Finché la povertà è un grafico o una percentuale, i benestanti votano “più aiuti”; quando il povero ha un volto, un odore, abitudini sgradevoli e scelte discutibili, la carità evapora e resta il giudizio morale. Il dato controintuitivo è questo: conoscere i poveri non rende più di sinistra, rende più severi. Non perché siano cattivi, ma perché l’esperienza diretta distrugge la favola del “sistema ingiusto che spiega tutto”. La distanza alimenta l’idealismo, la vicinanza produce realismo.