lunedì 29 settembre 2008

I Have a Dream. Quando la politica USA sogna

L' ultimo sogno sembra averlo fatto nel 2003: una casa per tutti gli americani.

Per realizzarlo meglio ha cominciato strizzando l' occhiolino e dando di gomito ad alcune banche, magari sollecitando verso politiche aggressive (spericolate) il colosso bancario più strettamente legato con Washington, ossia FF.

Come molti sogni della politica anche questo si è trasformato in un incubo chiaro a tutti solo nel settembre 2008, cioè oggi. A pagare probabilmente sarà l' odiato "libero mercato", sempre pieno di imperfezioni da additare visto che è il luogo deputato a gestirle. Un po' come l' ospedale, sempre pieno di malati e di malattie.

Dirlo adesso ha il valore semi-nullo di una razionalizzazione. Le denunce di Bill Poole, governatore della Fed di Saint Louis, quelle non erano una "razionalizzazioni" però. E nemmeno il disegno di legge Dole/Hagel/Sununu, respinto dal Congresso democratico proprio perchè poneva un argine alla missione sociale della "casa per tutti" garantita contro l' avidità delle banche che, come si sa, danno soldi solo a chi già ce li ha. Nemmeno quello è una realizzazione, visto che veniva avanzato nel 2005.

La ricostruzione degli eventi a cura di Guido Tabellini sul 24 ore del 28/9/2008.



Comunque sembra scontato, l' arena dei giochi subirà drastici cambiamenti. Con cuore rassegnato dico che non tutto il male viene per nuocere, di alcune riforme si sente la necessità e introdurre forme di chiarezza puo' fare bene.

Nella battaglia sulle nuove regolazioni, la mia personale trincea libertaria penso che sarà all' incirca questa: agire sulla trasparenza e sul modo di presentare le offerte, imporre dei default poco rischiosi preservando comunque la libertà di scelta. Separare Informazione e Libertà (non per niente già prima della buriana avevo ordinato questo libro). E' una posizione di retroguardia? Ho l' impressione che pure quel fortino sarà travolto.