una benzina che ci "carica". Serve molto meno per ragionare. Sia gli studenti che i professori si credono "sopra la media", sia il matrimonio che lo start-up di un' impresa rivelano "il trionfo della speranza sull' esperienza"; secondo voi un lavoratore esperto e perfettamente informato che firma il suo contratto, quanto soppesa il rischio di incidenti alle condizioni proposte? E' l' overconfidence bias, baby.




  5. Errori sul rischio: perdere qualcosa ci deprime il doppio rispetto a quanto ci renda felici guadagnare quella stessa cosa. Non è prudenza, è prendere lucciole per lanterne. La paura di perdere produce una quantità esagerata di inerzia.




  6. Errore del "nulla di nuovo sotto il sole": per noi tutto continuerà più o meno come in passato, la cosa ci fa comodo. Il cambiamento non ci piace, non lo consideriamo. In fondo per farci vedere il TG5 basta metterci prima Gerry Scotti.




  7. Errore del quadretto: mi sottopongo ad una difficile operazione chirurgica solo se ho le garanzie che riesca perfettamente nel 98% dei casi. Se però sui duecento interventi compiuti mi dicono che ben quattro persone sono rimaste sotto i ferri, chiedo ancora una notte per pensarci su. Il nuovo "quadretto" non mi piace mica tanto. eppure è uguale al primo.




  8. Errore da tentazione: sappiamo che non ci sveglieremo, eppure non puntiamo la sveglia. Bè, magari la sveglia la puntiamo, ma in molte circostanze simili rinunciamo a premunirci. Sei grasso e vuoi dimagrire? Non capisco perchè non scommetti con te stesso 1.000 euro che perderai un chilo al mese! E' del tutto ragionevole farlo (linkati subito a questo sito!). L' errore da tentazione è sempre in agguato (avete già fatto i regali di Natale o anche quest' anno...).




  9. Errore del gregge: ci piace il calore dei nostri simili. Secondo voi cosa funziona meglio per far pagare le tasse?: 1) ricordare le sanzioni operanti 2) ricordae la necessità di opere pubbliche 3) ricordare che tutti le pagano 4) ricordare che c' è un aiuto per compilare i moduli 5) ricordare che ridistribuire la ricchezza è cosa buona e giusta... Basta, fermiamoci pure, tanto sappiamo che funziona solo il punto 3.







Siccome siamo tutti affetti da queste ottusità meritiamo una protezione. Non dico un tutore, ma perlomeno un "calcione" che ci indirizzi correttamente.



In questo libro gli ideologi della "spintarella" si sono scatenati invadendo con il loro genio accademico diversi campi: scelte sul risparmio, scelte d' investimento, scelta del mutuo, scelta delle medicine, donazione d' organi, scelte ecologiche, scelte scolastiche, scelte ludiche (lotterie, gioco d' azzardo, droghe, alcool...), scelte di matrimonio, scelte bioetiche, scelte di beneficienza, scelte sulla dieta, scelte sulla fertilità.



Non mancano le obiezioni, ecco la più forte: sbagliando s' impara. Detto in modo rigoroso: aiutare uno "stupido" pregiudica la sua guarigione evolutiva.



Gli "spintonatori" non hanno molte risposte in merito, si limitano a dire che le loro soluzioni sono da caldeggiare nei giochi "one shot" piuttosto che in quelli ripetuti dove l' evoluzione biologica e non-biologica "lavora" molto meglio.



La "spintarella" viene presentata dunque come un modo intelligente per restringere le nostre libertà. Una "terza via" tra il proibizionismo e il libertarismo.



Ma se guardo al mondo in cui vivo ho l' impressione che molte soluzioni avrebbero un effetto "liberalizzante" piuttosto che il contrario [ non sarà un caso se proprio in questo libro si dettagliano i migliori argomento contro l' obbligo del casco?], e allora mi sembra conveniente starci.

domenica 19 ottobre 2008

La vita come parodia dell' adolescenza

Come identificare il libro che più rilascia influssi nel mondo della cultura oggi? Da dove vengono le parole che meglio hanno ingravidato i terreni ubertosi da cui oggi falciamo la messe più abbondante?



Missione impossibile, ovviamente. Non resta che giocarci su in modo si spera intelligente.



Ipotesi, un ascoltatore di Radio Tre potrebbe isolare questa proxy: qual è il libro più citato a Damasco?



Risposta: Raffaele La Capria, Ferito a Morte, 1961. Sono corso a comprarlo (4 euro) e a leggerlo.



E' un libro su Napoli, spietato, disperato. In cio' gemello di un altro bel libro recentemente incontrato/scontrato.



Da Napoli trasuda un calore in grado di sciogliere qualsiasi progetto, una bellezza già perfettamente compiuta, che non richiede ulteriori interventi: la Natura non chiama più la Storia, Posillipo è una creatura fatta e finita da qualche dio in vena di capolavori, l' uomo è superfluo in questo presepe pagano, non gli resta che sfinirsi in una chiacchiera debosciata per distrarsi dall' agonia che lo toglierà definitivamente di mezzo.



In più siamo tra gente ricca, l' alta borghesia della città. In assenza di bisogni materiali, l' inanità di ogni movimento aleggia come una cappa ineludibile sin dal primo mattino. Dopo lo sbadiglio iniziale, la solita amara constatazione: anche oggi c' è il sole. Un sole senza veli, cancerogeno per lo Spirito. La giornata, con l' immota esagerazione di luce che sempre la segue, ha già bloccato la sua morsa sulla città, la tregua notturna esala ormai vinta; il tempo del "non far niente" quando è giusto che sia così, è scaduto. Comincia il "non far niente" con i sensi di colpa, l' amara vacanza, la prigione di un' adolescenza fuori termine.



Per tutto il romanzo in cielo non transita una nuvola a turbare il metallo di quell' azzurro che blocca ogni cosa complice una luminosità dalla trasparenza crudele. Il Sole, invidioso di altre bellezze, non tollera competitori e procede con l' annientamento dall' interno degli animi umani; instilla una pigrizia che costringa i corpi a disubbidire e le "vite pensate" a scivolarsene via da quei corpi come lucertole dalla pietra.



Il pelo dell' acqua marina divide due mondi affetti dalla medesima paralisi. Quello sotto è una metafora geniale di quello sopra. Immergiamoci allora un attimo in quel freddo simulacro, la bara tanto sospirata, tutto si muve in modo rallentato, l' illusione sembra per un attimo smascherata: ecco che arriva la Spigola, ombra grigia profilata nell' azzurro, pare immobile, sospesa, l' occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame, la testa corrucciata di una maschera cinese... (è il memorabile attacco).



Intanto il mare, con il vai e vieni delle sue onde, caria irreparabilmente le fondamenta alla città che brilla come una stagnola. Scava nel tufo il suo millimetro annuale, solo pochi secoli ci separano dal collasso finale, unico traguardo di chi anela alla maturità affidandosi allo shock.







*************** seconda tentativo di dire la stessa cosa...



Gironzolando in libreria cercavo di accoppiarmi con qualche romanzo, ma questa volta non ero attratto da spiriti affini, piuttosto invece da qualcosa che fosse stato "influente" nel tempo e nel mio Paese. Da dove vengono gli istinti che oggi dominano l' italiano?



Un ascoltatore di Radio Tre che compie queste elucubrazioni, viene subito sospinto verso la trasmissione Damasco, lì i protagonisti della nostra cultura passano in rassegna i libri che per loro sono stati importanti. Qual è il più citato?



Penso proprio di non sbagliare: Raffaele La Capria, Ferito a Morte. Ma ce l' hanno qui? Sì, scontato per giunta. Quattro euro con copertina rigida. Preso. Letto. Meditato.



E' un libro dalla bellezza terribile e smunta in cui vengono illustrate, parlando di Napoli, le ragioni del pessimismo più irredimibile. La vividezza del resoconto non puo' che alzare quelle ragioni a vera filosofia del Negativo. E dire che su Napoli avevo appena letto sentenze definitive non meno ispirate (annamo bene). Mica avrete bisogno del link alla Ortese, spero...



Tornando alla contagiosità di certe visioni. Ma perchè l' ottica catastrofista ha tanta presa sui cervelli pensanti del nostro Paese? Se avessi voluto scavallare qualche generazione per rivolgermi ad un ipotetico Damasco di trent' anni fa, probabilmente avrei isolato un Pasolini, altro apocalittico.



Io in merito ho la mia idea: il pessimismo è sexy.



A voi chiederei se avete responsi alternativi sia all' interrogativo iniziale (quale romanzo ha più influito) che a quello finale (la fascinazione del pessimismo).

sabato 18 ottobre 2008

Ho visto le gengive di Chet Baker


Le ho viste veramente. Negli ultimi tempi, durante i soggiorni europei, faceva tappa allo Splasc (senz' acca) di Induno Olona. Qualche mese prima in California i suoi puscher gli avevano spaccato tutti i denti, non saldava i conti. Solo appoggiando il bocchino della tromba sulla dentiera poteva continuare a suonare. E lui doveva continuare a suonare. Sapeva fare solo quello, in tutto il resto era un debole, si perdeva continuamente, era un uomo-bambino, era un uomo nudo, nudo e vivo come una gengiva di alcolizzato.

Fu un attimo, lo incrociai nei bagni, per l' espletazione di chissà cosa si era tolto i denti finti facendo balenare il rosso vivo di mucose che ora tremolavano come la sua anima di vecchio imprevidente lasciato in balia di tutto.

Vecchio scemo californiano, nel tuo occhio bagnato perfino io ho colto un' ombra di estraneità in quei luoghi che per me erano quelli dove sono cresciuto!

Vecchio Chet, scommetto che se ti prendiamo in giro ridicolizzandoti ridi anche tu nella speranza che alla fine ti offriamo un cicchetto. Allora beccati questa...



MFC Baker

La tentazione nazionalista

La patria come fine e la Patria come mezzo. Da Ciampi in poi, molti che erano infastiditi da questo concetto ora ne sono attratti. Un mistero di cui si parla a Fahreunblog.

A scuola la differenza è bella?

Come rispondere alla proposta di "classi differenziate" nelle nostre scuole. Su Fahreunblog svolgo alcune considerazioni. Chi fosse interessato clicchi qui.

Pensieri esoterici su Saviano

Il "fenomeno" Saviano. Alcuni rilievi critici su Fahreunblog.

Emergenza precariato? No, emergenza dualismo

Cosa si cela sotto quella che viene agitata come "emergenza del lavoro precario". Su Fahreunblog sfrutto alcune analisi di Ricolfi.

link

In difesa della media (inferiore)

Alcuni dati recenti stimolano su Fahreunblog un confronto tra scuola media e scuola elementare.

L' enigma di San Francesco

Un mio commento ad un libro chiave di Leonardo Boff. Cerco di isolare un' antinomia interna alla Teologia della liberazione.

Come costruire il futuro dell' Italia

Risorgimento e Resistenza, i due puntelli della Repubblica Italiana che saltano regolarmente. Ma perchè non riescono a fissarsi? Ne parla Augias e noi di Fahreunblog gli parliamo dietro.

Si finisce per spettegolare un po' su questa vetusta colonna della Rai.

Solide certezze che scompaiono

In questo periodo di crisi finanziaria il Papa si pronuncia sul ruolo dei soldi nella nostra vita. Mi permetto alcune puntualizzazioni su Fahreunblog. In due righe esprimo la relazione tra cristianesimo ed economia come mi piacerebbe che fosse e come ogni tanto sembrava emergere dalle encicliche di GPII.

Guttuso

Guttuso al sacro Monte di Varese. Ha senso la sua presenza? Alcuni varesini, tra il serio e il faceto, dicono la loro su Fahreunblog.

Libri maledetti da non bruciare

Questo articolo su Fahreunblog è dettato dalle impressioni sorte dopo una lettura di Time on the Cross, libro chiave per capire il fenomeno della Schiavitù ameriacana. Lo ha scritto Robert Fogel.

Certo che le idee, quando sono feconde, e questo libro ne accoglie parecchie, si sviluppano in tutte le direzioni sfuggendo totalmente al controllo del cervello che le ha prodotte.

Nei commenti si affronta un nodo che ritengo cruciale: il ruolo della semplificazione nel discorso pubblico. E in tutti i discorsi in genere. A cosa serve? Quando è dannosa? Come si relaziona con la pratica del dialogo?

Il Commercialista di Sondrio ci salverà!

Fahreunblog non è una compagnia boccaccesca che si esilia per raccontarsi delle storie. La crisi finanziaria che scuote il mondo doveva rientrare nei nostri discorsi. Ne parlo di sguincio in questo articolo. In realtà mi focalizzo sulla figura dello speculatore e su come sia facile quanto ingiusto utilizzarlo come capro espiatorio. La bastonata metaforica è indirizzata alla testa di Tremonti. Tanto su quella testa non crescono bernoccoli, neanche metaforici.

Nei commenti si finisce sulla psicologia e sulla sapiente arte di far aleggiare paure di convenienza. Ogni parte politiche puo' avanzare accuse documentate nei confronti degli avversari.

Per favore, sai dirmi quali sono i miei gusti?

C' è qualcosa che lega Baricco a Surowiecki? Direi di sì, ne parlo a Fahreunblog.

Conta più l' esperto o il popolo? Era inevitabile che si finisse lì.

Taleb scrocca una lezione di italiano

Su fahreunblog ripropongo alcune riflessioni intorno al Taleb ospite al festival di Mantova. Più che di Taleb si parla dell' intellettuale nel tritacarne dei Festival.

Il festival non si addice alla cultura dei timidi

Sebbene nessuno puo' aver mai notato la mia assenza, ultimamente mi sono trasferito armi & bagagli su Fahreunblog. Un posticino stimolante dove mi capita di proporre qualche riflessione.

Non vorrei lasciare nell' abbandono queste stanze che rimangono pur sempre un confortevole rifugio, finchè ce la faccio segnalo anche qui cio' che di là è trattato più compiutamente.

Qui parliamo dei modi in cui ciascuno di noi fruisce della cultura. Dopo alcune riflessioni sul fenomeno dei festival si finisce a citare Glenn Gould.

venerdì 10 ottobre 2008

Meditazioni nel bush

Di quando in quando sempra fermarsi per sentirsi suonare, fa come dei piccoli rallentamenti, ma non servono a cercare la nota, non è nemmeno la mania di suonarle proprio tutte, il suo virtuosismo lo esenta da simili espedienti. Sono invece dei minuscoli rapimenti a cui va soggetto, ed è inavitabile interpretarli alla luce degli sviluppi futuri. Perchè non si riesce mai ad ascoltarlo facendo sparire dall' orizzonte l' esito a cui saranno destinate le corde che vibrano qua sotto. Molte rock star si fanno ascoltare impreziosendo l' opera con il dramma del loro sacrificio, senza il quale tutto risulterebbe più sciapo. E così pure questo australiano, ma per lui tutto si svolge all' interno di un itinerario artistico, non c' è il cattivo gusto di nessun dramma esistenziale, eppure la leggera deformità con cui suona le ballate più classiche rendono imprescindibile l' impiego di un orecchio prospettico sintonizzato sui tentativi estremi di molti anni dopo, ovvero quei pezzi poco riusciti (ma quante cose racconta la musica venuta male!) dilatati e amorfi come fossero dei raga su cui vigila un occhio vitreo e impersonale. Quei pezzi in cui, come per un incanto indotto, il bush veniva tsasformato in un deserto tebano.

giovedì 9 ottobre 2008

mercoledì 8 ottobre 2008

DFW

ciao ric,
lascio qui un ricordo di David Foster Wallace.

E' un piccolo video.

Girando tra blog, articoli e siti americani, ho trovato il commento di un ragazzo in un blog, che parla di Infinite Jest. Giura che bisogna cominciare la lettura a pag.120.
Che la gente si scoraggia perché la prima parte è una specie di grandissimo fuckyou ai lettori, come per scoraggiarli e tenersi solo quelli fatti in un certo modo.
Io non lo so, l'ho visto in libreria l'altro giorno, quel libro - fa paura.
Ma chissà, magari quello del blogger è un buon consiglio.

martedì 7 ottobre 2008

Vertici (5)

Chopin fa riparare una sua Polacca dal miglior meccanico in circolazione.

Ah le Polacche di Chopin... le credavamo cioccolatini e le riscopriamo orologi. L' artiglio del meccanico la smonta e ci fa pure vedere le molle. Poi ci prende il ditino e ce lo fa passare sui denti dell' ingranaggio. Che emozione la decostruzione!

Per guardare meglio cio' che si ascolta, ecco un dettaglio dell' artiglio:



Per ascoltare meglio cio' che si guarda, entriamo in silenzio nell' officina...



Puntata precedente...

sabato 4 ottobre 2008

Voci da rieducare (5)

Un bel petto spremuto nel tentativo di intecciare polifonie pur avendo a disposizione una sola voce: la propria. Certe donne sono dei veri punti interrogativi.





Puntate precedenti...

venerdì 3 ottobre 2008

Quante ne impara un cuore solitario!

Un mio amico frequentava un club tre giorni alla settimana. Era alla ricerca di un' anima gemella, ma la voleva dal carattere dolce. Sapeva che al martedì scegliere una bionda aumentava le possibilità di una compagnia con queste caratteristiche. Il Giovedì i frequentatori cambiavano completamente, ma dalle meticolose indagini fatte, la dolcezza continuava ad essere una prerogativa delle bionede. Il mio amico si comportava di conseguenza.

La domenica sera al club affluivano tutti, sia le habituè del martedì che quelle del giovedì. Il mio amico nei fine settimana è particolarmente malinconico, senta avvicinarsi una nuova serie di giorni lavorativi che lo strazieranno; più che mai ha bisogno di dolcezza. Per non perdere il suo tempo dietro la persona sbagliata consulta i suoi appunti e si accorge con sgomento che per avvicinare il suo obbiettivo è molto meglio che si dedichi alle more.

La situazione di cui sopra illustra un' illusione statistica molto più comune di quanto si pensi. Ricordo di esperimenti sui farmaci che, separatamente, segnalavano l' efficacia delle medicine testate. Senonchè, riunendo gli esiti si notava come l' effetto placebo fosse predominante.

L' inghippo non è immediato ma nenache difficile. La probabilità è una frazione, ma sommare numeratori e denominatori non equivale certo a sommare frazioni. Non basta considerare la misura di una probabilità ma anche quanto una probabilità incide sull' altra qualora si sommino. Una probabilità puo' essere molto alta ma avere impatto nullo se sommata ad una probabilità bassa e "inamovibile".

Detto in modo molto semplice: le molte (ipotesi) brune del secondo gruppo potrebbero essere più dolci delle bionde del primo gruppo, anche se lo sono meno delle poche (ipotesi) bionde del loro gruppo. Unificando i gruppi la quantità premia la scelta di una bruna.

giovedì 2 ottobre 2008

Il Kamikaze innamorato

... la bombe qui pourrait tout detruire
je ne veux pas m' en soucier
car toujours le soleil va reluire
tant que je serais dans tes bras...



Indimenticabili granuli che nessuna saggina saprà mai spazzare via. Quando il vero virtuoso t' insegna sul campo che all' occorenza basta un braccio per la batteria e un dito per l' organetto, saltano mille tenaci catene e si sciolgono altrettante nevrosi compatte. Con il cartone di quel vinile, 17 anni fa, ci feci un quadretto... le piccole prelibatezze che offre l' immaturità... persone di buon senso hanno fatto sparire i misfatti, oggi resta solo un invisibile pic telematico...

lunedì 29 settembre 2008

I Have a Dream. Quando la politica USA sogna

L' ultimo sogno sembra averlo fatto nel 2003: una casa per tutti gli americani.

Per realizzarlo meglio ha cominciato strizzando l' occhiolino e dando di gomito ad alcune banche, magari sollecitando verso politiche aggressive (spericolate) il colosso bancario più strettamente legato con Washington, ossia FF.

Come molti sogni della politica anche questo si è trasformato in un incubo chiaro a tutti solo nel settembre 2008, cioè oggi. A pagare probabilmente sarà l' odiato "libero mercato", sempre pieno di imperfezioni da additare visto che è il luogo deputato a gestirle. Un po' come l' ospedale, sempre pieno di malati e di malattie.

Dirlo adesso ha il valore semi-nullo di una razionalizzazione. Le denunce di Bill Poole, governatore della Fed di Saint Louis, quelle non erano una "razionalizzazioni" però. E nemmeno il disegno di legge Dole/Hagel/Sununu, respinto dal Congresso democratico proprio perchè poneva un argine alla missione sociale della "casa per tutti" garantita contro l' avidità delle banche che, come si sa, danno soldi solo a chi già ce li ha. Nemmeno quello è una realizzazione, visto che veniva avanzato nel 2005.

La ricostruzione degli eventi a cura di Guido Tabellini sul 24 ore del 28/9/2008.



Comunque sembra scontato, l' arena dei giochi subirà drastici cambiamenti. Con cuore rassegnato dico che non tutto il male viene per nuocere, di alcune riforme si sente la necessità e introdurre forme di chiarezza puo' fare bene.

Nella battaglia sulle nuove regolazioni, la mia personale trincea libertaria penso che sarà all' incirca questa: agire sulla trasparenza e sul modo di presentare le offerte, imporre dei default poco rischiosi preservando comunque la libertà di scelta. Separare Informazione e Libertà (non per niente già prima della buriana avevo ordinato questo libro). E' una posizione di retroguardia? Ho l' impressione che pure quel fortino sarà travolto.

Il Sig. Newcomb misura il libero arbitrio

E' possibile che un problema chiaramente esposto tolleri due soluzioni opposte entrambe perfettamente razionali? Un certo Sig. Newcomb pensa proprio di sì ed avanza altresì un esempio notevole che ancora deve essere decriptato dagli studiosi.

Poniamo che Omega, un essere venuto dallo spazio, con le sue apparecchiature abbia la capacità di leggere nel cervello umano prevenendo le nostre reazioni. Su questo punto le sue sentenze sono infallibili, inutile star lì a discutere, è così.

Omega, che si diverte a giochicchiare con esemplari della razza umana come fossero topolini, un bel giorno ha invitato me e mio fratello nel suo ufficio dicendoci se volevamo giadagnare quattro soldi. Siamo schizzati come schegge.

Sul tavolo c' erano due scatole: una trasparente che conteneva 1.000 euro; l' altra opaca e dal contenuto misterioso. Omega ci assicurò che la seconda conteneva 1.000.000 di euro. In caso contrario sarebbe stata vuota. Non poteva dirci di più se non garantirci che non potevano darsi terze opzioni. Poi ci chiese cosa intendavamo fare: prendavamo solo la seconda scatola oppure le prendavamo entrambe? Naturalmente c' era l' inghippo che fu precisato con un' avvertenza decisiva: la seconda scatola era stata approntata da lui in persona secondo il criterio per cui chi sceglieva entrambe le scatole si sarebbe ritrovato con la seconda vuota, mentre chi sceglieva solo la seconda si sarebbe ritrovato 1.000.000 di euro sull' unghia. Dopo questa concisa ma esauriente spiegazione Omega lasciò la stanza abbandonandoci alla nostra decisione.

Passano pochi secondi e, come al solito, sto già litigando con mio fratello. E' ovvio, intendo prendere solo la seconda scatola, trovo ineccepibile il mio ragionamento: 1) Omega non sbaglia mai nel prevenire le nostre azioni, e su questo tutti noi concordiamo 2) se prendessimo entrambe le scatole ci ritroveremmo con 1.000 euro; quindi: bisogna prendere solo la seconda e partire per una lunga vacanza. Ovvio.

Quello zuccone di mio fratello non ci sta e devo dire con riluttanza che il suo ragionamento non è meno rigoroso: visto che Omega ha lasciato la stanza, non puo' più modificare il contenuto delle scatole (su questo tutti sono d' accordo), e allora noi dobbiamo appropriarci di entrambe le scatole: come minimo avremo assicurato 1.000 euro alle nostre saccocce.

Due conclusioni opposte raggiunte con due ragionamenti senza pieghe.

Ci siamo consultati con esperti ma non hanno saputo cosa dirci, formalmente abbiamo ragione tutti e due. Forse mio fratello è più ingegnoso e meno fatalista. Io sono più pratico avendo escogitato un metodo dall' applicazione universale.

Quale sia la soluzione corretta nessuno lo sa, c' è chi ancora ci si sta spaccando la testa sopra. Resta il fatto che trattasi di un buon test per misurare la propria sensibilità al "libero arbitrio". Finora per isolare la psicologia di un soggetto lo avevo spiato di fronte a dilemmi per cui non esistevano soluzioni razionali. Ecco a sorpresa uno caso in cui ce ne sono troppe e tutte senza sbavature.

sabato 27 settembre 2008

Memoria e musica

Ho trovato questo breve video di Oliver Sacks. Forse può interessarti. L'"anima perduta" di cui parla è un musicologo e musicista inglese che per una encefalite ha perso la memoria biografica e non trattiene i ricordi per più di qualche minuto. In questo caso la sua "memoria interiore" è la musica. Che fa da ponte col passato cancellato e custodisce l'identità. (Il libro da cui è tratto è: O.Sacks, "Musicofilia", Adelphi)

Tre cose sul Manzoni

Era una difesa del Manzoni, roba vecchia, non ricordo nemmeno bene il quando, il dove e il perchè. Ora, invecchiato di qualche mese, sarei il primo a formulare obiezioni che però non ho più voglia di muovere. Roba ritrovata tra i files... che sprechi di energie, fermiamoci a rileggere ogni tanto...
***


Miriam ha proposto argomenti interessanti per un adolescente di oggi. Visto che non si lascia mai sola una signorina in questi frangenti, mi affianco a lei nel sostenere la debordante ricchezza tematica dei Promessi Sposi.

Ammetto subito di non avere nessun rapporto con le attività didattiche e di non sapere nemmeno cosa passi per la testa di un minorenne, cio' nonostante mi rifiuto di considerare poco attraenti alcuni temi che informano il Romanzo. Soprattutto sostengo con forza la loro bruciante attualità.

Miriam, hai già parlato di Don Abbondio, un tale che ci passa davanti ogni giorno tre volte al giorno. E in più, come se non bastasse, me lo ritroverò nello specchio anche domani mattina. Ti ringrazio di avermi tolto questo peso, una fatica in meno.

Il mio contributo, cara miri, arricchirà la tua lista con altri tre soli punti.

Il capitolo sulla peste contiene la prima lezione di un corso di Sociologia. Poi anche la seconda e la terza. Siamo introdotti alla Psicologia delle Masse senza che si debba rinunciare al godimento estetico. Siamo pronti per Ortega Y Gasset o per Elias Canetti. Penso solo al fenomeno dell' untore: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni tre che si fanno sui blog contigui e parlo di quelli più concentrati sui titoli di testa dei telegiornali. E' abbastanza attuale?

Il capitolo sull' assalto ai forni contiene la prima lezione di ogni corso di Economia degno di questo nome. Poi anche la seconda e la terza. Ancora oggi formerebbe lo stundentello sbarbato come il ministro di cui taccio il nome. Penso all' aberrazione dei prezzi controllati e al popolo bestia pazza: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni due che si tengono nei vicini forum sull' attualità. Si va dalle commissioni sulle ricariche telefoniche, fino ai problemi negli stadi e alle manifestazioni di piazza. E' abbastanza attuale?

E non dimentichiamoci infine il "sugo" della storia. Contiene la prima lezione di ogni corso rispettabile di Etica. Poi anche la seconda e la terza. Penso al concetto manzoniano di Provvidenza e alle incomprensioni a cui va soggetto, mi impressiona la ricchezza di riferimenti all' attualità che si potrebbero fare: un arguto commentario alle spericolate cronache intorno al recente tsunami, uno scavo sulle basi logiche delle ossessioni climatiche e del pensiero isterico-catastrofista, una delucidazione quanto mai urgente sui concetti oggi resi indistinguibili di male e di ingiustizia.

Mi fermo qui per ora, basta che sia chiaro che Manzoni vive e lotta insieme a noi, la sua spada ci divide ancora profondamente e, se compresa, deve farci litigare nel dialogo proprio per quello che dice.

Le sue tematiche sono roventi e seminatrici di zizzania, la sua semina si tiene oggi, ora.

Forse chi propone una "soluzione" non va di moda, forse l' adolescente preferisce il lamento del disperato che si limita a comunicarci il suo fremito; forse gli hanno detto quanto più nobile sia l' iterata interrogazione del vuoto e nel vuoto. Io invece considero l' interiezione, i bronci, i musi lunghi e gli interrogativi costruiti ad arte per non avere risposte abbastanza demodé.

Questo per quanto riguarda "il contenuto". Il linguaggio è tutt' altra cosa. Probabilmente, qua e là, devono soccorrere forme di "mediazione", ma su questo punto lascio volentieri la parola al didatta.

venerdì 26 settembre 2008

Uomini senza il giorno prima

L' evoluzione semantica sforna sempre nuovi significati, ma ancora più spesso trasla i vecchi da un termine desueto ad un altro. Il primo rinsecchisce cedendo le sue linfe al secondo. La secolarizzazione, lungi dall' aver eclissato il linguaggio religioso, ha operato però profondi camuffamenti; ripercorrere il tragitto in senso inverso puo' essere interessante. La lettura di Carl Schmitt illumina sui retaggi della retorica politica e sui debiti evidenti nei confronti della teologia. Ma anche il linguaggio ordinario non delude l' archeologo degli idiomi.

Ho sempre notato come la gente trovi sconveniente il termine "anima". A volte lo sostituisce con la parola "vita" ma le insufficienze sono palesi. Molto meglio, mi dicevo, "memoria". L' anima, d' altronde, è cio' che regala unità (concetto ascientifico) e consente al soggetto di nascere. Io sono quello che ero ieri, sono responsabile anche di quello che ho fatto ieri. Me lo assicura l' anima, e poichè questa parola ci brucia sulla bocca, possiamo allora sostituirla con "memoria": me lo assicura la "memoria". Il cambio funziona abbastanza bene.

Così, stando a quanto racconta in un suo libro, la pensava pure Oliver Sacks, specie dopo un incontro fugace con Jimmie G., un malato affetto da una forma esacerbata di sindrome di Korsakov. La memoria di Jimmie non oltrepassava il quarto d' ora. Jimmie era un' anima perduta impossibilitata a stabilire una continuità con le sue radici.

"Cos' è la vita senza collegmaneti", dice il grande Hume, "... altro non saremmo che un fascio, un accumulo indifferenziato di sensazioni diverse". Veniva istintivo parlare di Jimmie come dell' uomo humeano perfetto, come dell' uomo dall' "anima perduta".

Ma bastò confrontarsi con chi conosceva meglio Jimmie per capire che le cose stavano ben altrimenti, che qualcosa di fondamentale eccedeva la semplice equazione Anima-Memoria. "Pensate che ce l' abbia un' anima?", le infermiere che seguivano l' infermo con costanza, rimasero indignate a questa domanda impertinente del celebre neurologo e lo invitarono a giudicare egli stesso osservando Jimmie nella Cappella dell' Ospedale.

Le pagine successive raccontano la commozione di Sacks mentre dal buco della serratura spiava l' intensità e l' attenzione con cui Jimmie si raccoglieva in preghiera. La fruttuosa concentrazione con cui, in ginocchio, riceveva l' Ostia consacrata. Era evidente che Jimmie, pur non ricordando niente di quanto accaduto un quarto d' ora prima, conservava una sua memoria "interiore" che difficilmente saprei spiegare cosa sia, anche perchè non l' ho mica capito mica tanto bene. Sacks la chiama "memoria bergsoniana": "... cio' che era fugace, non trattenibile come struttura formale, era perfettamente stabile, perfettamente trattenuto come arte e volontà...".

giovedì 25 settembre 2008

Più trasparenza con meno regole?

Nella crisi finanziaria che stiamo vivendo la mancanza di trasparenza sui mercati puo' senz' altro aver pesato. Ma qualcuno si fionda subito verso conclusioni indebite: per avere più trasparenza non sono indispensabili più regole. Anzi, una regolamentazione fitta produce spesso opacità:

"... there is a misconception that President Bush’s years in office have been characterized by a hands-off approach to regulation. In large part, this myth stems from the rhetoric of the president and his appointees, who have emphasized the costly burdens that regulation places on business.

But the reality has been very different: continuing heavy regulation, with a growing loss of accountability and effectiveness. That’s dysfunctional governance, not laissez-faire.

...

In the meantime, if you hear a call for more regulation, without a clear explanation of why regulation failed in the past, beware. The odds are that we’ll get additional regulation but with even less accountability and even less focus on solving our very real economic problems..."

Ci sono regole da levare di mezzo per la confusione che creano. Ci sono quelle da abrogare perchè producono incentivi distorti. E ci sono poi anche le regole da cambiare, magari in senso liberale.


martedì 23 settembre 2008

Voci da rieducare (4)

Questa volta si tratta di un novellino recentemente datosi al canto imboccando una china pericolosa. La scelta è discutibile visto che parlo del mio drummer preferito e non vorrei trascurasse il suo talento principale. In ogni caso, qui fa un pezzo di Prince e i talenti li mette entrambi in campo...





Il "qui fa un pezzo..." si riferisce al 1989, e al "... non vorrei che trascurasse...", devo aggiungere che "trascurerà", eccome se trascurerà (oggi canta e basta...)

... una recente foto di David Moss...



... per il costume di carnevale del brennino mi ispiro sempre alla sua effige: lavoro semplice, risultato espressivo...

Puntate precedenti.

P.S. nella biografia dell' artista colpisce il singolare modo in cui il Nostro si è spendidamente adattato alle nuove strumentazioni elettroniche (che hanno messo in crisi molti della sua generazione): ha cominciato a percuotere selvaggiamente pure quelle come niente fosse ottenendo sempre nuove e cangianti sonorità... [d' altronde, se con le sue cortissime bacchette percuoteva pure il pubblico ai pericolosissimi concerti...]